Giovanni Bo figli Esagono
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Piastrelle regali: la storia di Esagono, l’azienda di ceramiche a due passi dalla Reggia di Caserta

“Il mio sogno, dopo la maturità classica, era laurearmi in legge e diventare ambasciatore in Asia. Erano gli anni ’60, mi affascinavano la politica internazionale di quell’epoca e il mito dell’America”. Invece Giovanni Bo, alla fine, è diventato un imprenditore. “Dopo la morte prematura di mio padre, rilevai la sua azienda di autotrasporti”, racconta. “La portai avanti per un po’, finché non smise di essere remunerativa e dovetti liquidarla. Tenni un solo camion – o autoarticolato, come si diceva allora -, con cui trasportavo piastrelle da un comprensorio di Sassuolo. Era come importare da un altro paese, l’autostrada Milano-Roma era stata appena inaugurata”. Dal trasporto delle piastrelle nacque un negozio, dal negozio un’azienda che all’inizio, almeno nel nome, portava traccia della passione per gli Stati Uniti e le vicende internazionali degli anni ’60. “Decisi di chiamarla Pentagono. Purtroppo esisteva un’azienda con quel nome a Napoli. Per evitare problemi legali, aggiungemmo un lato: così è nata Esagono”.

La storia di Esagono

Esagono, in origine, era un piccolo negozio di ceramiche a conduzione familiare. Oggi ha 24 dipendenti, tre show-room tra Aversa e Caserta, a 500 metri dalla Reggia, con un’area espositiva di cinquemila metri quadri. Tratta 400 marchi, ha realizzato circa 1.000 progetti e, oltre alle ceramiche, si occupa anche di arredo bagno, rubinetteria e parquet per case, uffici e attività commerciali. I suoi mercati sono la Campania e il basso Lazio. I suoi 40 anni di storia sono stati caratterizzati, racconta Bo, “da tanti incontri con grandi persone, che mi hanno ispirato con la loro umiltà e intelligenza. Penso a un imprenditore come Ennio Doris, che mi ha sempre trattato come se fossi un suo pari. Oppure a grandi architetti, come Philippe Starck e Santiago Calatrava”.

La crescita di Esagono è cominciata nel periodo in cui, come ricorda Bo, “la provincia di Caserta diventava la più grande area industrializzata del Mezzogiorno”. Erano arrivate da poco grandi società del Nord, come la torinese Indesit, a lungo una delle principali aziende europee di elettrodomestici ed elettronica di consumo. “Scegliemmo come tratto distintivo la qualità dei materiali e la selezione dei prodotti in vendita. All’epoca la proposta di quasi tutti i nostri concorrenti puntava sul risparmio”. Con Esagono, Bo voleva cambiare anche il modo di presentare i prodotti in vendita. “Non mostravamo ai clienti singole piastrelle, ma allestivamo grosse strutture per mostrare l’effetto finale. Poi, nel nostro campo, è cruciale il contatto personale con il cliente: bisogna ascoltarlo, conoscere le sue esigenze e le sue necessità”.

Una storia di famiglia

Oggi Bo, oltre che dalla moglie, Franca, è affiancato dai figli Gianpaolo, laureato in architettura e ingegneria edile, e Francesco, ingegnere civile. “I miei figli stanno portando novità in azienda. Da qualche anno, per esempio, abbiamo cominciato con l’e-commerce. Prima o poi penseremo anche a un passaggio generazionale. Valuteremo se, in futuro, sarà il caso di introdurre anche manager esterni. Per ora siamo affiancati da consulenti sul fronte commerciale, economico e amministrativo”.

Nel frattempo, a settembre, Esagono ha ricevuto a Bologna Fiere, in occasione del Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e l’Arredobagno, il premio Confindustria Ceramica Distributor Award 2022. È stata una prima volta: mai, in 26 anni, la scelta era ricaduta su un’azienda del Sud Italia. “Questo riconoscimento”, dice Bo, “premia, sulla base delle segnalazioni delle principali aziende produttrici italiane, la nostra storia, la competenza e la professionalità dimostrate negli anni, gli investimenti e le iniziative per la promozione delle piastrelle di ceramica italiane”.

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