Patrick John Collison Stripe
Innovation

Stripe scalza Airbnb e WeWork e diventa l’Unicorno più grande degli Usa

Startup fintech: i fratelli Collison, fondatori di Stripe
I fratelli Collison hanno fondato Stripe nel 2010. (Courtesy Stripe)

Per una startup che soffre, ce n’è un’altra che vola. Se in queste ore la valutazione del colosso del co-working WeWork – la cui quotazione era prevista per prossima settimana, ma che in seguito ai dubbi degli investitori sulla sostenibilità del suo business è stata rimandata – si è dimezzata a 20 miliardi di dollari (dai precedenti 40), la fintech Stripe, fondata dai fratelli Patrick e John Collison, raggiunge un valore (pre-money) di 35 miliardi di dollari (dai precedenti 20), diventando il più grande unicorno statunitense superando anche Airbnb – che potrebbe sbarcare in Borsa entro il 2020 – ora vale 31 miliardi di dollari.

Dietro anche SpaceX, l’azienda spaziale creata da Elon Musk, che oggi vale circa 33 miliardi di dollari, e Palantir Technologies, la cui valutazione potrebbe essere crollata dai precedenti 40 miliardi a una più modesta forchetta di 20/10 miliardi di dollari. Alle spalle anche Juul, startup delle sigarette elettroniche, che potrebbe scivolare dai 38 miliardi attuali in seguito ai problemi di salute che stanno riscontrando gli utilizzatori negli Stati Uniti.

La valorizzazione di Stripe è frutto dell’ultimo round di finanziamento da 250 milioni di dollari, proveniente tra gli altri, da General Catalyst, Sequoia e Andreessen Horowitz. Il nuovo round arriva sulla scia dell’elevato ritmo di sviluppo dei prodotti e del forte slancio commerciale degli ultimi tempi

La piattaforma di Stripe oggi elabora centinaia di miliardi di dollari all’anno per milioni di clienti, tra cui Wayfair, Airbnb, GitHub e The RealReal. Questi nuovi utenti si aggiungono alle corporate di lunga data già clienti da tempo come Amazon, Uber, Shopify e Salesforce

Il funding round vuole accelerare l’espansione globale, lo sviluppo dei prodotti e le capacità aziendali. Tra gli obiettivi c’è l’ampliamento della presenza globale: Stripe oggi è disponibile per le aziende di 34 Paesi, compresa l’Italia, con l’obiettivo di raggiungere quota 40 nei prossimi mesi. Anche prodotti come Billing e Terminal stanno venendo attivati in sempre più Paesi. Stripe impiega oltre 2.000 dipendenti in 14 uffici nel mondo, tra cui un hub di progettazione e prodotto “in remoto” focalizzato sull’adattamento delle diverse soluzioni ai mercati locali.

Inoltre, Stripe ha sviluppato un’infrastruttura programmabile per il trasferimento di denaro a livello globale, la Global Payments and Treasury Network (GPTN) e una crescente gamma di prodotti e servizi oltre a quella base che è ora disponibile in 34 paesi. Stripe aspira a essere la società di infrastrutture con il più rapido tasso di aggiornamento al mondo, costantemente impegnata nella revisione e nel consolidamento della propria affidabilità e sicurezza.

La scorsa settimana, la startup ha annunciato diversi nuovi prodotti, tra cui Stripe Capital, per consentire alle aziende un accesso semplificato ai fondi; la Stripe Corporate Card, per gestire le spese aziendali; pagamenti istantanei su tutti i conti Stripe statunitensi e altro ancora.

“Anche adesso, nel 2019, meno dell’8% del commercio avviene online,” ha dichiarato John Collison, che è anche presidente della società e a cui Forbes stima un patrimonio netto di 2,1 miliardi di dollari. “In questo momento stiamo investendo per costruire l’infrastruttura che alimenterà l’e-commerce nel 2030 e oltre. Se lo facciamo nel modo giusto, possiamo aiutare Internet a realizzare il suo potenziale come motore per il progresso economico globale”.

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