I tre fondatori di Dynamitick
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Incontriamo i fondatori di Dynamitick, tre italiani che riempiono gli stadi

I tre fondatori di Dynamitick
I tre fondatori di Dynamitick (Courtesy: Dynamitick)

Articolo tratto dal numero di settembre di Forbes

Che Dynamitick fosse una startup promettente lo si era capito già dalla sua nascita. Fondata nel 2016 da Federico Quarato, Marco Alò e Massimo Dell’Erba, tre giovani tifosi del Milan, appassionati di calcio, all’epoca under 30, la società italiana specializzata in soluzioni di dynamic pricing, sviluppate grazie ad una tecnologia proprietaria di intelligenza artificiale, si è fatta subito notare, essendo stata scelta tra oltre 350 candidati, dal Luiss Enlabs Acceleration, il programma di accelerazione nato dalla collaborazione dell’Università Luiss con LVenture Group. A maggio dello stesso anno, è arrivato, il primo cliente, Multisala Plinius di Milano. Nel corso dei primi anni di attività ha lavorato – o collabora tutt’ora – anche con il club di calcio Virtus Entella, la squadra di basket Fiat Auxilium Torino, l’Acquario di Genova, Aquafan, Zoomarine e Lastminute.com.

L’idea prende forma da una semplice intuizione. “Eravamo allo stadio per Milan-Napoli”, ricorda Federico, che è anche ceo dell’azienda. “Nonostante fosse un big match rimasero oltre 25mila seggiolini vuoti. Lì abbiamo riflettuto per la prima volta sulla soluzione che avevano trovato le compagnie aeree già negli anni ‘80 ponendo fine al problema dei biglietti invenduti. Avevamo 25 anni e non avevamo mai pensato di fare impresa”. Da quel giorno Marco inizia a studiare modelli matematici complessi per la discriminazione del prezzo nel ticketing con Massimo, che aveva studiato intelligenza artificiale a Tokyo. “Nel gennaio del 2016 ci siamo buttati, lasciando il lavoro per fondare Dynamitick”. Secondo il Centro Studi di Dynamitick, ogni anno il settore dell’intrattenimento in Italia registra una perdita in termini di ricavi mancati di più di un miliardo di euro e molto spesso a generare queste perdite sono gli errori nelle strategie di pricing. E qui entra in gioco la startup che analizza i dati storici e tutte le variabili che impattano sulla domanda di un determinato bene o servizio per creare algoritmi capaci di stimare la domanda e suggerire il prezzo ottimale per massimizzare gli obiettivi commerciali. Gli algoritmi di machine learning si adattano al comportamento dei consumatori e migliorano le proprie prestazioni nel tempo. Un business che ha incuriosito perfino il Manchester City che ha scelto Dynamitick tra le cinque startup (unica italiana) selezionate a partecipare a un programma di accelerazione nel quartier generale della City Football Group, nella città inglese. Un’iniziativa nata dal desiderio del club di scoprire realtà innovative capaci di reinventare lo stadio del futuro, che vedrà le startup partecipanti sviluppare, con la propria tecnologia, un progetto pilota per il club vincitore della Premier League.

“Il Manchester City ci ha chiesto di integrare i nostri algoritmi con la loro piattaforma proprietaria di ticketing per un progetto pilota che inizierà con la prossima stagione sportiva”, dice Federico. “Il club potrà visualizzare i nostri suggerimenti di pricing per ogni biglietto che metterà in vendita e avràla facoltà di testare il nostro dynamic pricing per i match che riterranno opportuni”.

Gli inizi, però, non sono stati facili. Le società di ticketing guardavano alla startup come un potenziale elemento di disturbo, anziché un partner strategico. “Quando lo racconto ai miei competitor americani ed europei, sorridono”. Dopo il primo round di investimento da 493 mila euro, le cose non sono migliorate. “Credevo che la formula magica fosse assumere persone e vedere i numeri crescere in maniera esponenziale. E invece abbiamo sbattuto contro il muro dei nostri errori. Ma con determinazione e grazie al lavoro di tutti i giorni, ad un certo punto siamo riusciti a girare la chiave, mettendo in moto un processo di crescita più lento, ma costante e strutturato”.

Dalla fondazione il fatturato della società è incrementato in modo proporzionale, passando infatti da poche migliaia di euro nel primo anno di attività a 300mila nell’esercizio appena concluso, triplicando le performance rispetto al 2017. Il 2019 vedrà crescere ulteriormente il giro d’affari dei prodotti prezzati dalla startup che nell’anno in corso si attesterà a circa 70 milioni di euro, di cui il 60% nel mercato dell’entertainment e il restante 40% nel turismo. “Non escludiamo di completare un nuovo round di investimenti da 1-1,5 milioni di euro, per guardare all’estero e ad altri mercati. Stiamo studiando algoritmi per nuovi settori applicazione, come i supermercati, dove potremmo essere utile a ridurre gli sprechi di prodotti deperibili. Vedremo nei prossimi mesi quali strade ci porteranno alla diversificazione del nostro business”.


Il mercato d’oro di stadi e tv

Piove denaro per le squadre di calcio più importanti del mondo perché continuano ad attirare un numero incredibile di tifosi negli stadi – la più ricca per incassi dalle partite è il Barcellona (vedi box in basso) – e di fronte alla tv, in particolare per la Champions League. Il giro d’affari aumenta anche nell’ambito dei diritti dei media. Così come i diritti di denominazione degli stadi potrebbero rappresentare la prossima importante fonte di entrate per il calcio. Secondo un recente studio di Duff e Phelps, sei squadre della Premier League inglese – Bournemouth, Arsenal, Brighton e Hove Albion, Huddersfield Town, Leicester City e Manchester City – hanno firmato un contratto per i diritti di denominazione dello stadio la scorsa stagione per un valore complessivo di 57 milioni di dollari. Duff & Phelps ritiene che i rimanenti 14 team della Premier League lasceranno un totale di 127 milioni l’anno sul tavolo, con il Manchester United in cima alla lista a $ 35 milioni.

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