La notorietà non è mai stata d’interesse per Zhong Shanshan. Non sono parole, ma fatti, visto che di lui non si conosce molto e le informazioni vanno recuperate qua e là tra articoli vari e qualche rarissima intervista a siti o quotidiani cinesi, spesso pure vecchia di qualche anno. Sarebbe curioso quindi conoscere il suo pensiero quando il suo nome a settembre 2020 è improvvisamente deflagrato nel panorama informativo internazionale per essere il secondo uomo più ricco della Cina. Per capirsi, con un patrimonio, almeno per qualche giorno, superiore persino a quello di Jack Ma, signore incontrastato dell’e-commerce cinese.
Secondo Bloomberg infatti Zhong è arrivato a sfiorare i 59 miliardi di dollari, con Ma fermo poco sotto i 57. Le stime più recenti di Forbes, invece, parlano di circa 54 miliardi di dollari di patrimonio per Zhong. Numeri a parte è interessante provare a ripercorrere la vicenda di un uomo in grado di costruire un impero economico basato sull’acqua minerale in bottiglia, un business non particolarmente innovativo, ma evidentemente in grado di creare una gigantesca ricchezza personale in un mercato sterminato come quello cinese. La Nongfu Spring, secondo vari report, controlla circa un quarto del mercato cinese dell’acqua in bottiglia e con i numeri del gigante asiatico anche una quota di questo tipo è sufficiente per fare la differenza. Differenza è una parola che torna nella vita di Zhong Shanshan, nato nel 1954 nella città della Cina sud-orientale di Hangzhou da una famiglia benestante, con i genitori che però finiscono vittime delle purghe e delle repressioni causate dalla Rivoluzione Culturale di Mao. Conseguenza più immediata per Zhong è quella di essere costretto ad abbandonare gli studi mentre frequentava la quinta elementare. Da quel momento e per circa una decina d’anni il ragazzino si ingegna con vari lavoretti, tra cui apprendista presso muratori e falegnami, spostandosi anche in diverse città della Cina.
L’assunzione di un ruolo importante nella politica cinese post morte di Mao Zedong da parte di Deng Xiaoping permette a Zhong e alla sua famiglia di tornare a guardare al futuro con più serenità: la famiglia Shanshan infatti è tra quelle riabilitate dalla nuova classe dirigente del paese che cerca di mettere da parte la Rivoluzione maoista alla ricerca di un percorso politico diverso. In questo modo Zhong è in grado di poter tentare gli esami statali di ammissione all’università che però vengono falliti dal giovane per ben due volte, prima di riuscire ad entrare nel 1977 alla Zhejiang Radio and Television University con studi approfonditi sulla lingua cinese. L’economia e le storie di imprenditori entrano nella vita di Zhong quando, ottenuta la laurea, diventa redattore economico per il quotidiano cinese statale Zhejiang Daily. La sua carriera nel mondo dell’informazione dura cinque anni, durante i quali si occupa di tematiche economiche, intervistando molti uomini d’affari. Nel 1988 la scelta di lasciare il giornalismo per mettersi in proprio, cercando di emulare quegli imprenditori conosciuti per i suoi articoli. L’impatto con il mondo degli affari non è però dei più semplici. Come molti imprenditori l’entusiasmo degli inizi porta Zhong ad avviare numerose attività, tra cui un quotidiano e una legata alla vendita di funghi, ma tutti questi tentativi falliscono miseramente, mentre il ruolo di agente di vendita per la società cinese di bevande Wahaha non lo appassiona come dovrebbe, anche se gli tornerà utile in seguito.
Il primo business che davvero inizia a far decollare Zhong è quello legato a integratori in pillole ricavati da parti delle tartarughe, in particolare i gusci. A metà degli anni ’90 il prodotto inizia a piacere in Cina, tanto che Zhong arriva a guadagnare il primo milione della sua vita. Lupo solitario da sempre, mai incline a iscriversi a circoli di altri imprenditori o ad organi ufficialmente collegati agli apparati politici cinesi (“Non mi piace fare amicizia con uomini d’affari. Nel mondo degli affari, voglio che ci siano solo affari” spiega l’imprenditore in una rarissima intervista al China Daily), Zhong continua a guardarsi intorno mentre porta avanti i suoi affari con gli integratori. L’illuminazione per avviare l’attività legata all’acqua arriva nel 1996 quando Zhong scopre un bacino idrico vicino alla sua città natale nella provincia di Zhejiang. Unendo le sue precedenti esperienze da venditore di bevande e imprenditore nel settore del benessere e della salute le prime acque vendute da Nongfu Spring si rivolgono proprio verso questi settori. Già nel 1999 però le cose cambiano: come riporta il China Daily, in una conferenza stampa che avrebbe dovuto svelare una fabbrica dell’azienda Zhong annuncia inaspettatamente che Nongfu Spring avrebbe cessato le vendite della sua acqua purificata e si sarebbe concentrata solo sulla produzione di acqua minerale. All’inizio l’idea suscita come minimo perplessità, anche sulla stampa, ma Zhong da ex giornalista non se ne cura: “So esattamente cosa succede in prima pagina. E comunque l’improvviso cambiamento di strategia ci ha anche danneggiato, poiché il giorno prima dell’annuncio stavamo ancora producendo acqua purificata”.
I numeri, nel tempo, hanno dato ragione a lui. Nel 2016 le vendite raggiungono qualcosa come 15 miliardi di bottiglie d’acqua, in un business che si diversifica sempre di più sia come varietà di prodotti che come fasce di prezzo, per andare a intercettare ogni tipo di clientela. I dati del 2019, riporta il quotidiano spagnolo El País, dicono ricavi per 3 miliardi di euro 629 milioni di utile netto. Il Covid inevitabilmente ha intaccato questi numeri, la recente quotazione in borsa ha però fatto schizzare di nuovo verso l’alto qualunque cifra relativa a Zhong e alla sua acqua. Spesso si dice che l’acqua sia il bene più prezioso che ci sia. Zhong Shanshan vi direbbe che per lui è sicuramente così.
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