Le ulteriori sanzioni che l’Occidente dovrebbe imporre alla Russia potrebbero essere meno coordinate tra gli Stati Uniti e i suoi alleati. Ma potrebbero seguire le decisioni di paesi e di coalizioni separate, come quella dell’Unione europea.
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Aspetti principali
- Al momento, forse, la sanzione più importante lasciata in stand-by è il divieto da parte dell’Unione Europea di importare il petrolio russo. Una decisione che seguirebbe il bando già annunciato dagli Usa su tutte le importazioni energetiche russe, e la volontà, annunciata a inizi marzo, del Regno Unito di vietare gradualmente l’importazione del petrolio russo
- La decisione di imporre il divieto di importazione del petrolio russo non convince diversi paesi membri dell’Ue. La Russia rappresenta infatti oltre il 25% di tutte le importazioni di petrolio greggio del Vecchio Continente.
- Anche se sono diversi i paesi dell’Ue favorevoli al divieto, la Germania è alla guida di un gruppo di stati pronti a opporsi all’embargo completo. È quindi improbabile che l’Ue approvi un divieto sul petrolio russo, come ha rivelato martedì la Cnbc, citando fonti anonime.
- Un’altra sanzione chiave ancora disponibile è l’accettazione di restrizioni commerciali più dure nei confronti della Russia. Alcuni hanno chiesto che la Russia sia fatta fuori dall’Organizzazione mondiale del commercio o che sia sottoposta a un embargo commerciale completo. Nessun paese però avrebbe realmente considera questa opzione, anche se la scorsa settimana gli Usa e l’Ue hanno revocato alla Russia lo status commerciale di “favoriti”.
- L’Occidente potrebbe essere sulla stessa lunghezza d’onda riguardo alla decisione di sanzionare all’unanimità lo stesso gruppo di oligarchi miliardari. Infatti, se gli Stati Uniti non hanno ancora sanzionato Roman Abramovich, Pyotr Aven o Mikhail Fridman (tutti sanzionati dall’Ue, dal Regno Unito e dalla Svizzera), di contro l’Ue non ha ancora sanzionato Oleg Deripaska (già nella lista di Stati Uniti, Regno Unito e altri).
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Cosa non sappiamo
Cosa potrebbe effettivamente innescare la decisione di imporre ulteriori sanzioni. Lunedì, il presidente Joe Biden ha avvertito che gli Stati Uniti e i suoi alleati della Nato potrebbero intervenire causando “gravi conseguenze” se la Russia dovesse usare armi di distruzione di massa. Anche se non ha chiarito quali potrebbero essere. A parte l’uso di armi di distruzione di massa, secondo quanto riferito da Politico, c’è un disaccordo diffuso tra gli alleati occidentali su quali siano gli altri fattori che possano scatenare la decisione di imporre ulteriori sanzioni alla Russia. La testata, inoltre, ha affermato che gli altri fattori scatenanti potrebbero essere l’assassinio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky o un attacco russo ancora più significativo contro i civili.
Citazione cruciale
Josep Borrell, il massimo diplomatico dell’Ue, ha dichiarato che non si aspetta dagli incontri importanti che ci saranno questa settimana a Bruxelles una “decisione formale” su eventuali nuove sanzioni. Tuttavia si aspetta che ci sia un accordo, o meglio, una “guida” su come procedere strada facendo.
Sfondo chiave
Decine di paesi di tutto il mondo, tra cui Australia, Taiwan, Giappone e Corea del Sud, hanno imposto sanzioni contro la Russia. Le sanzioni hanno preso di mira principalmente le esportazioni russe, gli oligarchi russi, e alcune entità statali. Almeno 23 miliardari russi sono stati sanzionati dall’occidente nell’ultimo mese. Paesi e organizzazioni in tutto il mondo hanno tentato di inseguire e bloccare beni appartenenti a oligarchi sanzionati, tra cui proprietà, jet privati e yacht.
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