In questi tempi in cui avere un’occupazione che assicuri una certa stabilità economica e soddisfazione personale è quasi una chimera, coltivare il desiderio di trovare il lavoro dei sogni sembra l’unica cura per non perdere la speranza di un futuro più gratificante. Chissà dunque come si saranno sentite tutte quelle persone che hanno risposto all’annuncio pubblicato sul profilo aziendale LinkedIn di Google che invitava a candidarsi per il ruolo di ceo.
Lavorare per Google col ruolo di ceo: il post fake che ha messo in subbuglio LinkedIn
Google è in testa alla classifica dei migliori posti di lavoro al mondo stilata da Forbes. E ora Google starebbe cercando un sostituto a Sundar Pichai, l’attuale ceo, e lo starebbe facendo attraverso la piattaforma di networking professionale più accreditata del web: LinkedIn. Un fatto talmente eccezionale da non sembrare vero, ed in effetti, per il dispiacere di chi in quell’occasione ha creduto, vero non è.
Tutto lasciava pensare fosse un “normale” post con offerta di lavoro, ma in realtà il post era stato pubblicato da Michel Rijnders, un reclutatore online olandese, che, in seguito, ha ammesso di aver rilevato un bug nella sicurezza della piattaforma e di volerlo testare, bug che gli avrebbe consentito di pubblicare un post di lavoro dall’aspetto credibile sulla pagina ufficiale di qualsiasi azienda presente su LinkedIn.
LOL. Never thought of the fact that the LinkedIn loophole would also make my jobpost for CEO of Google appear on Google Jobs. https://t.co/q5j8c2Elte
— Michel Rijnders (@rijnders) 25 luglio 2019
Anche se LinkedIn di solito addebita un importo per la pubblicazione di un annuncio di lavoro e la persona che pubblica ha bisogno di un account premium, Rijnders afferma di essere stato in grado di pubblicare ogni offerta di lavoro – incluso un posto di lavoro come nuovo CEO per LinkedIn – a costo zero.
LinkedIn, allertata da alcuni utenti per la particolarità della posizione offerta, ha immediatamente provveduto a cancellare i post fake e risolto il problema.
In all seriousness, @Google you might want to take this down
— Parthi Loganathan (@parthi_logan) 25 luglio 2019
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