“Un vero visionario che ha trasformato Samsung da azienda locale in player innovatore e potenza industriale mondiale”. Così l’azienda coreana ha annunciato la morte del suo presidente: Lee Kun-hee. Aveva 78 anni ed era ricoverato da tempo presso l’ospedale di Seul (dove è morto) dopo un attacco di cuore nel 2014.
Oltre ad essere l’imprenditore che ha lanciato definitivamente Samsung nell’olimpo dei colossi tecnologici e mondiali, Lee Kun-hee era l’uomo più ricco della Corea (includendo anche la fortuna di sua moglie, Hong Ra-hee, figlia di un magnate dei media che ha presieduto uno dei più grandi giornali del paese).
Lee Kun-hee: chi è e la sua presidenza in Samsung
Terzo dei tre fratelli, Lee Kun-hee divenne presidente di Samsung a partire dal 1987, quando suo padre, Lee Byung-chull (fondatore di Samsung) lo scelse come suo successore. Tra l’altro, durante la guida di Lee Byung-chull, l’azienda coreana era già diventata il primo gruppo industriale sudcoreano, con attività che spaziavano dall’elettronica di consumo all’edilizia e all’industria pesante.
Al timone di Samsung da oltre tre decenni, Lee Kun-hee è riuscito a trasformare Samsung nel principale produttore di smartphone, smart TV e chip di memoria, fino al punto che, a partire dallo scorso anno, i ricavi del gruppo Samsung erano equivalenti al 20% dell’economia della Corea del Sud. Inoltre, ha portato il marchio coreano al top delle principali classifiche mondiali. Per fare un esempio, Samsung Electronics è tra i primi cinque classificati tra i migliori marchi globali di Interbrand 2020.
Oltre il suo impegno nella scalata di Samsung, Lee Kun-hee ha avuto un ruolo molto importante per il suo paese: la Corea del Sud. Dopo la dittatura, infatti, il paese asiatico è riuscito a prendersi un ruolo di rilievo anche nel mondo dello sport. E lo dimostrano le Olimpiadi nel 1988 a Seul, i mondiali di calcio del 2002 co-ospitati con il Giappone e i Giochi invernali di Pyeongchang del 2018, per i quali proprio Lee Kun-hee ha avuto un ruolo decisivo, visto che era membro del Comitato Olimpico Internazionale.
La sua frase più celebre, l’eredità e il futuro di Samsung
Famoso per la frase “Cambiate tutto, tranne mogli e figli”, pronunciata nel 1993 durante un evento aziendale a Francoforte quando annunciò le riforme gestionali, l’ormai ex presidente di Samsung ha sempre avuto le idee chiare: battere nuove strade per reinventare l’azienda e stupire il mondo per la tecnologia avanzata offerta. Obiettivi che sembravano impossibili, ma che a poco a poco si realizzarono.
Partita come azienda che produceva televisori a basso costo, Samsung iniziò a poco a poco la sua scalata e in poco a tempo, precisamente nel 2006 superò Sony diventando il leader nel mercato globale dei televisori. Cinque anni dopo, quindi nel 2011, riuscì anche a scavalcare il più grande produttore di smartphone del momento: Apple.
Soprannominato il “re emerita”, Lee Kun-hee – come anche suo figlio, Jay Y. Lee (presidente di Samsung) – ha dovuto fare più volte i conti con scandali finanziari e di corruzione, fino ad arrivare a due condanne per reati di vario tipo (anche se è stato graziato entrambe le volte dal presidente del paese in carica).
Infine, come evidenzia anche Forbes.com, la sua morte solleverà questioni ereditarie. Lee Kun-hee, infatti, era il più grande azionista individuale di Samsung Electronics (ciò costituisce la maggior parte della sua ricchezza) e, tradizionalmente, le azioni detenute dalle persone più ricche della Corea del Sud sono ereditate dai membri della famiglia dopo la morte. E l’imposta di successione del paese è di circa il 60%.
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