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Nell’era della comunicazione disintermediata il futuro è dei comunicatori, parola di Gianlunca Comin

Gianluca Comin (Courtesy Comin & Partners)

Dai post di uomini politici su Facebook alle prese di posizione di imprenditori e manager via Twitter, il mondo della comunicazione appare definitivamente entrato nell’era dei selfie, ossia della disintermediazione. Con un ruolo, quello dei comunicatori, sempre più messo in discussione e per alcuni destinato a veder erodere il proprio compito tradizionale.
Esce in questi giorni invece un volume che vede le cose da tutt’altra prospettiva e dal quale ricavare conoscenze e competenze che possano favorire la gestione della comunicazione in maniera strategica.
A firmarlo è uno dei decani della comunicazione italiana, Gianluca Comin, per dodici anni alla guida della direzione Relazione Esterne del gruppo Enel e in precedenza in Telecom Italia e Montedison, prima di fondare nel 2014 Comin & Partners, società di consulenza strategica di comunicazione e lobbying.

“Comunicazione integrata e reputation management”, questo il titolo del libro edito da Luiss University Press, raccoglie una serie di testimonianze ed esperienze aziendali di professionisti del settore, ma è Comin a spiegarci perché la prospettiva può essere diversa: “Oggi un comunicatore si trova di fronte a tre elementi”, spiega Comin a Forbes.it: “Un contesto sfidante dove emergono tematiche quali quelle ambientali, della crisi economica e della digitalizzazione; un cambiamento nell’attenzione delle persone, che hanno autonomia di comunicazione, si sentono protagonisti; le tecnologie che consentono alle aziende di parlare alle persone conoscendo profondamente i loro gusti e le loro opinioni”.
Tutti elementi che farebbero presumere un ruolo sempre più difficile per un comunicatore. E invece secondo Comin proprio da qui nasce la forza che porterà questa figura ad avere un posto sempre più importante. “La comunicazione diventerà sempre più centrale per le strategie di business delle aziende e anche per le persone. Pensiamo ai manager e a quanto hanno bisogno di un loro personal branding. Pensiamo alla potenza dei social network e all’esigenza di parlare a stakeholder complessi, che richiederà sempre più che i manager investano sul loro posizionamento. Un’altra sfida importante è la gestione delel crisi, che oggi accelerano a velocità enorme, sia per le tecnologie, sia per il fatto che ogni cittadino si sente protagonista”.

Diventa così importante rispondere alle evoluzioni della società, dei consumatori e delle imprese attraverso l’utilizzo di nuove strategie e strumenti di comunicazione. Quali? “Non vi è un’unica tecnologia. Perché parliamo a una società complessa, dove c’è chi legge i giornali cartacei, chi guarda la tv, chi per informarsi e comunicare usa lo smartphone, ciò significa che per la nostra professione dobbiamo saper usare tutti gli strumenti a nostra disposizione. Perché alla fine – conclude Comin – il target non cambia: era e resta la persona””.

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