Ingad
Small Giants

Il futuro in cassaforte: così Ingad Trust si occupa di tutela patrimoniale e pianificazione successoria

Articolo tratto dall’allegato Small Giants del numero di gennaio 2024 di Forbes Italia. 

La matrice resta quella anglosassone, ma ormai è un negozio giuridico sempre più diffuso anche in Italia, soprattutto con lo scopo di garantire la continuità patrimoniale. Il trust è uno strumento la cui gestione richiede capacità amministrative e precise competenze, oltre all’esperienza necessaria per interpretare le esigenze del disponente. Ed è proprio questa necessità che ha portato alla formazione di professionisti e aziende che operano come trustee (termine traducibile come ‘gestore’). Una delle più accreditate in Italia è Ingad Trust, che nasce dall’esperienza consolidata di esperti nelle varie discipline riguardanti la gestione e il trasferimento di patrimoni, oltre alle operazioni societarie. Una società che si avvale di professionisti di grande preparazione nell’ambito degli aspetti legali e tributari, che hanno sviluppato collaborazioni stabili con primari fondi di investimento, banche, istituzioni fiduciarie, family office e studi legali.

L’avvocato Diana Palomba

Ingad Trust agisce in qualità di trustee professionale nei confronti di clientela sofisticata con esigenze di tutela patrimoniale, pianificazione successoria e nelle operazioni straordinarie di finanza strutturata. Amministra trust con patrimoni immobiliari sia in Italia che all’estero, con imbarcazioni di lusso, partecipazioni societarie operative in diversi settori e paesi e con importanti gestioni patrimoniali. Il motore e ideatore di Ingad è Diana Palomba, avvocato che vanta numerose collaborazioni con società specializzate in consulenza fiscale internazionale e che ha ricoperto il ruolo di responsabile del dipartimento Trust presso un importante gruppo con sede a Londra. È stata anche presidente della Step Italia, nonché membro italiano dello Step Eu Committee, attivo presso organismi internazionali quale Ocse, Facta e Bce, oltre ad essere il guardiano del Fashion Trust della Camera della moda italiana.

Avvocato Palomba, Ingad ha nel suo Dna la gestione in chiave tailor made del trust, ovvero cerca di interpretare al meglio quelle che sono le diverse e specifiche esigenze del cliente.

Noi ci adoperiamo per rappresentare al meglio ogni esigenza del cliente nella consapevolezza che ognuno è diverso dall’altro e ci sono delle dinamiche che vanno interpretate. Devono raccontarmi quelle che sono le loro idee, le loro paure e i loro obiettivi che poi vanno tradotti in un linguaggio legale per la redazione dell’atto di trust. La posizione del trustee, che si pone come soggetto terzo rispetto alle famiglie, può contribuire a disciplinare i rapporti tra i vari componenti e aiuta a prendere scelte che potrebbero risultare difficili. Come accade ad esempio con il ‘dopo di noi’, quando c’è la presenza di figli disabili a cui i genitori vogliono assicurare un futuro senza problemi economici dopo la loro scomparsa.

Quali sono le maggiori difficoltà nell’amministrazione di un trust? Chi è che ricorre di più a questo negozio giuridico?

Le difficoltà maggiori nascono alla morte del disponente, perché magari i beneficiari cercano di minare le fondamenta dello strumento e quindi di forzare quella che era la sua volontà. Al momento della redazione dell’atto di trust è necessario prevedere quello che accadrà nel futuro e produrre un atto che non ingessi eccessivamente l’operatività dello strumento, ma che regga dal punto di vista legale. A ricorrere a questo strumento, ormai sempre più diffuso anche da noi, oggi non sono solo i titolari di grandi patrimoni, ma anche famiglie, medi e piccoli imprenditori, nonché i professionisti che hanno la necessità di salvaguardarsi dai rischi che le loro attività presentano. Si tratta poi di valutare i costi per la creazione e il mantenimento del trust e i vantaggi che si ottengono. Noi di Ingad ci poniamo poi come un family office che solleva i clienti da tutta una serie di responsabilità.

Quali sono i poteri e quali i limiti di un trustee?

I limiti dei poteri e quindi della discrezionalità del trustee sono indicati nell’atto. Si tende a inserire dei paletti che ne regolino l’attività, così come ad introdurre la figura del ‘guardiano’, persona di fiducia del disponente che avrà una serie di poteri di veto o autorizzazioni, ma soprattutto di supervisore dell’attività del trustee. Sostanzialmente il trustee deve cercare di mantenere sempre una propria oggettività e fare comunque gli interessi dei beneficiari. Pronto anche a suggerire la chiusura anticipata del trust nel caso non risponda più alle esigenze iniziali. La professionalità deve spingerci non a gestire i beni come se fossero nostri, ma con la consapevolezza che appartengono ad altri e quindi con una responsabilità doppia.

L’attività di Ingad sta crescendo: quali sono gli step futuri? Vi state espandendo anche sui mercati esteri.

Sì, in effetti stiamo registrando una forte crescita. Non a caso abbiamo recentemente affiancato a Ingad un’altra trustee company, la Clevaro Trust. Quest’ultima si dedica molto anche ai trust filantropici e a carattere sociale, con lo scopo di promuovere la cultura e la ricerca scientifica, per esempio. Stiamo poi guardando molto anche oltre confine, considerando che l’Italia è un paese appetibile per stranieri che hanno intenzione di trasferirsi e investire qui, grazie anche a una migliorata politica fiscale. In questi casi la costituzione di un trust può semplificare in modo significativo questi passaggi e tutti i trasferimenti di capitale, garantendo una maggiore serenità.

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