Articolo tratto dal numero di aprile 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
Alcuni trovano che parlare sempre di lavoro sia frustrante, persino ansiogeno. Certo è che, adeguarlo alle aspirazioni delle nuove generazioni, è diventato sempre più difficile. A 26 anni, dopo la laurea in Scienze internazionali e diplomatiche, Gaia Alaimo aveva un contratto a tempo indeterminato, un’ottima posizione nel team hr di una multinazionale a Milano e aveva accumulato diverse esperienze lavorative all’estero. Ma da tempo, ormai, capiva le difficoltà dei suoi coetanei nel
muovere i primi passi nel mondo del lavoro.
Come nasce la community School of Work
Così, nel 2019 ha iniziato a raccontare quel mondo sui social attraverso la community Your Millennial Mentor, intervistando giovani professionisti con percorsi diversi, dal software developer all’imprenditrice, dall’esperta di vendite allo specialista di digital pr. A fine 2020 ha lasciato il posto fisso e da lì tutto è cambiato.
Oggi la community ha un nuovo nome, School of Work, ma i suoi obiettivi sono sempre gli stessi: aiutare i giovani a costruire la propria strada nel mondo del lavoro, indipendentemente dal percorso e dalla condizione di partenza. Inizialmente solo su YouTube e Instagram, poi, da gennaio 2020, anche su TikTok. “A inizio 2022 abbiamo lanciato una scuola online dove universitari e giovani laureati possono imparare come funziona il mondo del lavoro, chiedere consigli ai professionisti e acquisire gli strumenti necessari per muovere i primi passi nella carriera”, spiega Alaimo.
Iscrivendosi a School of Work, non solo si ha accesso a decine di video-corsi tenuti da professionisti, ma si ha anche la possibilità di partecipare a laboratori interamente dedicati alla pratica, di entrare in contatto con aziende, startup e imprenditori, e si fa parte di una vera e propria community che cresce ogni giorno grazie alla collaborazione con realtà e imprese che vogliano comunicare il proprio brand o iniziative di valore.
Un approccio diverso alla vita lavorativa
Oggi il progetto di School of Work conta oltre 50mila follower tra TikTok e Instagram e più di ottomila persone iscritte alla newsletter. In due anni dal lancio ha aiutato più di 200 persone tramite consulenze di carriera individuali ed è stato supportato da più di 30 professionisti che hanno condiviso le proprie esperienze.
“Non si può generalizzare, ma penso che tra i Millennials e forse ancora di più nella GenZ, si senta il bisogno di un approccio diverso alla vita lavorativa. Quando si parla del desiderio di un maggiore equilibrio tra vita personale e professionale, molti fraintendono e ci rifilano l’immagine dei ‘giovani che non hanno voglia di lavorare’. Al contrario: quello che molti desiderano è avere migliori condizioni di lavoro, una leadership più attenta alla persona, una cultura di crescita, ambienti più inclusivi e modelli ibridi e flessibili. Sarà possibile?”.
“Puntare su soft skill e competenze digitali”
Per Gaia, nel nuovo scacchiere del lavoro hanno giocato un ruolo essenziale i social. “Negli ultimi due anni, complice la pandemia, sempre più aziende e professionisti hanno cominciato a sfruttare i social frequentati dai giovani per proporre una narrativa più umana”. Gli stessi social che per lei, quando era un’adolescente, sono stati una finestra sul mondo, un modo “per vedere cosa fosse possibile oltre le mura della mia cameretta affacciata sulla campagna perugina”.
Ai giovani, suoi coetanei, Gaia consiglia di non fermarsi alle competenze sviluppate con gli studi: il mondo del lavoro continuerà a evolversi rapidamente e con esso le capacità richieste. “Bisogna continuare a investire nella crescita e formazione anche dopo la laurea, con un’attenzione particolare alle soft skills e alle competenze digitali, sempre più centrali in qualsiasi professione”. Per il futuro, intanto, il focus della piattaforma sarà quello di migliorare e arricchire il servizio per gli studenti di consolidare il network di collaborazioni. “E finalmente potremo anche unire la potenza del digitale alla magia del potersi incontrare di persona”.
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