Articolo apparso sul numero di aprile 2021 di Forbes Italia. Abbonati!
“Il mio piatto del cuore? La carbonara. Peccato che ormai il tempo per cucinare sia poco”. Chiara Rota adesso è impegnata a creare le MyCookingBox, le scatole con tutti gli ingredienti necessari per preparare in casa le più famose ricette della cucina italiana, dalla fregola sarda alla pappa al pomodoro. E infatti si chiama Ricetta Italiana la sua startup cresciuta bene (in gergo si dice scaleup), che ha attirato investimenti per 3,5 milioni di euro e soci come l’azienda di torte Cameo e la famiglia Ponti. Sì, i signori dei sottaceti.
Quella di Chiara e di Ricetta Italiana è una storia esemplare per diversi motivi: l’ambiente di origine, la dialettica fra fisico e digitale, l’idea di un made in Italy pronto all’uso, la determinazione di una donna moglie e madre. 36 anni, sposata da sette con Alessandro, manager di un gruppo del settore medico, una bimba di quattro, Ludovica, cresciuta insieme con la startup, Chiara è una bergamasca della Val Seriana. “Sono sempre stata abbastanza determinata e mia madre lo sa bene: da bambina quando mi mettevo una cosa in testa, la facevo”.
Nel suo karma c’era l’impresa. “A scuola, sin dalle elementari, ero appassionata di materie scientifiche, la matematica era la mia preferita. Aggiungi il fatto che casa era accanto all’azienda di famiglia, a Torre Boldone. Nella mia quotidianità c’era il nonno che vendeva i suoi macchinari, che riceveva i clienti internazionali, che non conosceva sabati e domeniche. Ricordo ancora le impiegate che battevano le fatture a macchina”. Il percorso sembra segnato: la ragazza brava in matematica studia da perito informatico, diventa ingegnere gestionale, fa esperienza fuori casa, in Italia e negli Stati Uniti, perché ad attenderla c’è la Omr, l’azienda metalmeccanica fondata dal nonno. “Ho cercato di acquisire competenze trasversali, dalla finanza alle operation, dal controllo di gestione alla supply chain perché sapevo che il mio destino sarebbe stato fare l’imprenditrice, gestire un’impresa che fosse quella di famiglia o un’altra, una che ti senti tua e con le condizioni giuste per crescere”, racconta Chiara, primogenita con due fratelli. “Sei pazza? Ma chi te lo fa fare!” le dicono quando nella primavera del 2015 annuncia in casa di voler creare la sua startup. L’idea le è venuta lavorando proprio in Omr. “Mi capitava spesso di andare a pranzo con clienti stranieri che dopo mi chiedevano via mail come poter rifare quel piatto a casa. Io mandavo la ricetta e magari mi rispondevano: che cos’è la melanzana? Allegando foto di verdure che da noi non esistono. Così ho capito che all’estero spesso mancano gli ingredienti per preparare i classici della cucina italiana ma anche la cultura”. Come le confermò indirettamente l’amico americano raccontandole che gli spaghetti aglio, olio e peperoncino non gli venivano mai buoni come quelli mangiati in Italia. Certo, usava l’olio di semi! “Come può riuscire un piatto così?”.
“Un mese dopo essere stata selezionata per SpeedMiUp, l’incubatore della Bocconi, scopro di essere incinta di Ludovica”, racconta Chiara, che è stata la prima finanziatrice della startup con l’amica e socia Francesca Pezzotta (con l’agenzia Mistral hanno la maggioranza assoluta). Ma anche i genitori all’inizio sostengono l’impresa, nonostante la prima reazione. “Non mi hanno mai ostacolato, certo mio padre se l’è legata al dito (mentre lo dice, Chiara ride di gusto, ndr). È stata dura dimostrare che ce la potevo fare, che non era solo un capriccio. Ma io sono stata determinata e loro non mi hanno mai messo i bastoni fra le ruote”.
La missione delle MyCookingBox è chiara: portare nelle case del mondo le più note e amate ricette italiane con tutti gli ingredienti dosati per cucinarli come uno chef, fino alla bustina di sale visto che non in tutti i Paesi è un condimento abituale e conosciuto: così facendo Ricetta Italiana ha già ‘servito’ quasi un milione di piatti. “L’idea iniziale era di andare all’estero, ma abbiamo dovuto cambiarla perché i buyer internazionali chiedevano la validazione del mercato italiano. Abbiamo così puntato sul concetto della comodità, del prodotto che tieni in dispensa pronto per ogni occasione e sulla distribuzione attraverso canali non convenzionali per il food come le librerie o i fioristi. Abbiamo fatto delle box un’idea regalo, anche per le aziende. A quel punto il passaggio al digitale era inevitabile, perché diventava il modo più veloce per avere una distribuzione capillare e per crescere. Adesso in Italia il 60% delle vendite è online”. Il box più venduto? I pici al tartufo, sia in Italia sia all’estero.
Le MyCookingBox arrivano in Grecia, Cipro, Russia e Polonia, Francia, Germania e Stati Uniti: questi ultimi tre sono quelli su cui quest’anno verrà sviluppata la distribuzione online dopo quella nei negozi. Gli obiettivi di fatturato sono ambiziosi: passare dai quasi 2 milioni di euro del 2020 a 5, raddoppiando la quota di export. Insomma, si vuole tornare all’idea originaria, anche perché adesso il team è strutturato (25 persone), le box sono riconosciute come veicolo del made in Italy, c’è un negozio aperto a Milano a fine 2019 e una macchina produttiva rodata. Ricetta Italiana produce tutte le sue box e confeziona gli ingredienti selezionati nelle dosi necessarie secondo le ricette definite dalla scuola di cucina Accademia del Gusto. “Mai pasta vodka sauce!”. È la linea di difesa e la promessa di Chiara di fronte alle pressioni del mercato americano. Se cederà, è solo sul prezzo: MyCookingBox viene considerato un prodotto gourmet e quindi è in preparazione una nuova linea per i supermercati Usa, con piatti più semplici, più veloci da preparare e quindi più economici.
“Ho già altre mille idee in testa”, si lascia scappare Chiara. Di che tipo? “Nel mondo del retail e del food, qualcosa di più ingegneristico, per esempio nella supply chain”. C’è già qualche nuovo progetto? “Per adesso solo sogni. In tanti settori c’è bisogno di innovazione”, taglia corto. “Adesso la priorità è MyCookingBox. Fare impresa è totalizzante e lo sapevo bene. L’azienda è una priorità differente”. Come la interpreta una donna? “Non è questione di trovare un equilibrio tra famiglia e lavoro, ma di avere chiare le priorità della tua vita e puntare sulla qualità delle relazioni”. Tra cui quella con se stessi. “Una cosa che faccio per ricaricarmi è stare il sabato mattina in ufficio da sola, con il computer spento. Non guardo le carte sulla scrivania, non mi preoccupo delle cose da fare: rimetto ordine in testa. Mi rilassa molto anche guidare, in autostrada, in montagna o lungo il lago. Senza telefono e con la musica accesa”. Ma sempre da sola.
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