Articolo tratto dal numero di giugno 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
E’ stata la prima realtà ad avvicinare le startup al mondo del design. Oggi, dopo l’esperienza alla Design Week di Milano, Designtech raccoglie i frutti del proprio lavoro pionieristico.
Pionieristico perché nessuno prima d’ora aveva sviluppato un ecosistema composto da aziende e innovatori per fare innovazione nel design, inteso nella sua accezione più ampia.
Attraverso percorsi di open innovation, Designtech favorisce la connessione tra startup e imprese, consentendo a queste ultime di risparmiare sui costi di ricerca e sviluppo. Ad aver fondato Designtech, che a maggio 2023 ha compiuto ufficialmente un anno, sono Ivan Tallarico, Patrizia Vavassori, Alessandro de Cillis, Domenico Greco ed Emil Abirascid.
Professionisti e startupper uniti da una consapevolezza: quella che il settore del design italiano ha bisogno di un profondo rinnovamento.
“Se da tempo esistono attori che si muovono nel fintech e nel fashion tech, nel design non è così. Siamo partiti da qui, dalle potenzialità ancora inespresse della tecnologia applicata al design”, spiega Tallarico, ceo di Designtech e fondatore di Hi-Interiors, che sviluppa tecnologie per il design attraverso il concetto di internet of furniture.
I programmi di open innovation
Far comprendere alle aziende del design i vantaggi dell’innovazione, però, non è stato semplice: “Tra chi si occupa con grande maestria di design a volte c’è la percezione che la tecnologia sia non solo costosa, ma anche pericolosa, poiché potrebbe snaturare l’identità del marchio”, spiega il cio Greco.
“Il punto è accogliere il cambiamento senza stravolgere il proprio dna culturale, bensì valorizzandolo. Questa è la vera sfida di Designtech. Le imprese del design avevano bisogno di qualcuno che le aiutasse a comprendere che il mondo sta cambiando. L’idea è quella di aiutarle non solo a raggiungere obiettivi in termini economici, ma anche in termini ambientali, culturali, sociali. Sappiamo bene quanto oggi sia essenziale generare progetti benefici per il mondo. Per questo abbiamo deciso di diventare anche una società benefit”, aggiunge Abirascid, startup ecosystem advisor.
Ad accompagnare le aziende nel percorso di cambiamento sono i programmi di open innovation in cui, una volta raccolto un interesse da parte di un cluster di membri dell’ecosistema di Designtech, viene lanciata una call per gli innovatori.
Dopo la selezione delle startup più affini all’interesse delle aziende, iniziano il networking e i workshop per dare forma a progetti pilota.
“Organizziamo incontri one-to-one tra i soggetti che riteniamo abbiano maggiori sinergie, anche tra le stesse startup. Noi accendiamo la miccia: quanto succede dopo arriva in modo spontaneo. Noi diamo supporto e consigli su come sviluppare un progetto pilota, su come scrivere un accordo, su quali sono i rischi”, prosegue Greco.
“Con questo tipo di conoscenze, imprese e startup si muovono poi autonomamente. Andiamo molto fieri del nostro modo trasparente di porci nei confronti dell’innovazione”.
La mostra alla Milano Design Week
Per raccontare questo approccio, durante la Milano Design Week, Designtech ha organizzato un fitto programma di eventi, talk e presentazioni sia al Salone del Mobile, sia al FuoriSalone, nell’area di Certosa District, dove è stata allestita anche la mostra Innovation for Living.
Un’occasione per spiegare, alle aziende e non solo, le opportunità della tecnologia nel design: “Vogliamo mostrare come le startup siano la chiave dell’innovazione”, dice il cmo De Cillis.
“In generale, le aziende italiane affrontano i processi di cambiamento in modo timoroso, e noi vogliamo porre enfasi sul fatto che il processo di rinnovamento tramite le startup è una grande occasione che riduce moltissimo i tempi. Le call di open innovation consentono di arrivare al deal entro qualche mese”.
“Per noi è stato molto significativo essere i primi a portare le startup al Salone del Mobile di Milano”, ha aggiunto la coo Vavassori. “Design, Salone del Mobile e FuoriSalone sono gli elementi dell’equazione in cui Designtech si colloca per sua natura”.
Orientata al continuo sviluppo del suo modello e delle sue attività, Designtech oggi guarda alla creazione di una struttura che funga da venture builder.
Forte della strada percorsa, si apre quindi alla raccolta fondi e all’interesse degli investitori, sia nel campo finanziario sia nel campo industriale, attenti all’innovazione e alle opportunità che Designtech genera nel tessuto economico, industriale e sociale, anche in chiave di espansione internazionale del progetto.
Il progetto CoFactory
Intanto in cantiere c’è un’altra novità: la CoFactory, che a fine anno si aggiungerà agli spazi presso Mind e al C.space come terzo polo di Designtech.
“Stiamo realizzando una CoFactory basata su processi di digital fabrication e su una logica di design manufacturing, dove alcuni ambienti saranno auto prodotti grazie alle soluzioni tecnologiche create da alcuni nostri membri.
Qui sarà possibile dare forma concreta ai progetti che nascono grazie ai nostri percorsi. In questo modo, l’ecosistema di Designtech genera progetti che si scaricano a terra anche nei nostri stessi spazi”, spiega Tallarico.
La CoFactory sorgerà in zona Certosa, nel contesto del grande piano di trasformazione urbana di RealStep Sicaf, società di sviluppo immobiliare cui si deve la rigenerazione della zona di via Tortona.
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