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Lifestyle

Da Mr.Capri al Katana Kitten, 5 cocktail bar (e una guida) di New York da non perdere

Ci sono le grandi guide, quelle che servono a catalogare i migliori bar del mondo e a decidere tecnicamente chi stia proponendo l’offerta più evoluta. E poi c’è il volere del pubblico, spesso scevro di conoscenza tecnica ma ricco di passione e voglia di assaporare fino in fondo e di lasciarsi stupire.

Quella che può sembrare una dicotomia è in realtà la scelta quotidiana che cui ognuno di noi si trova a vivere, tanto incuriosito dai ristoranti stellati quanto ingolosito da quel “junk food” che conforta e soddisfa. Ed è questo il bello dell’enogastronomia, il poter non scegliere, non escludere a prescindere nessun gusto: e se seduti al cocktail bar di un gran hotel è meraviglioso sorseggiare un Martini Cocktail con le variazioni proposte dal bartender, è altresì vero che niente è meglio che bere un cocktail tropicale sulla spiaggia o uno spritz su una terrazza.

E se c’è un posto dove i vari stili si mischiano, questo è senza dubbio New York, dov’è possibile incontrare l’anima più pop a quella più raffinata, la modernità che tocca il classicismo, e i bar da classifica con quelli che valgono il viaggio solo per la bellezza della location. Ecco dunque 5 consigli su dove bere a New York, a seconda del tipo di esperienza che si vuole fare, e un libro da non perdere per chi volesse saperne di più.

Attaboy

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Paper Plane

Nascosto dietro un’anonima porta nei pressi di China Town, Attaboy (recentemente eletto miglior Cocktail Bar del Nord America, e per nove anni consecutivi in The World’s 50 Best Bars) è il bar creato da due leggende come Sam Ross e Michael McIlroy, ed è sorto sulle ceneri del Milk & Honey , locale caposaldo del rinascimento dei cocktail contemporaneo. Una volta trovato il locale, si entra in un bar buio e stretto, dove non c’è un menu e ogni drink è creato in maniera taylor made seguendo le indicazioni gustative del cliente.

Ma se visitate questo bar per la prima volta, dovete per forza provare due creazioni che sono nate qui ed oggi sono diventate così famose da essere ordinabili in ogni cocktail bar del mondo : Il Penicilin (6 cl Blended Scotch Whiskey · 0,75 cl Single Malt Scotch Whiskey · 2,5 Succo di limone · 2,5 Sciroppo di miele e zenzero) e il Paper Plane (30 ml bourbon whiskey · 30 ml amaro · 30 ml aperitivo alcolico · 30 ml succo di limone fresco). Come per un Negroni a Firenze o un Mojito a Cuba, potrete dire di aver bevuto un sorso di storia.

Katana Kitten

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HINOKI MARTINI

Il newyorkese di origini giapponesi Masahiro Urushido ha voluto aprire un bar nel Greenwich Village che lo rappresentasse, e il risultato è lo specchio della sua anima: metà americano, metà giapponese questo bar contemporaneo ed irriverente serve highball come a Tokyo però dentro una pinta da birra, ma anche cocktail originali come versioni asiaticheggianti di Negroni ed Old Fashion.

Tra gatti dorati che salutano e locandine del cinema con le scritte in ideogrammi, questo locale nel cuore di Manhattan dimostra ancora una volta come New York sia parte della cultura collettiva di tutti noi, e come qui niente e nessuno sia mai fuori dalla propria confort zone se ha voglia di osare.

MO Lounge at Mandarin Oriental New York

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Anche a New York se si vuole provare il brivido di un’esperienza esclusiva bisogna andare a cercarla nel bar di un grande hotel, e se si vuole godere di una vista incredibile del tramonto su Central Park mentre si accende lo skyline di Manhattan, niente di meglio che il MO Lounge al Mandarin Oriental New York.

