Unicredit Tower Milano
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Unicredit e l’offerta per Commerzbank: perché l’ipotesi è così verosimile

La sede di Unicredit a Milano
La Unicredit Tower di Milano (Imagoeconomica)

Unicredit è pronto a lanciare l’offensiva sul fronte tedesco. L’istituto di piazza Gae Aulenti, come anticipato dal Financial Times, ha messo a punto un’operazione che prevede l’ingresso in Commerzbank, la seconda banca d’oltre Reno, in vista di un merger con la controllata Hypovereinsbank. Il blitz, però, scatterà solo se non andrà in porto il più volte annunciato matrimonio tra Commerzbank e Deutsche Bank che sta incontrando, sia sul fronte politico che sindacale, forti ostacoli che vanno ad aggiungersi alle perplessità delle autorità comunitarie. L’istituto guidato da Jean Pierre Mustier dovrebbe comunque scontrarsi con varie offerte concorrenti, tra cui  Ing, Paribas e Santander.

L’indiscrezione sta comunque producendo, come prevedibile, forti reazioni sui mercato. Unicredit, per l’occasione il cacciatore, arretra del 2% circa a 11,95 euro a fronte del possibile esborso: la preda Commerzbank, in cui figura una partecipazione pubblica del 15%, capitalizza stamane 9,020 miliardi di euro.

Nel frattempo Commerzbank mette a segno un rialzo del 2,8%. I tempi per una decisione, del resto, sono molto stretti: entro pochi giorni, secondo la Suddeusche Zeitung, dovrebbe arrivare la proposta di Deutsche Bank. Al contrario, l’alternativa Unicredit potrebbe essere al centro dell’assemblea a Milano dell’istituto, fissata per il giorno 11. A favore del deal, un vecchio obiettivo dell’istituto italiano (esiste da sempre un legame tra Commerzbank e Mediobanca, partecipata di Unicredit) contribuiscono vari fattori:

  • La nuova entità potrebbe esser vista con favore a Berlino perché sarà a tutti gli effetti legali una banca tedesca, sottoposta all’autorità della Bafin e della Bundesbank, quotata a Francoforte sotto le insegne di Commerzbank.
  • Il controllo sarà dell’azionista Unicredit, ormai un gruppo con solide radici europee (non solo italiane) che potrebbe usare la consolidata leadership  oltre Reno come trampolino di lancio per la creazione del primo vero gruppo bancario cross-border senza urtare la sensibilità  dei sindacati tedeschi, in fibrillazione per i profondi tagli occupazionali previsti nel merger con Deutsche Bank, un’operazione che imporrebbe un aumento di capitale nell’ordine di almeno dieci miliardi, a carico dello Stato, prospettiva he ha già suscitato un’alzata di scudi al Bundestag e che potrebbe incontrare un veto comunitario ai sensi del bail -in.
  • Sarebbe unito con Hypovereinsbank a formare un’entità combinata con sede in Germania, mentre Unicredit manterrebbe la sua sede legale, gli uffici e la quotazione a Milano. Commerzbank, dal canto suo, resterebbe quotata sul Dax a Francoforte. L’accordo tra Unicredit  e Commerzbank  richiederebbe comunque l’approvazione da parte del governo tedesco, il maggiore azionista del gruppo bancario, con una quota del 15%.Il deal, insomma, è credibile. Resta da capire se lo “scoop” del FT è solo una mossa per accelerare una decisione dei soci più freddi di Db oppure se sul filo di lana Mustier, accompagnato dalla sua inseparabile alce in peluche, confermerà la sua fama di banchiere ”capace di operazioni supercoraggiose”, come l’ha definito due giorni fa Giacomo Campora, ad di Allianz spa.

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