Sono tremendamente cool, almeno in fatto di stile, ma soprattutto non pensano e non si sognerebbero mai (d’altronde, come potrebbero?) di fare commenti politici o essere coinvolti in scandali sessuali. Sono loro, i virtual influencer, i primi abitanti del metaverso, che in Asia stanno spopolando a tal punto che le creazioni di intelligenza artificiale potrebbero generare un mercato pari, secondo il gigante dei dati Statista, a un volume di 13,8 miliardi di dollari nel 2021.
Specialmente in Asia, dove le autorità di alcune nazioni controllano la libertà di espressione, gli influencer virtuali sono particolarmente graditi rispetto ai personaggi in carne e ossa. I nuovi desiderata delle aziende? Un passato senza scheletri nell’armadio, flessibilità a lavorare 24 ore su 24 e totale controllabilità. Risultato: nessun danno alla reputazione o pericolo di intaccare l’immagine di un grande brand.
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Influencer virtuali: veicolo per diffondere messaggi sociali?
Prendiamo Bangkok Naughty Boo (qui la sua scheda per l’agenzia di modelli e talenti di Bangkok Morgan & Preston Models): capelli al neon, pelle praticamente perfetta, androgino e decisamente eccentrico, è il primo cyber influencer in Thailandia e il primo cyber influencer non binario.
“Sono tailandese ma dallo spirito globale, sono stato creato durante l’inizio della pandemia e avrò per sempre diciassette anni”, afferma in un video. Per creare Naughty Boo ci sono volute sei persone: la piattaforma visiva e sonora Shapes Shifter ha affrontato tutte le sfide tecniche e di post-produzione, mentre la parte creativa (lo stilista è Adisak Jirasakkasem) porta la firma di IWANNABANGKOK, una community di giovani creatori che lavorano con artisti e creativi locali.
Ma Naughty Boo racchiude anche messaggi sociali importanti come il desiderio di costruire un futuro senza distinzioni di genere, e offre un’immagine della capitale thailandese più moderna e progressista.
Un fenomeno che attira anche il lusso e la moda
“L’Asia sarà il terreno più fertile nel settore degli influencer virtuali. La Generazione Z è il più grande gruppo di utenti di internet in Asia ed è una generazione digitalmente esperta che ha molta familiarità con i social media e tutto ciò che è virtuale”, ha spiegato l’esperto di marketing Nick Baklanov all’agenzia AFP di Bangkok. Secondo cui, inoltre, il numero di influencer virtuali è più che triplicato, arrivando a 130 in due anni. Sfumano quindi sempre di più i confini tra fantasia e realtà e gli scenari distopici della serie Black Mirror non sembrano più così lontani.
Naughty Boo non è però da solo. L’influencer più pagata è Lil Miquela, con sede a Los Angeles. Per ogni pubblicazione con il suo volto sui social media “guadagna” 7mila dollari e collabora con aziende come Prada e Calvin Klein. Poi c’è Aye Aileen, influencer virtuale thailandese di 21 anni creata da SIA, la prima agenzia di influencer virtuali a Bangkok, oggi ambassador di una compagnia telefonica. Imma è la più famosa in Giappone mentre Rosie è la prima influencer virtuale coreana creata nel 2020.
Dalla moda al gaming, i virtual influencer o Cgi influencer (computer-generated imagery influencer) sembrano però un fenomeno destinato a non riguardare solo l’Asia. Si pensi a Twitch dove, come riporta VirtualHumans.org sono approdati numerosi streamer virtuali da migliaia di follower. O il lusso, con Prada che ha annunciato il suo primo modello virtuale per rilanciare la fragranza Prada Candy.
Non dimentichiamo, che persino l’Organizzazione mondiale della sanità ha diffuso messaggi informativi sul coronavirus tramite il personaggio immaginario Knox Frost, 20enne di Atlanta, seguito da 700mila persone su Instagram e opera dei tecnici dell’agenzia americana Influential. “Facciamo vedere che anche i giovani lottano”, aveva scritto nel post in cui annunciava la partnership e invitava tutti a donare soldi all’Oms. “Se non potete donare, condividete questo post con amici e familiari”.
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