In questo Hotel affacciato sulla celebre rotonda di Columbus Circle si può godere di una proposta di cucina americana contemporanea e cocktail perfettamente eseguiti, all’interno di un ambiente raffinato. Il menu è incentrato su ingredienti locali, di alta qualità e sostenibili, mentre tra i cocktail signature da provare il “a walk in the park” a base di gin, tonic, botaniche, cetriolo e sambuco oppure il M.O. fashioned, versione rivisitata del classico cocktail a base whisky, o ancora il fresco Margarita Paulina (mezcal, mango, basilico), perfetto per l’aperitivo.

QCNY

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Spritz

Sull’isola di Governors Island, collocata davanti alla punta sud di Manatthan, a fianco della statua della libertà, è sorta la nuovissima struttura del gruppo italiano QC a pochi minuti di minuti di ferry da Battery Park, ma al contempo completamente isolata dal caos frenetico e iperconnesso della metropoli.

Oltre al benessere del corpo qui si può venire anche per quello del palato e della vista, magari sorseggiando un aperitivo al tramonto da bordo piscina. Per chi volesse prendere un drink nella carta cocktail si può scegliere tra i classici della miscelazione italiana come lo Spritz o il Negroni oppure imitare Carrie Bradshaw chiedendo semplicemente un “Cosmo”, e indulgendo nel dolce e colorato drink a base di “vodka, triple sec, cranberry juice and lime juice” mentre si guarda il cielo tingersi degli stessi colori del drink sopra i grattacieli che emergono dalla punta sud dell’Isola.

Mr.Capri

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Cristina Bini

Mr. Capri è l’ultimo progetto del ristoratore newyorkese Alessandro Passante, arrivato in città nel 1997, e che già in si è fatto conoscere ed apprezzare con Bocca Cucina & Bar. Si lancia in questa nuova apertura insieme al fratello Mario Passante e il suo nuovo ristorante nel cuore del Village, come si evince dal nome, si ispira alla cucina della celebre isola e della Campania, ma senza per questo scivolare in quegli stereotipi culinari di cui la tradizione della tavola nostrana spesso è vittima all’estero.

Mr. Capri infatti con i suoi 75 coperti vuol trasmettere l’autenticità della sua terra con piatti di mare, tra pasta e proposte stagionali. All’ingresso si trova il Cocktail Bar affidato a Cristina Bini, di origini fiorentine (nel capoluogo toscano ha anche seguito locali importanti come il Fusion della famiglia Ferragamo e Gurdulù in zona Santo Spirito) che porta la propria allegria ed esplosività italiana nei drink.

Assolutamente da provare il suo Funicolare a base di Cynar, Campari infuso all’origano e Gin, ma anche da non perdere il Le Sirene, un Martini arricchito con la sapidità dell’acciuga. Ogni cocktail porta comunque un nome che ricorda l’isola (Tiberio, Grotta Azzurra, Faraglioni…) per farci sentire un po’ meno la nostalgia anche a chilometri di distanza.

Drink Like a Local New York: A Field Guide to New York’s Best Bars Paperback

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Il libro di Amanda Schuster

Quando si scrive un articolo di consigli spesso si usa la formula “5+1” per incuriosire il lettore ad arrivare in fondo al pezzo per scoprire in cosa l’ultimo si differenzi dai precedenti. In questo caso la differenza è sostanziale: l’ultimo consiglio per godersi l’esperienza del bere bene a NYC non è un bar, ma un libro uscito ad agosto che consiglia i migliori locali dove bere in città.

L’autrice Amanda Schuster (che tra le altre cose scrive ha anche scritto vari articoli sul tema per Forbes Usa) ci porta in un viaggio tra storie, personalità, stranezze del design e ovviamente cocktail d’autore. Insomma, come dice il titolo, tutte le informazioni per riscoprire la città che dopo il Covid ha saputo reinventarsi e ripartire con tantissime novità, tutte da scoprire come se fosse di nuovo la prima volta.

 

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