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Identità Golose si unisce a Fondazione Cotarella: la rivoluzione dell’equilibrio come stile di vita

Il 10 gennaio è stato presentato a Milano Golosi di Identità, appuntamento che vedrà Fondazione Cotarella tra i protagonisti del Congresso di Identità Golose 2023 in programma dal 28 al 30 gennaio.

La conferenza ha offerto diversi spunti su cui riflettere, con la presentazione del progetto di Fondazione Cotarella. Una realtà, quest’ultima, che mira alla prevenzione e alla conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare per aiutare i più disagiati e promuove l’educazione alimentare. 

Il progetto Golosi di Identità con Fondazione Cotarella

“Oggi vogliamo battezzare una serie di prime volte: prima di tutto è la prima volta che facciamo una conferenza stampa per presentare una sezione, sviluppata insieme alla Fondazione Cotarella, all’interno di Identità Golose. È la prima volta che occuperemo uno spazio nuovo, una piccola arena allestita nella parte del foyer per poter ospitare una serie di talk il cui momento clou sarà domenica 29 gennaio con gli interventi dedicati alla Fondazione”, ha dichiarato il founder di Identità Golose Claudio Ceroni, che ha aperto il dibattito sul palco.

“E’ anche la prima volta che lavoriamo con Famiglia Cotarella su un progetto così importante, ricco di contenuti, articolazioni e personaggi molto interessanti. Infine il tema di Identità di quest’anno è la rivoluzione, un tema che non ha la pretesa di mettere la parola fine ai progetti complessi che stanno avvenendo nella gastronomia italiana e mondiale ma che piuttosto vogliono portare alla ribalta i notevoli cambiamenti in corso”.

“Venti anni fa ci fu una rivoluzione volontaria della cucina, oggi invece la rivoluzione dobbiamo farla perché siamo costretti dalle circostanze, dalla pandemia e dalla guerra e questo è un concetto completamente diverso. Volevo ringraziare Dominga e la Fondazione perché è qualcosa di molto importante quello che andremo a fare durante Golosi di Identità perché la cucina non è solo mangiare e godersela”, ha ribadito il co-founder Paolo Marchi.

Il cibo come opportunità

Dominga Cotarella, presidente di Fondazione, ha sottolineato l’importanza di guardare al cibo non come un nemico ma come un’opportunità per tutti quei ragazzi che soffrono di disturbi alimentari. “La nostra non è una struttura sanitaria: abbiamo iniziato a collaborare con centri di ricerca e di cura fra i più importanti in Italia, come il San Raffaele, e questo ci rassicura e ci dà credibilità. Lavoreremo affinché i giovani che trascorreranno un periodo presso le residenze, nella fattoria, a contatto con le vigne, nelle meravigliose colline dell’Umbria, possano trovare il proprio equilibrio. Il nostro sogno è che il nemico di un tempo, il cibo, possa rappresentare una nuova prospettiva, una nuova identità, e che tanti giovani possano diventare un giorno chef, giornalisti enogastronomici, esperti di cultura e di turismo”.

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Paolo Vizzari, Ruggero Parrotto, Prof. Capitanio

“Le identità sono fragilità e unicità che vanno riconosciute, difese, protette”, ha ribadito Ruggero Parrotto, direttore di Fondazione Cotarella.

“Tutti noi abbiamo fatto l’esperienza di quello che accade nel mondo della sanità e abbiamo ben chiara la differenza tra curare e prendersi cura: ci sono medici molto bravi tecnicamente ma che non riescono a ispirare fiducia e sicurezza; altri, invece, sono capaci di andare oltre, entrano in empatia, non ti fanno sentire a disagio. Nei nostri percorsi, dedicheremo molta attenzione all’importanza e alla consapevolezza di sentirsi, accolti, ascoltati, accettati”.

Testimonial di chi è stato malato disturbi alimentari da cui si può guarire è Martina Domenicali, content creator e attivista per la salute mentale: “Ho voluto fare un racconto di speranza attraverso i social media. I social sono stati uno strumento importante perché mi hanno permesso di raccontare la mia storia. Ho sofferto di disturbi alimentari durante l’adolescenza e fortunatamente sono guarita e mi sono data l’obiettivo di aiutare i giovani in prima linea e in prima persona. I media sono un megafono per diffondere informazioni e i social possono essere usati per lanciare un messaggio importante di speranza”.

Nuovi laboratori

Paolo Vizzari, narratore gastronomico, ha voluto lasciare la sua testimonianza di rinascita, con la partecipazione nell’apertura di una serie di laboratori per creare un nuovo rapporto con il cibo. “Sono testimone del mio terrore a riguardo perché sono stato un adolescente obeso e so cosa significhi lottare ogni giorno con il proprio peso. In questo anno Dominga ha conquistato la mia fiducia poco alla volta e, anche grazie al mio vissuto, abbiamo cominciato ad approcciare la gastronomia in modo utile. Insieme ad Aurora Caporossi, fondatrice di Animenta, abbiamo avviato i primi laboratori con alcuni chef per fare recuperare il senso di meraviglia attorno al cibo. La mia più grande sorpresa è stato l’incontro tra due anime, lo chef e la persona malata, che interagiscono e si scambiano le proprie esperienze: si è creato un gioco di squadra dove entrambi giocano in una nazionale che ha un nemico comune, la malattia”.

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Con gli chef Negrini e Pisani

Emozioni confermate dal racconto di Alessandro Negrini e Fabio Pisani, chef del ristorante stellato Aimo e Nadia, dove è stato organizzato uno dei laboratori. “Quando Paolo mi ha raccontato questa cosa dei laboratori dove i ragazzi avrebbero dovuto riavvicinarsi di nuovo al cibo ho subito pensato a quello che Fabio faceva nell’orto con suo nonno: la salsa di pomodoro. Abbiamo pensato che era il modo migliore per coinvolgere le persone e farle innamorare di quello che stanno facendo. Può sembrare banale come scelta ma tutto il rito della raccolta, la bollitura, il tempo che scorre e la salsa cuoce ha qualcosa di magico. Per noi sono fondamentali la conoscenza del prodotto e la tecnica, che va spiegata. Questo progetto è stata un’emozione straordinaria per creare una consapevolezza nuova e poterne fare, in futuro, materia di didattica nelle scuole con lezioni sull’alimentazione e ricreare così un rapporto con il cibo sano e divertente”.

I numeri

Diverse le domande dagli esperti e i giornalisti presenti, che hanno dato modo a Cotarella di condividere alcune cifre, come le oltre 3.000.000 persone alle prese con disturbi alimentari. Una situazione aggravata durante la pandemia, con un 30% in più di nuovi casi, un abbassamento dell’età alla fascia pre-adolescenziale (8-12 anni) e l’innalzamento della percentuale di soggetti maschili (+20%).

Golosi di Identità sarà una tre giorni dove si parlerà di territorio, salute, formazione e disturbi alimentari. Il 2 marzo 2023, presso il ristorante di Identità Golose, si terrà una cena di beneficenza con gli chef Andrea Aprea, i fratelli Cerea e Guido Paternollo, una raccolta fondi il cui ricavato sarà interamente destinato ai progetti di riabilitazione che mirano alla prevenzione e alla conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare.

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