Articolo tratto dal numero di dicembre 2020 di Forbes Italia. Abbonati.
Suo padre è stato un pilota automobilistico. Insieme gestivano un team di go kart nella nativa Sassari e un autosalone di proprietà. Questo quando lui, poco più che bambino, non era in moto a sfidare Valentino Rossi o Roberto Locatelli. Questione di geni e passione, quelli che fanno della velocità e dei mezzi che la traducono in competizione un fuoco inestinguibile. Non è un caso che ancora oggi, alla velocità, Fabio Sotgiu dedichi la sua vita professionale. Solo che è di curve e accelerazioni su piste digitali che si occupa adesso: fondata con Massimo Cubeddu, dal 2016 la sua Cube Controls realizza volanti ad alte prestazioni per simulatori di guida, come il best seller F1 CC, quelli che in tempi di pandemia anche il grande pubblico si è abituato a vedere fra le mani di Charles Leclerc, Lando Norris o degli altri professionisti che pur di non estinguere il fuoco delle corse si sono trasformati in sim racer, piloti virtuali.
“Il sim racing si sta fondendo indissolubilmente con il motorsport tradizionale”, conferma Sotgiu, “sempre più driver virtuali gireranno su macchine da corsa vere e viceversa piloti reali si alleneranno sui simulatori”. Se non bastassero clienti come Juan Pablo Montoya, Norris, il calciatore uruguaiano Diego Laxalt, o tutto il team junior Williams F1 a confermare quanto i volanti di Club Controls segnino la convergenza fra automobilismo ‘convenzionale’ e sua declinazione elettronica, sarebbero le cifre a fare del vaticinio di Sotgiu una sentenza: a livello globale, le vendite di volanti per il sim racing sono passate da 3,5 milioni di pezzi nel 2015 ai 7,2 milioni di quest’anno, con ricavi complessivi aumentati da 1,2 a 2,4 miliardi di dollari. In Italia, i 98mila pezzi venduti nel 2015 cresceranno fino a 197mila entro la fine di quest’anno, con un giro d’affari raddoppiato nello stesso periodo fino a 57 milioni di euro. “Cube Controls chiuderà il 2020 con un fatturato di circa 3 milioni e con 3mila pezzi venduti in 60 Paesi diversi”, dice Sotgiu.
Sebbene il lockdown e il blocco dei campionati reali abbiano contribuito alla esplosione del settore – nel solo periodo marzo/agosto il laboratorio hi-tech di Sassari ha registrato un incremento delle vendite del 400% anno su anno – secondo Sotgiu l’evoluzione di un nuovo mercato è solo cominciata. “Grandi aziende come Mercedes, Honda o Dallara utilizzano i simulatori per allenare i propri piloti e sviluppare i modelli digitali delle auto da gara. Sono convinto che la passione per il sim racing aumenterà considerevolmente negli anni a venire. D’altronde racing game e simulazioni sono gli unici e-sport che si interpretano con gli stessi movimenti della controparte reale. Questo consente di avvinarsi ai motorsport provandone le medesime sensazioni, ma a costi decisamente ridotti. Per questo l’anno prossimo prevediamo di raddoppiare il fatturato e di aumentare la nostra forza lavoro, a oggi costituita da 12 artigiani”.
Che la passione per i sorpassi digitali non sia passeggera è confermato non solo dalle scuderie, che sempre più numerose lanciano tornei brandizzati – Ferrari in testa –, ma addirittura dalla Fia: la Fédération Internationale de l’Automobile da tre anni certifica i Gran Turismo Championships disputati su Gt Sport, altro molosso noto a chiunque bazzichi le piste della Playstation, e c’è chi giura, come Stephane Fillastre, responsabile brand, licensing & retail della Federazione, che il futuro delle corse non possa prescindere dall’e-sport e dai pixel. Gli esperti gli danno ragione: è previsto che il mercato delle corse elettroniche cresca ancora del 20% nel prossimo quinquennio.
“I cosiddetti nativi digitali sono portati a sviluppare una propensione per questo tipo di giochi”, conclude Sotgiu, “che alimenta un mercato nuovo e più vasto di quello tipico dei motorsport, ma a un tempo utile anche al movimento tradizionale. Un mercato da approcciare con prodotti innovativi. Cube Controls ha l’ambizione di crearli”.
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