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Crescere anche in pandemia del 400%: il caso dell’azienda del lusso Brera Interni

Se già dalla fine della II Guerra Mondiale, Made in Italy è inteso come sinonimo di lusso, più di recente questo marchio ha acquisito ulteriori caratteristiche. Oggi Made in Italy significa artigianato, attenzione al dettaglio, design e status.

In molti Paesi è in crescita l’interesse verso l’italianismo, e se storicamente il nostro paese ha dimostrato eccellenza principalmente nei settori home, food e fashion, oggi non si limita a questi.

Negli ultimi due anni di pandemia il mito Italia si è alimentato dei numerosi successi che il nostro Paese ha conquistato in diversi contesti, da quelli sportivi (calcio, canottaggio, corsa, vela, ciclismo, salto in alto, marcia, volley, karate, taekwondo) a quelli musicali, cinematografici e scientifici, del cambio di governo, della efficace gestione dell’emergenza sanitaria e conseguente successo della campagna vaccinale, della menzione in testate e classifiche d’eccellenza.

Nonostante i periodi di crisi, il nostro Paese ha sempre potuto contare sull’export, che negli anni ha mantenuto un tasso di crescita costante, sempre pari o superiore all’1%, trainato dal sempre crescente settore del luxury che, secondo le stime di fine 2021, in Italia ha raggiunto un valore complessivo superiore a 50 miliardi di dollari, mai così alto prima.

In questo panorama di grande crescita, spinte sicuramente dal fiorire del mito Italia e dal continuo sviluppo del settore luxury, a sua volta agevolata dal propagarsi dei social media, alcune realtà italiane più di altre cavalcano l’onda della crisi, diventando fiori all’occhiello per l’economia del paese, oltre che veri e propri modelli di imprenditoria internazionale.

Emblematica se non unica nel suo genere è la realtà Brera Interni, che nell’ultimo anno ha rilevato una crescita di volumi di oltre il 400%, cogliendo principalmente tre opportunità: il fiorire del brand Made in Italy, l’esponenziale propagarsi della digitalizzazione (e maggiore self-confidence del consumatore verso il web) e la forte crescita di cui ha beneficiato l’intero settore luxury.

+400% nell’export made in Italy in pandemia: il caso Brera Interni

Dal noto quartiere milanese Brera assume il nome questa realtà tutta italiana, che esporta design premium per clienti d’élite, i quali nel Made in Italy non riconoscono solo un’etichetta di lusso, ma un vero e proprio status sociale.

Da sempre e sempre più spesso coloro i quali dispongono di maggiore capacità di spesa desiderano distinguersi per possesso di articoli unici, rari ed esclusivi, da esporre in casa o nelle loro collezioni. Brera Interni rende questo status accessibile, in una maniera che qualche anno addietro non era possibile, per mancanza di fiducia da parte dell’acquirente o per difficoltà di efficienza logistica, soprattutto in luoghi del mondo più distanti dal nostro paese o in generale più isolati.

“La sfida più grande è da sempre stata l’organizzazione di un servizio logistico premium, che arrivi in ogni parte del mondo, dal Sud Africa alla Nuova Zelanda, dalla Cina alle Hawaii, con un servizio elitario, come i nostri clienti”, racconta a Forbes il ceo Giuseppe Signorelli. “Il nostro cliente cerca un prodotto esclusivo, disponibile per lui soltanto o quasi, spesso tailor-made. Dal vintage all’ultra-moderno, quasi futurismo, chi accede a Brera Interni cerca due caratteristiche chiave: l’unicità e la rarità” prosegue.

Il principio della rarità e drop culture nel modello Brera Interni

In questa officina milanese viene selezionata l’eccellenza Made in Italy, sia in ambito luxury design sia accessory. Pertanto non soltanto elementi d’arredo unici, ma anche accessori di uso comune, articoli di collezionismo, piccoli oggetti preziosi.

La selezione dell’esposizione è affidata ad esperti esterni a Brera Interni, a giurie e sondaggi digitali, e presentata ordinatamente sulla vetrina online Brera Interni, ed offline presso fiere di settore ed eventi privati.

Molti oggetti di collezionismo, prodotti in piccole quantità, vengono venduti in breve tempo sulla piattaforma, destando nel cliente collezionista un senso di desiderio ed urgenza, che si configura in code online per avere accesso all’acquisto.

In questi anni di ricerca di unicità e rarità da parte di un sempre maggiore numero di acquirenti, in particolare fra individui con maggiore capacità di spesa, internet è diventato luogo di acquisizione di beni materiali (e immateriali) esclusivi, e Brera Interni ne ha beneficiato, portando valore al proprio quartiere e al brand Italia.

Nell’ultimo anno, questa realtà milanese è diventata oggetto d’interesse per molte eccellenze Made in Italy, per lo più in ambito collezionismo e design, che vogliono comparire in cima alla piattaforma per incrementare la brand awareness internazionale.

Il made in Italy come opportunità internazionale

Sebbene molti collaboratori di Brera Interni sono esterni all’azienda stessa, per trasparenza ed equità nei confronti degli acquirenti, l’ecosistema di questa realtà si è allargato enormemente durante i mesi di emergenza sanitaria, di maggiore interconnessione globale e di crescita aggregata del settore luxury, raggiungendo una dimensione stimata fino a 5 volte superiore rispetto a due anni fa.

Il caso Brera Interni, forse al momento unico nel suo genere, testimonia che momenti di crisi e incertezza generano opportunità, e si dimostra modello da seguire per altre realtà del nostro paese che potrebbero, per ingegno e pregio, posizionarsi ai primi posti di classifiche d’eccellenza internazionali, conferendo ulteriore lustro all’etichetta italiana.

Come ai tempi di Michelangelo e Da Vinci, l’Italia è fucina internazionale di talenti di capacità intellettive, creative, stilistiche ed architettoniche, alcuni dei valori portati avanti dalla campagna di promozione del brand Italia beIT (it-is.cool), lanciata dal Ministero degli Affari Esteri italiano proprio in questi mesi nel Regno Unito. 

beIT è la prima campagna di promozione nazionale nella storia del nostro paese. Il suo slogan “L’Italia è straordinaria” insieme ad una serie di contenuti video, verrà mostrato per diversi mesi (a decorrere dallo scorso 6 dicembre) su 54 schermi di Londra, ogni giorno, dalla mattina presto a fino mezzanotte.

Come riportato dall’ambasciatore italiano a Londra Raffaele Trombetta, non trattasi di una campagna di promozione del turismo o di un’operazione di marketing settoriale, ma di una vera e propria attività di comunicazione mirata a sostenere il brand ItaliaA testimonianza del desiderio del nostro paese di continuare a crescere nel panorama internazionale e di posizionarsi sempre più in alto nelle classifiche di eccellenza mondiali, riportiamo il tema selezionato per l’edizione 2021 degli Stati Generali della Lingua Italiana nel mondo, che lancia uno sguardo al futuro della nostra società, portando il titolo “L’italiano di domani”, in riferimento al noto articolo di Umberto Eco: “Traendo le mosse dal nostro passato, ci rivolgiamo al futuro, al fine di gettare le basi di una nuova narrativa che possa proporre al di fuori dei confini nazionali, a ogni latitudine, un racconto nuovo dell’Italia: creativa, innovativa, aperta”. 

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