Stellantis mette le ali in Borsa. Grazie ai risultati di bilancio del 2022, pubblicati nella giornata di ieri, il titolo della società sta guadagnando circa il 3,5% sia a Milano che a Parigi. Prevista in positivo anche l’apertura delle contrattazioni a Wall Street.
Fatti principali
- Oggi il titolo Stellantis sta guadagnando il 3,5% sia a Milano che a Parigi. Prevista in positivo anche l’apertura delle contrattazioni a Wall Street.
- Il rally azionario della società è scattato in seguito alla pubblicazione dei conti di bilancio riferiti al 2022. Anno in cui Stellantis ha riportato 179,6 miliardi di euro di ricavi netti, in crescita del 18% rispetto al 2021, e 16,8 miliardi di euro di utili netti, in aumento del 26%.
- In crescita anche il risultato risultato operativo rettificato (+29%), pari a 23,3 miliardi di euro, con un margine del 13,0%, migliore rispetto all’obiettivo di superare il 12% al 2030. In aumento del 78% il flusso di cassa industriale netto, pari a 10,8 miliardi di euro, coerente con l’obiettivo 2030 di superare i 20 miliardi di euro
- Come spiegato dalla stessa società, l’aumento del fatturato è anche dipeso dai “prezzi netti favorevoli, dal miglior mix modelli ed agli effetti positivi dei cambi di conversione”
- Secondo il piano strategico della società, lanciato nel marzo 2022, Stellantis raggiungerà l’obiettivo di raddoppiare i ricavi netti a 300 miliardi di euro entro il 2030 (rispetto al 2021)
- Il gruppo ha ribadito il suo ruolo primario nell’elettrico. Al punto da posizionarsi al primo posto nelle vendite di veicoli commerciali BEV nel mercato UE30 e al secondo posto nell’UE30 per le vendite complessive di veicoli elettrici. Fiat Nuova 500 è l’auto elettrica più venduta in Italia, mentre Peugeot e-208 domina il mercato in Francia.
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La citazione
“Oltre ai nostri risultati finanziari record e all’implementazione mirata del piano Dare Forward 2030, abbiamo dimostrato anche l’efficacia della nostra strategia di elettrificazione in Europa”, ha dichiarato in una nota ufficiale Carlos Tavares, ceo di Stellantis. “Ora abbiamo la tecnologia, i prodotti, le materie prime e l’intero ecosistema di batterie per condurre lo stesso percorso di trasformazione in Nord America, a partire dai nostri primi veicoli completamente elettrici Ram dal 2023 e Jeep dal 2024. Desidero esprimere il mio più profondo ringraziamento a tutti i dipendenti e ai nostri partner per il contributo dato a creare un futuro più sostenibile”, ha aggiunto.
Il ricco dividendo di Stellantis e il buyback
Una delle notizie che ha fatto più sorridere gli investitori è sicuramente la stipula di un dividendo ordinario pari a 4,2 miliardi di euro, corrispondente a 1,34 euro per azione. Ma non è tutto. I soci, infatti, beneficeranno anche di un programma di riacquisto di azioni proprie (da perfezionarsi sul mercato entro la fine del 2023) da 1,5 miliardi di euro. Mosse che inevitabilmente avvantaggiano soprattutto i big del gruppo. Stiamo parlando di Exor, holding della famiglia Agnelli-Elkann, primo azionista con il 14,3%, o della famiglia Peugeot che detiene il 7%.
In cifre
In base alla sua quota, è quindi Exor la società che incasserà il più alto dividendo: circa 600 milioni di euro. Secondo Forbes, John Elkann è tra i 25 miliardari italiani con un patrimonio di 2 miliardi di euro.
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Stellantis premia i dipendenti
Infine Stellantis ha annunciato che quest’anno distribuirà un ammontare record di 2 miliardi di euro ai dipendenti di tutto il mondo come riconoscimento del loro contributo ai risultati finanziari del 2022 e ai traguardi raggiunti dall’azienda sia a livello globale che locale. Come evidenziato da Skytg24, per i dipendenti italiani del gruppo, il premio giungerà tra febbraio e aprile e avrà un ammontare medio complessivo di 1.879 euro. “Si tratta di 200 milioni di euro in più rispetto allo scorso anno ed è un giusto riconoscimento per il contributo di tutti i dipendenti di Stellantis alla crescita di Stellantis in un contesto economico molto impegnativo. Quando l’azienda va bene, tutti i dipendenti vanno bene: è questo il fondamento della nostra cultura del pagamento per performance”, ha aggiunto Carlos Tavares.
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