Leader

Un trentenne in cabina di comando di una società da 35 milioni di euro

Articolo apparso sul numero di settembre 2020 di Forbes. Abbonati

Il percorso professionale dell’altoatesino Stefan Lochmann è una di quelle storie di ascesa manageriali che uniscono un pizzico di fortuna, un po’ di rischio e tanta bravura. Che sono poi gli elementi alla base di ogni impresa. Fortuna perché Stefan, classe 1990 e laureato in economia aziendale a Trieste dopo un semestre passato a studiare negli Stati Uniti, si è trovato fin da piccolo a fare i conti con l’azienda di famiglia, la Lochmann Cabine, fondata dal padre Gerhard nel 1983 dopo che il nonno Ernst aveva cominciato a costruire macchine agricole nel secondo dopoguerra, già nel 1949. Oggi l’azienda è specializzata nella produzione di cabine per macchine agricole, movimento terra, comunali e battipista, cabine completamente allestite, semi cabine e posti guida; la sua quota nell’export è di oltre l’80% dal momento che lavora come fornitore per grandi player industriali in tutta Europa. Insomma, un bel punto di partenza per chi, fin da bambino, sapeva esattamente cosa fare da grande: “Ho studiato fin da piccolo per poter fare questo, che era quello che volevo”.

Il rischio, invece, l’ha preso il padre Gerhard che nel 2013 ha affidato la guida della società a Stefan, poco più che 22enne, con praticamente nessuna esperienza sul campo. “Ho avuto il grande vantaggio che mio padre mi ha dato il 100% della sua fiducia e mi ha lasciato fare quello che volevo. Tutti quelli che lavoravano per noi lo sapevano e quindi rispettavano le mie scelte”.

Un rispetto che, col tempo, si è guadagnato grazie anche alla sua bravura. Perché il giovane manager ha saputo spingere sull’innovazione, mettendoci del suo e arricchendo l’azienda, ma cercando anche compromessi, in favore di una crescita sostenibile. “Le persone da fuori mi vedevano molto giovane: sotto certi aspetti dovevo crescere in fretta”, ricorda. “Ho cercato fin da subito di collaborare al meglio con le figure storiche e più anziane dell’azienda, che oggi sono ancora qui al mio fianco”. Non c’è da stupirsi: Stefan ha conquistato la fiducia di tutti riuscendo a triplicare il fatturato negli ultimi sette anni, arrivando a raggiungere i quasi 35 milioni di euro annui grazie al lavoro degli oltre 200 dipendenti e anche alle recenti acquisizioni. Nel 2017 infatti è stata comprata l’azienda tedesca Kml GmbH, specializzata nella produzione di cabine speciali per piattaforme offshore, cabine per macchine da miniera, gru di porto e navali e che all’epoca si trovava in stato di insolvenza. Una decisione strategica con l’obiettivo di espandere il mercato internazionale ed entrare in nuovi settori poco esplorati. Anche se il pallino resta l’innovazione, il vero fulcro su cui si concentrerà l’attività di Stefan per i prossimi anni: “Mi interessa essere leader a livello tecnologico. Soprattutto per quanto riguarda il posto di guida, che deve essere prima di tutto sicuro. E poi chi sta dentro deve essere connesso con la macchina che sta guidando: il focus è sulla persona e sulla sua interazione con l’elettronica”.

E a chi gli chiede se in futuro verrà presa in considerazione l’ipotesi di una quotazione in Borsa, risponde così: “Quello che vedo in giro per il mondo è che per una Pmi sotto i 500 dipendenti è fondamentale la continuità aziendale. L’impresa famigliare è un fattore di successo”.

Stefan, che è fidanzato con una ragazza austriaca e quando può va a sciare con gli amici, ha alcuni consigli preziosi per chi come lui si troverà a gestire una azienda in giovanissima età: “Direi di fare un passo alla volta e di non avere troppa fretta. Di perseguire una crescita sostenibile e duratura. E soprattutto definire una solida strategia insieme alle persone, puntare sull’innovazione, curando il buon funzionamento di ogni processo interno e tutti gli aspetti della produzione”.

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