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Innovation

Alla scoperta della nuvola di Google

Quartier generale di Alphabet (Google)
Quartier generale di Alphabet (Google)

Avete mai provato a stare sulla nuvola di Google? Stiamo parlando naturalmente della nuvola del cloud dell’azienda di Mountain View, ossia di quell’insieme di servizi come l’archiviazione, l’elaborazione o la trasmissione dati che Google Cloud offre on demand in remoto attraverso internet. E sono sempre di più le aziende in tutto il mondo, Italia compresa, che hanno scelto di affidare i dati derivanti dalle loro attività (e la loro gestione) all’azienda che più di tutte ha fatto grande internet proprio attraverso la capacità di gestire i dati.

Fabio Fregi è il country manager di Google Cloud per l’Italia, la divisione che si occupa di portare soluzioni cloud alle aziende e offre servizi in un’ottica completamente business to business, o B2B come si usa dire.

“Le aziende hanno capito che il cloud è un modo per risparmiare ma anche un fattore competitivo di successo”, esordisce Fregi, in Google da cinque anni (dopo un passato in varie aziende hi-tech come Microsoft e Oracle), ossia da quando l’azienda di Mountain View ha scelto di far diventare la sua divisione dedicata al Cloud una parte importante del suo business. “Perché”, dice, “ho avuto il privilegio di lavorare in quelle che erano le aziende leader nell’innovazione nelle diverse epoche”. E l’evoluzione nel settore del cloud è stata velocissima. “Agli inizi di questa epopea, c’era un po’ di diffidenza. Le cose sono cambiate e oggi non c’è nessun settore che non abbia abbracciato con decisione il paradigma del cloud”, sottolinea Fregi.

Oggi veniamo contattati dalle stesse aziende che sono alla ricerca di percorsi trasformativi, perché ci viene riconosciuta la capacità innovativa di trasformare positivamente interi settori merceologici”. Tra le industrie su cui Google Cloud è focalizzata ci sono il finance, la sanità, il retail, il manifatturiero, il settore comunicazioni, media & entertainment e la pubblica amministrazione. “Il grande vantaggio è la flessibilità nell’utilizzo dei servizi necessari. Quindi un time to market molto più snello, molto più veloce. Quando si parte con un nuovo servizio IT questo richiede anni, di solito un anno e mezzo. Con la tecnologia cloud invece nel giro di pochi minuti si possono attivare servizi. In più alcuni di questi non sono replicabili con modalità tradizionali e quando si hanno grandi volumi di dati da analizzare, in cloud si riesce a ridurre costi”.

camicia volto
Fabio Fregi

Google non è certo l’unica azienda al mondo a offrire servizi cloud. Ha qualcosa tuttavia di unico: “Quando i clienti scelgono la Google Cloud Platform, gran parte di ciò che cercano è l’infrastruttura”, spiega Fregi, “la stessa infrastruttura di Google, che alimenta otto applicazioni con oltre un miliardo di utenti, è alla base di Google Cloud. Il nostro obiettivo è offrire la gamma di servizi di Google a tutti coloro che vogliono usarli, in tutto il mondo”. Forse l’applicazione più nota all’interno dei servizi cloud di Google è Gmail, ma la nuvola di Google comprende una serie di servizi che rientrano nell’ambito di alcune macrocategorie: dalla cosiddetta collaboration, all’infrastructure as a service (portare macchine virtuali nel cloud), dalla migrazione di piattaforme di dati alle piattaforme per l’analisi dei dati.

“Pensiamo innanzitutto alle soluzioni di collaboration”, spiega Fregi. “G Suite, di cui Gmail fa parte, viene usata da più di cinque milioni di aziende nel mondo, come abbiamo annunciato lo scorso febbraio. Abilita il lavoro collaborativo anche da strumenti mobili, per essere produttivi in qualsiasi momento e ovunque, tanto da risultare uno strumento in grado di facilitare il cambio culturale dell’azienda, rendendo più semplice lo scambio di informazioni. L’altro grande filone è quello delle piattaforme cloud infrastrutturali. Che offrono la possibilità di implementare nuove applicazioni.

Un’azienda ha il pieno controllo dei costi se lo fa in casa, ma ciò richiederebbe delle persone dedicate. La tecnologia cloud permette invece di disporre di una soluzione completa senza problemi di ingombro, manutenzione e aggiornamenti. Si pensi alle soluzioni di analisi di dati, attraverso un’applicazione big data il cloud può essere sfruttato per analizzare dati relativi ai propri processi, per ottimizzare un’attività oppure per migliorare una strategia verso i clienti. Lo stesso avviene anche con l’internet delle cose, che permette di raccogliere dati importantissimi per i produttori, perché rende possibile convertire informazioni preziose dal mondo reale in dati digitali e fornisce una maggiore visibilità sul modo in cui gli utenti interagiscono con un prodotto, servizio o applicazione.

Prospettive testimoniate anche dall’accoglienza che il mondo aziendale ha dato a Google Cloud Next di aprile, evento annuale di riferimento organizzato a San Francisco che nell’edizione 2019 ha ospitato oltre 30mila partecipanti. Anche nell’edizione italiana, Google Cloud Summit, sta avendo una crescita esponenziale: “Cinque anni fa”, dice Fregi, “erano un centinaio di persone, poi 300, poi 1600, fino ad arrivare all’edizione 2018 quando i partecipanti sono stati oltre 2mila”. Il prossimo appuntamento con il Google Cloud Summit è in calendario per il 25 giugno al MiCo di Milano. Intanto però il 16 maggio sarà la volta dell’evento Networking in Cloud – Il futuro delle imprese di successo, che Google Cloud ha concepito proprio con Forbes (e la partecipazione di Telepass). L’evento vedrà alternarsi sul palco i responsabili dell’innovazione di alcune grandi aziende italiane che hanno affrontato con successo il percorso fino alla nuvola, tanto da diventare testimonial delle opportunità che la tecnologia può fornire alle aziende.

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