Inaugurato il 20 marzo 2023, Palazzo Velabro è il nuovo gioiello dell’hospitality di LHM, white label specializzata in hotel management dell’imprenditrice Cristina Paini. Il progetto architettonico e d’interni, legato fortemente al contesto romano, è firmato da Alessia Garibaldi, fondatrice dello studio di progettazione milanese GaribaldiArchitects.
Inaugura Palazzo Velabro, nuovo indirizzo dell’ospitalità romana
All’esterno gode di una vista privilegiata sui Fori Imperiali. All’interno, nelle aree comuni e nelle camere private con spazi lounge, Palazzo Velabro offre il meglio dell’ospitalità romana nel segno del lusso. Un design hotel in cui ogni dettaglio è realizzato su misura, per rispettare la monumentalità della dimora del 1700 che lo ospita, ristrutturata negli anni ’60 dall’architetto razionalista Luigi Moretti con il segno peculiare della curva, che ha eliminato spigoli e donato agli ambienti una raffinatezza senza tempo.
Un palazzo restituito alla città eterna
Il nuovo hotel nel cuore della Capitale, inaugurato da pochi giorni, porta la firma dell’architetto Alessia Garibaldi, fondatrice di GaribaldiArchitects, studio di progettazione con due anime. La prima vocata ai progetti tailor-made, residenziali e di hôtellerie, identificata con il nome di “Sartoria”. La seconda, definita “Contemporary”, si occupa invece di architettura e fondi di Real Estate, e si è da poco aggiudicata un’importante gara per lo sviluppo di un nuovo polo di uffici milanesi per il fondo Patrizia.
Con l’idea di valorizzare il contesto storico di pregio, raccontare la tradizione della Dolce Vita romana e realizzare un punto di incontro tra design e arte, per Palazzo Velabro il dipartimento sartoriale di GaribaldiArchitects ha lavorato all’unisono con la proprietà di LHM e con la curatrice Maria Vittoria Baravelli, dando vita a un progetto sofisticato, in cui il tocco del team tutto al femminile emerge nella cura di ogni dettaglio.
Lo splendore di Roma nei colori di Palazzo Velabro
Ben contestualizzato nella città di Roma, l’hotel racconta la tradizione architettonica cittadina grazie al restyling conservativo che ha mantenuto l’identità del palazzo e dell’intervento di Moretti. Le partizioni settecentesche sono state preservate, così come le smussature degli angoli che, insieme alla palette composta da tre colori principali, hanno donato agli ambienti un tocco contemporaneo.
“Le architetture romane sono pervase dai colori dei mattoni e da intonaci dalle nuance calde. Per questo motivo il progetto è legato all’idea di naturalezza, data dalle terre che avvolgono tutti gli ambienti e donano una sensazione di intimità e protezione. I setti molto spessi sono alleggeriti da angoli stondati e forme morbide, che richiamano il design anni ’60, valorizzato dalla presenza di arredi d’autore, come le lampade di Verner Panton”, racconta Alessia Garibaldi.
Oltre al racconto della Capitale attraverso archetipi, il progetto di Palazzo Velabro si apre al tema del viaggio, con contaminazioni orientali legate alle incursioni in Giappone dell’architetto. “Ho ripreso la matericità delle rafie e dei legni naturali, abbinate a carte da parati con disegni e colori legati alla tradizione visuale nipponica. Come le stampe delle moquette rasate dei corridoi e dell’area palestra, con illustrazioni di rami di pesco in fiore. Oppure i grandi specchi tondi, omaggio al sole nascente”, rivela Garibaldi. Il tutto completato dal tocco dell’arte contemporanea, con la presenza di opere di giovani artisti che si ritrovano nelle volte affrescate, oppure nelle opere fotografiche dell’archivio Mondadori selezionate da Maria Vittoria Baravelli.
Il design delle stanze
Ognuna dotata di una piccola area lounge dove rilassarsi, le stanze di Palazzo Velabro si sviluppano tra il primo e il quinto piano e accolgono gli ospiti con elementi disegnati su misura. Le testiere dei letti, per esempio, ricordano dei paraventi e sono realizzate con pannelli dagli angoli “curvati alla Moretti”. Suddivise in listelli di legno e boiserie cannettata, hanno la zona superiore decorata con una carta da parati effetto guscio di tartaruga e noce, con ninfee verdi e frassino, oppure con un pannello giapponese in rafia avorio e noce. Lo scrittoio e i pannelli tv ricordano poi le forme stilizzate del gioco degli Shangai.
“Anche i colori identificano le differenti tipologie di camere. La junior suite è caratterizzata dal verde salvia, che si abbina all’essenza di frassino. La suite ha toni di blu cobalto, mentre le camere standard hanno sfumature che virano dal rosa al mattone, abbinandosi al legno noce canaletto”, prosegue Alessia. Disponibile anche la formula delle home suite attrezzate con cucina, ideali per chi vuole sentirsi a casa e allo stesso tempo godere dei servizi tipici di hôtellerie.
Gli spazi comuni di Palazzo Velabro
Seguendo il claim “a room is not enough” (una stanza non è sufficiente), l’hotel del gruppo LHM ha puntato sullo sviluppo di servizi dalla vocazione del residence, con aree comuni dedicate alla cultura, allo svago e all’arte. L’ingresso è decorato con l’opera site specific di Edoardo Piermattei: l’affresco Histoire d’eau #1 dedicato a Roma, mentre il bancone della reception è progettato riprendendo gli elementi peculiari delle colonne doriche. Un intero corridoio è riservato a mostre periodiche con opere di giovani artisti di arte contemporanea, selezionate dalle esperte Chiara Guidi e Maria Vittoria Baravelli.
“Fiore all’occhiello del ʽSocial Floorʼ è poi il Cinema Velabro, una sala di proiezioni privata con una programmazione speciale, mentre la biblioteca ospita cento libri: una selezione accurata di Palazzo Velabro, che racconta di Roma e dei suoi scorci millenari”, prosegue l’architetto. Gli stessi che si possono osservare dalle finestre di ogni stanza e dalla terrazza al primo piano, ricca di verde e ideale per godersi la colazione. Il ristorante Apicio 16 guidato dalla chef Penelope Musolino, in arrivo dal tristellato La Pergola di Heinz Beck, completa l’offerta culinaria dell’hotel, con piatti della tradizione interpretati in chiave contemporanea.
“Ogni ambiente è progettato pensando alla sua funzione. Il progetto non è mai noioso e ripetitivo. Al contrario, ha tante declinazioni e modi di essere”, conclude Garibaldi. “Gli ospiti, di volta in volta, possono scoprire il loro piccolo mondo, scegliendo la stanza che più li rappresenta. In questo modo, Palazzo Velabro potrà diventare un luogo dell’anima, capace di raccontare le sfumature della città eterna e adattarsi alla contemporaneità”.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .