Negli Stati Uniti sta ancora tenendo banco in la proposta della 29enne neodeputata Alexandra Ocasio-Cortez, che vorrebbe fissare un’aliquota marginale del 70% sui redditi dei più ricchi per finanziare, almeno in parte, il suo grande piano di riforma verde dell’economia.
Paolo Mossetti
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Contributor, scrivo di cultura economica.
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Quanto è reale il rallentamento dell’economia cinese? Ce ne parla un economista, scrittore e imprenditore che da molti anni lavora in Asia.
“Battle Royale”, uscito nel 2018, è ben più di un videogame “free-to-play”: ha così tanti utenti e muove così tanti soldi da avere assunto le caratteristiche di un social network, come Snapchat o Instagram.
Quali indicazioni fornisce agli investitori quello che per il mercato azionario americano è stato il peggior mese di dicembre dal 1931.
Qualche riflessione sulla natura del movimento, le sue contraddizioni strutturali, il conflitto città vs. campagne e le chiavi di lettura sbagliate. Una rivoluzione? Non proprio. Ma è ancora più complicato di così.
Il gigante asiatico ha fatto passi avanti prodigiosi nello sradicamento della povertà, ma con costi sociali e geopolitici fortissimi.
La notizia di qualche giorno fa è che Ikea sta pianificando l’apertura, in tutto il mondo, di 30 negozi di dimensioni più piccole rispetto ai suoi tradizionali grandi magazzini.
I vecchi convenience store rischiano la chiusura e molti posti di lavoro sono a rischio: ma negli Stati Uniti il settore si sta adattando con nuove idee.
Dopo 8 anni il colosso di Bill Gates ha superato per capitalizzazione Apple: merito dell’investimento nel settore cloud. E le rivali sono afflitte da altri problemi.
Un risultato medico straordinario, che potrebbe trasformare la Cina in una superpotenza scientifica.
Si chiama Predictim e scandaglia le pagine Facebook, Twitter e Instagram per offrire un vero e proprio rating di rischio.
Il colosso reinveste tutti i profitti in investimenti e crescita, non distribuisce dividendi, e ormai funziona quasi come l’IRI italiana.
Il vantaggio competitivo non è chiaro, i costi sono elevati e il cloud computing non è affidabile: le aziende americane vanno coi piedi di piombo.
Emergono i primi effetti surreali del nuovo accordo tra Regno Unito ed Unione Europea.
La tecnologia può contribuire ad accellerare l’ineguaglianza globale, ma può anche avere il potenziale per ridurla.
I ricchi vogliono che i figli tornino ai giochi tradizionali. Tutti gli altri sono dipendenti da computer e smartphone
Ansiosi, esigenti, sotto la pressione dei social e ossessionati dalle “esperienze”, i Centennial costringono la grande distribuzione a cambiare.
Profitti record ma crescita inferiore al previsto: il mercato sembra saturo e i social stanno attraversando una maturità complicata.
Non tutti i populismi sono uguali: Bolsonaro estremizza il linguaggio di Trump, ma è spiccatamente liberista e trionfa tra le classi agiate.
Uno dei risvolti più interessanti di questa fase storica è il mescolamento nel dibattito italiano di temi vecchi e nuovi, di firme giovani alla moda e meno giovani riemerse dall’oblio. Assistiamo così a uno sfondamento di frontiere ideologiche un tempo invalicabili, e l’incontro di personalità e idee che, fino a pochi anni fa, nessuno avrebbe […]