Articolo tratto dal numero di giugno 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
Nella casa signorile greca e romana, l’esedra rappresentava un ambiente semicircolare aperto su un lato. Un luogo accogliente, dove trovavano spazio alcune sedute destinate alla conversazione e all’incontro.
Nasce con questa suggestione visiva la storia di Edra, azienda che a Perignano, nella morbida campagna attorno a Pisa, produce divani e poltrone, ma anche letti, tavoli, mobili e lampade. Un’eccellenza italiana che trova i suoi prodotti in esposizione al MoMA di New York, al Centre Pompidou di Parigi e al Vitra Design Museum di Weil am Rhein, soltanto per citare i luoghi più famosi.
Alla ricerca di nuovi scenari
La storia di Edra è iniziata nel 1987 quando Valerio e Monica Mazzei, seconda generazione di una famiglia di mobilieri, hanno deciso di dedicarsi a una nuova idea. Un progetto che, attraverso la sperimentazione di volumi e materiali, potesse dare forma ai nuovi scenari domestici che si stavano profilando in quegli anni, specchio di una società in rapido cambiamento.
Si sono quindi dati uno scopo: coniugarebellezza e benessere della persona grazie a sistemi di sedute e arredi che potessero far sentire bene i loro clienti. Arredi dotati di una funzionalità intelligente e di un’estetica senza tempo, realizzati in materiali di altissima qualità fatti per durare e per accompagnare lo scorrere della vita, per seguire abitudini, gesti e pensieri.
Perché, secondo Edra, non è la persona che deve adattare il suo corpo al divano, alla ricerca della posizione più comoda, ma è il divano che deve adattarsi al corpo in un reciproco scambio di relazioni. Così è arrivata la prima collezione di sedute, I Nuovissimi. Esposta alla Galleria Marconi di Milano nel 1987, la linea è stata progettata da un gruppo di giovani esordienti, mentre il catalogo è stato affidato allo studio Sottsass.
L’era di Francesco Binfaré
Nel 1988 è poi arrivata la collaborazione con Zaha Hadid, allora considerata un architetto ‘da carta’ per l’estremo avanguardismo dei suoi progetti. La sua indole visionaria ha fin da subito affascinato Valerio
Mazzei, presidente di Edra.
“Non le interessava disegnare oggetti funzionali ma provocare emozioni”. Nel 1993 ha avuto inizio il grande, nuovo capitolo di Edra. In quell’anno, l’art director Massimo Morozzi aveva proposto a Francesco Binfaré di collaborare con l’azienda. È stato l’inizio di una grande storia d’amore. Con lui, Edra ha iniziato a lavorare a una nuova tipologia di seduta che sovvertiva la struttura tradizionale del divano, diventato ormai ipercodificato e ipercollaudato.
È nato quindi il modello L’Homme et la Femme, definito da Binfaré “un teatro, un’installazione itinerante che sprigiona la vibrazione vitale”. Per la prima volta, era stato introdotto il concetto di configurazione variabile, esplorando sia nuovi materiali, sia la possibilità di modificare l’assetto e la seduta attraverso semplici movimenti.
Il processo di sperimentazione di Edra
Con L’Homme et la Femme, Edra destrutturava il divano, liberandolo dalla convenzionalità. “Il divano è fatto per viverci. Non ha funzioni operativelegate al lavoro, neppure al riposo. Accoglie la molteplicità dei movimenti che hanno a che fare con la vita”, spiegava Binfaré.
Da questa rivoluzione è partito un intenso processo di sperimentazione che, 20 anni più tardi, ha portato al divano Standard, una seduta malleabile e adattabile ai desideri di chi la usa, dotata di un cuscino intelligente che fa da bracciolo e schienale, permettendo una totale libertà di posizioni.
“Il divano sarà l’ultimo oggetto che resterà in casa quando tutto sarà digitalizzato”, aveva aggiunto il designer, considerato il maestro del soft design, nonché filosofo, artista e intellettuale. Ma, forse, proprio perché i suoi progetti sono più riconducibili all’arte che al design, Edra ha sempre preferito al termine designer quello di autore. “I nostri autori non ci propongono un disegno, ma ci raccontano un’idea,un sogno”, aveva detto una volta Monica Mazzei.
Dal Grande Soffice a Flap, i divani di Edra diventati cult
Oltre a Standard, a dare corpo ai sogni di Francesco Binfaré sono stati altri divani diventati presto cult. Grande Soffice, con le sue linee morbide e gli angoli smussati, On The Rocks, che con le sue dimensioni ampie e geometriche riempie gli spazi orizzontalmente. Oppure Flap, che cambia aspetto grazie a nove parti reclinabili a piacere, o ancora Pack, dove la forma di un orso sdraiato su un fianco tratteggia il perimetro dello schienale.
Alla filosofia progettuale dei suoi autori, da Francesco Binfaré ai Fratelli Fernando e Humberto Campana, Jacopo Foggini e Masanori Umeda, Edra ha sempre affiancato l’impegno per migliorare i suoi prodotti. Impegno che ha portato allo sviluppo di una tecnologia discreta, c’è pur non vedendosi, da cui sono nate innovazioni come il cuscino intelligente e il gellyfoam.
Il primo è una tecnologia che consente di modellare il guanciale, utilizzandolo sia come schienale sia come bracciolo, mentre il secondo è un materiale speciale di imbottitura che accoglie e sostiene con morbidezza il peso del corpo in ogni posizione e postura.
Tecnologie che ambiscono a rendere il divano sempre più funzionale agli usi e alle abitudini delle persone. “Come imprenditore non mi piace produrre da uno sterile disegno, ancor meno se un po’ trendy. Credo che un prodotto di altissima qualità, funzionale a un modo di vivere, non possa nascere da un esercizio di stile, ma debba, oltre che essere elegante, risolvere dei problemi e far stare bene. Questi sono gli aspetti che mi interessano. È questo il tipo di ricerca che facciamo”, conclude il presidente.
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