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L’Ue investe altri 120 milioni di euro in 11 progetti per contrastare le varianti Covid: ci sono anche due realtà italiane

L’Unione Europea continua senza sosta la lotta contro il Covid-19 e alla sue varianti, ormai sempre più responsabili della nuova risalita dei contagi. In particolare la “delta” che – come riferito odiernamente dalla presidente della Bce, Christine Lagarde – continua a rappresentare “un ombra anche sulla ripresa economia dell’Eurozona”. Ecco perché, nell’ambito di “Horizon Europe”, il più grande programma europeo di ricerca e innovazione per il 2021-2027, la commissione Ue ha deciso di finanziare, con 120 milioni di euro, 11 nuovi progetti che coinvolgono 312 équipe di ricerca di 40 paesi, di cui 38 provenienti da 23 paesi al di fuori dell’Ue. E che vedono anche l’Italia capofila: in quanto due degli 11 progetti selezionati hanno come lead partner due soggetti del nostro Paese: la padovana Fondazione Penta e l’EuResist Network GEIE, il network multidisciplinare istituito per la lotta all’HIV, di cui è membro e coordinatrice l’azienda biotecnologica romana InformaPRO. 

“L’Unione europea è intervenuta risolutamente per contrastare la crisi scaturita dal Covid-19. Oggi stiamo intensificando le attività di ricerca per affrontare le sfide e le minacce che le varianti del coronavirus rappresentano. Sostenendo questi nuovi progetti di ricerca e rafforzando e aprendo le infrastrutture di ricerca pertinenti, continuiamo a lottare contro questa pandemia e a prepararci alle minacce future”, ha dichiarato Mariya Gabriel, Commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani, in una nota ufficiale. 

Di conseguenza, se la maggior parte dei progetti si incentrerà su sperimentazioni cliniche per nuovi trattamenti e vaccini e sullo sviluppo di gruppi e reti contro il virus anche al di fuori dell’Europa, gli altri cercheranno di rafforzare e ampliare l’accesso alle infrastrutture di ricerca che forniscono servizi o sono necessarie per condividere dati, competenze e risorse di ricerca tra i ricercatori, al fine di consentire ricerche sul coronavirus e le sue varianti. Le infrastrutture in questione includono quelle già attive, come la piattaforma europea di dati sulla COVID-19, e le pertinenti infrastrutture europee di ricerca sulle scienze della vita. “I consorzi selezionati collaboreranno con altri progetti e iniziative pertinenti a livello nazionale, regionale e internazionale per ottimizzare le sinergie e la complementarità ed evitare la duplicazione delle attività di ricerca. Contribuiranno alla costituzione dell’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA), che permetterà all’UE di anticipare e affrontare meglio le pandemie future”, ha aggiunto in una nota ufficiale la Commissione Ue.

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Fondazione Penta ed EuRist Network: cosa fanno e quale sarà il loro ruolo contro il Covid-19

Suddivisi per quattro categorie, o meglio per quattro obiettivi di ricerca, la maggior parte dei 120 milioni di euro finanziati dalla Commissione europea sono destinati ai sei progetti che prevedono la creazione “di gruppi di ricerca contro le varianti di Covid-19 di maggior preoccupazione” (57 milioni di euro) e ai tre progetti dedicati “alle prove cliniche e terapeutiche sui vaccini per potenziare la prevenzione e il trattamento contro il Covid-19″ (30 milioni di euro). Ed è qui che entrano in scena le due realtà italiane. 

Fondazione Penta, nata nel maggio 2004 come centro di coordinamento per supportare le attività legate alla ricerca sull’HIV e altre malattie infettive pediatriche, sarà capofila del progetto destinato alla valutazione degli effetti delle varianti Covid-19 nelle donne in gravidanza e negli adolescenti. E potrà contare sull’ausilio di 22 partner, anche italiani. L’EuResist Network GEIE, di cui è membro e coordinatrice l’azienda biotecnologica romana InformaPRO – tant’è che l’italiana Francesca Incardona è ceo di entrambe le realtà – è una partnership internazionale senza scopo di lucro dedicata alla comprensione e alla lotta contro la resistenza ai farmaci anti-HIV. E avrà lo scopo, anche insieme all’Università di Siena (che risulta tra i suoi membri) e a 14 partner, di seguire dei gruppi europei, anche scuole, per rispondere anticipatamente alle epidemie. 

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