
Articolo tratto dal numero di marzo 2018 di Forbes Italia.
Di fronte alla sovraesposizione mediatica dei grandi chef italiani maschili, è una piacevole sorpresa trovare una giovane pasticcera tra le migliori leve del food nostrano, considerata una delle dieci donne più influenti della cucina in Italia. Isabella Potì, nata a Roma ma cresciuta a Lecce, è una “sognatrice di soli 22 anni”, come lei stessa si definisce, con la passione per la cucina e in particolare proprio per la pasticceria.
Una passione che ha coltivato nonostante la famiglia – papà salentino e mamma polacca – non avesse niente a che fare con la cucina. “Ricordo che fin da piccola mi divertivo ad aiutare mia mamma e mia nonna a fare dolci di tutti i tipi”, confessa Isabella. “Da quel momento non ricordo un giorno senza aver lavorato duramente per affinare tecniche e gusti”. Il resto è un veloce cammino verso il successo. “Ho frequentato l’Istituto Alberghiero di Lecce e successivamente ho cominciato a viaggiare e a lavorare nei più grandi ristoranti d’Europa”, racconta. “Ho iniziato la mia esperienza in pasticceria moderna e classica al ristorante Bros’. Ho continuato le mie esperienze professionali alla corte dello chef Cloude Bosi a Londra e dallo chef basco Martin Berasategui. Nel 2016 ho lavorato in pasticceria dallo chef Paco Torreblanca e mi sono aggiudicata il premio Chef Emergente Sud, Luigi Cremona”. Nel 2017, insieme a Floriano Pellegrino, proprietario del ristorante Bros’, dove attualmente lavora, ha ottenuto il premio Performance dell’anno per le Guide dell’Espresso, raggiungendo con il ristorante i 3 cappelli.

Sempre l’anno scorso, “le mie esperienze sono continuate nelle brigate di Mauro Colagreco nel suo ristorante Mirazur e con Rasmus Kofoed presso Geranium”. Nel 2018, infine, la consacrazione anche a livello televisivo con la partecipazione come giudice nella settima puntata della nuova edizione del talent culinario Masterchef Italia. Ma fuori dai riflettori Isabella porta avanti con impegno e sacrificio il progetto del ristorante Bros’: “Il duro lavoro di questi anni sta portando i suoi frutti e non posso essere più fiera di cosi”. Insomma, non poteva essere più dolce un mestiere, che in realtà è pura passione. E per la cucina italiana che futuro sarà? “La vedo dal sapore più naturale: vedo un ritorno alla primordialità, alla qualità della vita a cui i nostri nonni erano così tanto legati. Questo avverrà, come già in parte sta avvenendo, anche nel food: maggiore ricerca di endemicità, questa sarà la vera chiave di volta”.
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