Le graduali riaperture decise dal governo italiano hanno riportato nella quotidianità, tra le altre cose, pranzi e cene al ristorante. Nei giorni degli Europei, però, la tentazione di una consegna a domicilio per godersi le partite senza doversi preoccupare della cucina può essere molto forte. La formula “cibo a domicilio” richiama subito Deliveroo, probabilmente la principale piattaforma di consegne, nata meno di 10 anni fa e diventata ancora più utilizzata con le restrizioni del lockdown. La creazione e l’espansione di Deliveroo vanno attribuite a Will Shu, miliardario la cui storia è molto lontana dallo stereotipo dello startupper che abbandona gli studi, aguzza l’ingegno e, dal garage sotto casa, capovolge la propria esistenza.
Shu, infatti, cercava semplicemente di risolvere un’esigenza emersa sul lavoro. Analista bancario, era stufo di essere costretto a pasti di scarsa qualità quando era costretto a fare tardi in ufficio.
Chi è Will Shu
Nato nel dicembre 1979 nel Connecticut, da genitori taiwanesi, Will si laurea nel 2001 alla Northwestern University. Il suo primo lavoro è con Morgan Stanley a New York, come analista di banche di investimento. Will ricorda così, al blog inglese startups.co.uk, le sue prime esperienze professionali, e in particolare quelle legate al cibo: “Sono entrato in questo mondo dove lavoravo 100 ore a settimana, era terribile. L’unica cosa bella era che ti davano ogni giorno 25 dollari per la cena. All’epoca pensai: ‘Wow, posso prendere 25 whopper al Burger King!’. Dopo circa due settimane ero passato a: ‘Oh mio Dio, è così brutto!’. È così che ho scoperto le consegne di cibo”.
Nel 2004 Will si ritrova a lavorare a Londra. Se negli Stati Uniti la consegna del cibo era un concetto già conosciuto, in Europa la situazione era diversa. “Dovevo andare ogni sera da Tesco (supermercato inglese, ndr) ed era davvero deprimente”, ricorda. “Quando lavori così duramente da non potere pensare a nient’altro, il tuo senso della realtà si deforma. Quello era diventato un grosso problema”.
Anche la prima esperienza diretta con un’app di consegna di cibo a domicilio è da dimenticare. Nel 2006, Will lavora in un fondo speculativo e testa personalmente il servizio di Just Eat, ancora oggi presente sul mercato. “Ero entusiasta di provarlo”, racconta, “ma, quando l’ho sperimentato, ho scoperto che c’erano due problemi fondamentali. In primo luogo, non riconoscevo i ristoranti elencati. Secondo: non avevo idea di quando sarebbe arrivato il cibo. Sapevo solo che, in linea di massima, ci sarebbe voluto molto tempo”.
La nascita di Deliveroo
Business Insider racconta poi cosa accade a fine 2007, quando Will cerca per la prima volta di lanciare Deliveroo. Convinto di poter creare un servizio migliore di quelli sul mercato, Shu contatta un vecchio compagno di scuola, lo sviluppatore Greg Orlowski. La collaborazione, però, si scontra con un mercato degli smartphone e delle app acerbo, non ancora strutturato e diffuso a dovere.
Forse perché non aveva mai abbandonato quell’idea, o forse perché stanco di un mondo in cui lavorava da nove anni, nel 2010 Will sceglie di tornare negli Stati Uniti a studiare e si iscrive alla Wharton Business School della University of Pennsylvania. Un periodo che Shu ricorda con piacere, anche perché i ritmi sono ben diversi da quelli frenetici dell’ufficio, come racconta ancora a startups.co.uk: “È stato un modo per passare due anni a bere e uscire! Ma mi ha dato anche il tempo di pensare”.
Terminato il nuovo percorso di studi, Will Shu torna a Londra e contatta di nuovo Orlowski per rilanciare insieme l’idea di Deliveroo. Il mercato delle app e degli smartphone, nel frattempo, si è evoluto con velocità impressionante e le opportunità ora sono diverse. A febbraio 2013, così, l’app viene lanciata dall’appartamento di Will nell’elegante quartiere londinese di Chelsea. Scelta che non convince gli scettici, secondo i quali “Just Eat è una grande azienda” e “gli inglesi non vogliono che il buon cibo venga consegnato”.
Fondatore, ceo e rider
Credere in un progetto, però, significa metterci la faccia. E Will, come racconta la Cnbc, per i primi otto mesi si occupa personalmente delle consegne. Di più: come racconta Forbes, per i primi mesi guida il suo scooter nel centro di Londra, per circa sei ore al giorno, per avere una comprensione più profonda della rete logistica che stava costruendo.
Ancora nel 2018, rivela ancora la Cnbc, Will Shu si occupa personalmente di alcune delle consegne: “Faccio ancora consegne una volta ogni due settimane. In questo modo posso davvero capire che cosa pensano i ristoratori, i clienti, i fattorini. Comprendere queste cose ha un valore inestimabile”.
Le prime espansioni di Deliveroo sono raccontate dallo stesso fondatore a startups.co.uk: “L’attività alla fine è cresciuta grazie al passaparola e ci siamo allargati a tutta Londra, quartiere per quartiere, per i primi due anni. Per quel periodo ci siamo autofinanziati. Poi siamo arrivati nella prima città fuori Londra, Brighton, quindi a Manchester e, ad aprile 2015, a Parigi, Berlino e Dublino”. Oggi Deliveroo è presente in oltre 500 città in 12 paesi del mondo.
In un’intervista al quotidiano inglese Evening Standard Shu ha poi rivelato la sua visione di Deliveroo, di recente protagonista di un esordio in borsa molto al di sotto delle attese. “Penso che le persone siano intrinsecamente pigre”, ha detto. “Vedo Deliveroo come una di quelle cose a cui pensi se sei stanco dopo una lunga giornata di lavoro. Ci saranno anche persone alla loro ottava ora di videogiochi che non si prendono la briga di alzarsi per cucinare e farsi da mangiare. Non discrimineremo la pigrizia di alcuni”.
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