Questo articolo è stato aggiornato il 24 febbraio alle ore 17.54
Non si sono fatte attendere le reazioni nei mercati in seguito all’invasione russa, iniziata questa notta in Ucraina. Dalle criptovalute, in particolare bitcoin ed ethereum, alla Borsa di Mosca, fino ad arrivare agli indici europei, al petrolio e all’oro, bene rifugio per eccellenza.
Fatti principali
- Questa notte, a causa della decisione di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina, l’indice Moex della Borsa di Mosca è andata incontro a un calo record: -46%, prima che le contrattazioni venissero sospese. Dopo che le negoziazioni sono riprese, il calo si è attestato al 33%. Crolla anche il titolo Gazprom, azienda energetica russa parzialmente controllata dallo Stato, che ha ceduto il 35%.
- Visto che in mattina il rublo ha perso oltre il 9%, la banca centrale russa ha reso noto che “tutti gli strumenti necessari per mantenere la stabilità finanziaria e la continuità operativa delle istituzioni finanziarie”, si legge in una nota ufficiale. Vietando, inoltre, le operazioni di short selling (vendita allo scoperto).
- Anche le principali criptovalute stanno risentendo dell’ordine del presidente russo. Subito dopo l’annuncio, il bitcoin è sceso sotto i 35mila dollari (34.431,80), mentre Ethereum a $2.302,67. Ora si attestano rispettivamente a 35.818,00 (-3,89%) e 2.451,50 (-5,35%).
- La corsa al dollaro sta spingendo il cambio con l’euro sotto quota 1,12 ai minimi da fine gennaio.
- Come preannunciato dagli analisti, il petrolio Brent ha sfondato (per la prima volta dal 2014) la quota dei 100 dollari al barile, attestandosi a 103.87 dollari al barile (+7,26%), mentre il Wti è scambiato a 97.36 dollari (+5.71%).
- L’oro, dopo aver sfondato la quota dei 1950 dollari al barile (+1,8%), sui massimi da oltre un anno. Adesso, si attesta a 1928.91 dollari l’oncia. Prezzi record anche per l’alluminio, oltre i massimi storici del 2008, a 3.445 dollari la tonnellata (+4,57%).
- Vola il prezzo del gas a 111,86 euro al Mwh (+25,8%). In salita anche le quotazioni dei cerali, grano, mais e soia. Nel dettaglio, i prezzi del grano – di cui l’Ucraina è il quarto esportatore a livello mondiale – hanno toccato i massimi storici sul mercato europeo, arrivando al record di 344 euro a tonnellata all’Euronext.
Russia-Ucraina: le reazioni delle borse
Anche i principali indici europei hanno risentito dell’invasione della Russia in Ucraina. Dopo un avvio positivo, il Ftse Mib di Milano ha perso il 4,18%, tornando ai minimi da luglio 2021 e perdendo circa 20 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato. Il Dax di Francoforte ha ceduto il 4,09% (tornando ai minimi da un anno), il Cac40 di Parigi il 3,87%, l’Ibex 35 di Madrid il 2,95% e e l’Aex di Amsterdam il 2,90%. Male anche il Ftse 100 di Londra in calo del 3,82%. Guardando oltreoceano, a Wall Street, il Dow Jones sta cedendo il 2,11%, il Nasdaq lo o,70%, dopo aver aperto la seduta con un calo del 4%, e l’S&P500 l’1,28%.
L’esposizione delle banche
Sono diverse le banche europee che hanno un’importante esposizione diretta alla Russia. In base ai calcoli di Autonomous, l’austriaca Reiffeisen ha un’esposizione di 11,6 miliardi, Société Générale di 10,4 miliardi e UniCredit di circa 8 miliardi (e 14 miliardi in termini di asset totali secondo gli analisti di Bestinver). Intesa Sanpaolo, invece, dovrebbe avere un’esposizione di 5,5 miliardi in termini di impieghi.
Non è un caso, quindi, se Reiffesen ha ceduto il 23,14% e Société Générale il 12,28% . A Piazza Affari UniCredit ha chiuso in calo del 13,49% e Intesa Sanpaolo del 7,96%. Male anche Banco Bpm (-8,19%), Banca Generali (-9,17%), Banca Mediolanum (-8,63%) e Bper (-7,6%).
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