Design

Come questo imprenditore ha recuperato la tradizione ceramica bassanese esportandola in 34 Paesi

Articolo tratto dal numero di gennaio 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

Una startup di 35 anni. Così si definisce Decoratori Bassanesi, azienda produttrice di rivestimenti, nata nel 1988 a Bassano del Grappa. Fondata da Paolo Serraiotto con l’idea di recuperare la tradizione ceramica bassanese, è una di quelle rare realtà che hanno saputo costruire ponti tra tecniche antiche – come la decorazione artistica manuale delle superfici ceramiche – e le visioni iper contemporanee di alcuni dei più celebri interpreti del design e dell’architettura, come Sebastian Herkner, Norm Architects, Paola Navone o Keiji Takeuchi.

Tutto sempre con lo stesso spirito esploratore di un tempo e lo stesso approccio sperimentale e fresco, anche adesso che Decoratori Bassanesi esporta in 34 Paesi del mondo ed è riconosciuta come realtà di riferimento nel mercato ceramico d’alta gamma. A rappresentare l’eccellenza del marchio sono i rivestimenti realizzati e decorati con cura, superfici che interagiscono con i sensi chiedendo di essere sfiorate, esperite, e che racchiudono delicatissimi equilibri di matericità, decori, elementi grafici, colori e forme.

Beauty is balance, dicono qui. Ed è proprio l’arte di tratteggiare equilibri che ha definito, negli anni, la poetica di Decoratori Bassanesi. “Il fatto a mano è un concetto per noi molto importante, che ci ha contraddistinti fin dalla nascita”, spiega Serraiotto. “L’azienda nasce in un luogo immerso nella tradizione ceramica, da sempre rinomato per la decorazione artistica, Bassano del Grappa. Noi abbiamo recuperato questa eredità dandole nuova linfa attraverso prodotti innovativi e raffinati, proiettati verso il futuro. La ricerca e l’attenzione ai dettagli, che rappresentano i valori fondanti dell’azienda, permeano ogni ramo della produzione, dalla scelta dei materiali alla sperimentazione delle tecniche più all’avanguardia. Questo è l’approccio che vogliamo abbracciare oggi”.

Un approccio che, oltre a essere interpretato da Db Studio, gruppo interno di ricerca e sviluppo di Decoratori Bassanesi, si contamina della ricerca progettuale di designer e architetti internazionali. “A partire dal 2008 abbiamo deciso di intraprendere un nuovo percorso esplorando a fondo le potenzialità del rivestimento ceramico: dall’incontro con designer affermati nascono collezioni che danno vita a prodotti dalla forte identità e che dedicano uno studio particolare alla materia. Questo percorso ha portato Decoratori Bassanesi a emergere nel panorama internazionale del settore ceramico, e di questo sono particolarmente orgoglioso”.

    Wabi Sabi
    ph. StefaniaZanetti
    Decoratori Bassanesi

Dagli intrecci con il mondo del design scaturiscono nuovi percorsi stilistici e tecniche produttive: a inserirsi in questo contesto è anche la recente scelta di affidare la direzione artistica a Federica Biasi, tra i nuovi talenti del design italiano. È lei ad aver firmato Wabi-Sabi, una delle ultime collezioni presentate a settembre alla fiera Cersaie di Bologna. Il suo nome rende omaggio al concetto di bellezza imperfetta che caratterizza le lavorazioni e i processi artigianali del mondo giapponese. Una collezione dal fascino deciso, rigoroso. “Ho deciso di affidare la direzione artistica a Federica Biasi per creare un racconto inedito delle nostre superfici, che uniscono la decorazione alla ricerca di soluzioni dal gusto contemporaneo. Federica è perfetta per proseguire la missione di Decoratori Bassanesi, ampliando i canoni della tradizione e sviluppando una nuova identità visiva capace di valorizzare l’essenza storica dell’azienda e, allo stesso tempo, la poesia dei processi produttivi”.

A dare un’idea della nuova identità visiva del marchio è Desert Impression, il progetto fotografico con cui Decoratori Bassanesi si è presentata all’ultimo Cersaie. Nato dalla collaborazione tra Biasi e il fotografo sudafricano Andrea Olivo, interpreta i rivestimenti di Decoratori Bassanesi creando un deserto metafisico dove il corpo diventa la tela su cui imprimere le texture dei prodotti e raccontare così, implicitamente, l’effetto materico e tridimensionale delle superfici. Un’opera evocativa, che ricorda quanto il confine tra arte e design possa talvolta farsi sottile, evanescente. “Ho sempre amato l’arte in tutte le sue forme e ho trovato nella visione artistica di Olivo il giusto linguaggio per rappresentare il nostro mondo”. Un progetto che racchiude l’anima del marchio, lasciando scorgere un particolare concetto di lusso. “Per noi significa pensare lentamente e restituire un progetto colmo di ricerca, attenzione e qualità. È dalla volontà di imprimere nella materia un segno, dandole nuova forma ed espressione, che secondo la nostra visione possono nascere prodotti di grande pregio”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .