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La Russia rallenta Twitter. E minaccia il blocco totale

Questo articolo di Jemima McEvoy è apparso su Forbes.com.

Mercoledì le autorità russe hanno annunciato di volere rallentare Twitter e di considerare il blocco totale della piattaforma, per via della mancata rimozione di contenuti “illegali”. La decisione è parte di una generale stretta sui social media, che hanno avuto un ruolo cruciale nell’organizzazione delle proteste avvenute di recente nel Paese. Uno sviluppo quasi paradossale, dopo che la stessa Russia ha ricevuto critiche dagli Stati Uniti e da altri paesi per avere sfruttato Twitter per attaccarli.

I fatti

  • L’organo russo che controlla le comunicazioni, il cosiddetto Roskomnadzor, ha giustificato la mossa con la mancata rimozione da parte di Twitter di contenuti che incoraggiavano i minori a suicidarsi, oltre che di pedopornografia e di post sull’uso di droga.
  • L’agenzia ha affermato di avere chiesto a Twitter più di 28mila volte, dal 2017 a oggi, di rimuovere link e post. Ha avvertito inoltre che la piattaforma – che ha etichettato come meno collaborativa rispetto ad altri social media – potrebbe essere completamente bloccata, qualora non assumesse una “posizione più costruttiva”.
  • “Se Twitter continuerà a ignorare i requisiti di legge, le misure in esecuzione continueranno”, ha detto mercoledì l’autorità di Mosca.
  • Secondo il Roskomnadzor, il rallentamento avrà un impatto sui video e sulle fotografie, ma non sui testi dei messaggi. Sarà applicato al 100% dei dispositivi mobile e al 50% degli altri.

La citazione

Durante un intervento televisivo di mercoledì 10 marzo, Vadim Subbotin, il vice-capo del Roskomnadzor, ha accusato Twitter di essere l’unica piattaforma di social media che ha “apertamente ignorato le richieste delle autorità russe di rimuovere i contenuti incriminati”

Twitter non ha risposto subito alla richiesta di un commento.

Il contesto

Il governo russo ha intensificato la pressione sulle piattaforme social statunitensi dopo lo scoppio di disordini pubblici seguito all’avvelenamento e all’arresto di Aleksej Navalny, oppositore del Cremlino. All’inizio di gennaio, la Russia ha introdotto nuove multe per i siti web che non bloccano contenuti “illegali”. Una definizione che, secondo la legge russa, si applica a quei messaggi che istigano i giovani a partecipare a proteste non autorizzate, diffondono false informazioni sulla violenza della polizia durante le manifestazioni e ingigantiscono il numero di persone presenti a una protesta. Twitter è una delle cinque piattaforme accusate di non avere rimosso post che esortavano i minori di 18 anni a prendere parte a proteste illegali.

Un fatto sorprendente

Sebbene li abbia pubblicamente criticati e abbia imposto loro restrizioni, la Russia continua a utilizzare in segreto i social media statunitensi – incluso Twitter – per diffondere disinformazione dannosa. L’azienda russa Internet research agency ha utilizzato Facebook, YouTube, Twitter e Instagram per sovvertire l’esito delle elezioni presidenziali statunitensi del 2016. Più di recente, gli stessi canali sono stati sfruttati per diffondere pericolose notizie false sul vaccino anti-Covid.

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