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Compro oro. Come fare? A breve con una piattaforma fintech italiana

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(Shutterstock)

Mai i tempi di uno sbarco in Borsa furono così felici. Confinvest, quotata all’Aim ad inizio agosto a 1,49 euro per azione è salita alla chiusura del 12 agosto a 1,99 euro con un balzo nella seduta del 6,7% (oltre il 30% dall’Ipo). Mica male, visti i tempi attuali. Un risultato che si spiega con l’ appeal crescente dell’oro, che da 36 anni rappresenta l’attività primaria (anzi l’unica) della società milanese, trader italiana del mercato dell’oro fisico, sia in monete che in lingotti, un settore solido, seppur di nicchia. Ma non solo.  Oggi  la “vieille dame”che nell’epoca dei derivati campava collocando e sterline o i marenghi che le nonne regalano ai nipotini, si è trasformata all’improvviso in una Pmi innovativa, capace di metter a frutto le opportunità offerte dalla direttiva europea  Psd2. Buona parte dei quattrini raccolti con l’Ipo (3 milioni di euro in tutto) è stata impiegata per lo sviluppo di una piattaforma fintech che si propone di rendere l’oro una forma di risparmio accessibile a tutti. Quando a fine 2019 la piattaforma, denominata Conto Lingotto, sarà pronta, il pubblico potrà operare direttamente su monete e lingotti a partire dal proprio conto corrente grazie all’accordo  con le banche, a caccia di nuove proposte per la clientela a fronte della caduta dei rendimenti. Il “mercato di nicchia” perciò, potrebbe avere un potenziale davvero rilevante, conquistando una quota dei depositi liquidi degli italiani: pari a 1.300 miliardi di euro, grazie al vecchio oro, la forma di investimento più antica (per giunta esente da Iva) riproposto in versione fintech.  La formula che ha avuto successo: l ’Ipo ha riscosso molto interesse soprattutto tra gli investitori esteri. “Conto Lingotto sarà un servizio unico in Europa, dove non esiste una società quotata con il business model focalizzato nell’oro fisico: per questo, secondo me, l’80% dei capitali dell’Ipo è arrivata dall’estero” spiega Giacomo Andreoli, consigliere delegato della società.

C’è da chiedersi, però, fino a quando durerà la febbre dell’oro, la forma di investimento più fortunata del momento, complici la guerra dei dazi e le turbolenze del Bel Paese. Ma, ammonisce Andreoli, sarebbe un errore interpretare la corsa al più classico dei beni rifugio come una semplice voglia di sicurezza destinata a rientrare al primo segnale di pace tra Usa e Cina o ad un accordo nell’Eurozona.

“L’oro è destinato a salire almeno finché non si esaurirà la tendenza al calo dei tassi che non è certo all’orizzonte – sostiene Andreoli, una lunga esperienza di gestore alle spalle. “I fondamentali – spiega – segnalano che l’oro, se guardiamo all’andamento delle masse monetarie, è ancora a forte sconto rispetto ai valori del 2007”. Il bull market, insomma, può essere appena agli inizi, come ammette anche Goldman Sachs, da sempre tiepido su questo mercato, che parla di un possibile rialzo a 1.600 dollari. Numerosi esperti ( tra cui Andreoli)  prevedono una fase di assestamento, dopo l’ascesa fino a 1550-1.600 dollari prima di secondo allungo fino a 1.900 -2.000 dollari, ai livelli toccati nel 2011 in una delle fasi più acute della crisi finanziaria.” A costo di sembrare un visionario – azzarda Andreoli – non mi stupirei se fossimo entrati in una fase caratterizzata da un lungo rialzo, destinato a durare anni”. Cioè? “Tra cinque anni l’oro potrebbe salire fino  a-5-6 mila dollari”.

Anche a non voler considerare certe vette, vale la pena di considerare con attenzione il Conto Lingotto che agevolerà l‘accesso del grande pubblico al mercato dell’oro da investimento, in piena integrazione con le banche di tutta Italia: “Oggi – conclude Andreoli . l’investitore non sa come acquistare oro fisico, a chi rivolgersi o come custodirlo”. Al contrario “ Conto Lingotto sarà integrato con il conto corrente e permetterà la liquidità immediata sia dell’investimento che del disinvestimento”. Si andrà dai tagli minimi, solo 100 euro fino ai depositi più cospicui. Ad un costo minimo, senz altro più contenuto di quello che alcune banche svizzere stanno praticando dopo aver applicato tassi negativi sui conti correnti. Un altro propellente per l’oro.

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