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11 dicembre 2025

Così il Gruppo Ini punta su innovazione e partnership pubblico-privato

Il presidente Cristopher Faroni “L’Italia può diventare una destinazione per i pazienti del Mediterraneo”
Così il Gruppo Ini punta su innovazione e partnership pubblico-privato

Maurizio Abbati
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Maurizio Abbati

Contenuto tratto dal numero di novembre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

Il Gruppo Ini, con dieci strutture accreditate tra Lazio e Abruzzo e oltre duemila collaboratori, punta su innovazione, eccellenza tecnologica e collaborazione pubblico-privato per offrire prestazioni sanitarie di alto livello e posizionare l’Italia come riferimento internazionale

Uno sguardo rivolto al futuro, verso l’eccellenza delle prestazioni sanitarie e oltre i confini nazionali. Il Gruppo Ini, fondato da Delfo Galileo Faroni nel 1947, si pone oggi come una delle più importanti realtà della sanità privata accreditata del Centro Italia: un gruppo con dieci strutture sanitarie accreditate nel Lazio e in Abruzzo, 1.200 posti letto e duemila collaboratori.

Gli investimenti tecnologici

Ma soprattutto mostra forte capacità di investimento e sempre maggiore aderenza alle necessità dell’utenza, guardando alle eccellenze tecnologiche, come radioterapie di ultima generazione, strumentazione diagnostica all’avanguardia e centri riabilitativi d’eccellenza. Le strutture dispongono di centri avanzati di traumatologia e chirurgia ortopedica, con tecniche operatorie innovative per la protesica. Oltre a un centro oncologico con certificazione internazionale Esmo (europea) e Mascc (americana). Quattro strutture sono inserite nella mappa dell’Istituto Superiore di Sanità come centri riconosciuti a livello nazionale per lo spettro autistico e le patologie dell’età evolutiva. La strategia del gruppo è quella di guardare a una crescita competitiva e, allo stesso tempo, ampliare il bacino oltre i confini nazionali, aprendo a una collaborazione tra pubblico e privato.

“La sanità nel nostro Paese”, dice il presidente, Cristopher Faroni, “va trattata come gli altri settori economici. È ormai anacronistico pensare di contare solo su una sanità pubblica, quando sono ormai evidenti le prove di una forte interazione con il privato: basti guardare all’esternalizzazione dei servizi a cui, per le strutture pubbliche, diventa impossibile rinunciare, anche per ottimizzare i costi. È necessario creare un rapporto sinergico tra sistema sanitario pubblico e privato per offrire più prestazioni a costi accessibili, contribuendo ad abbattere le liste d’attesa. Lo Stato deve assumere un ruolo di vigilanza e di programmazione, incentivando il privato a intervenire sulle criticità del sistema sanitario, consentendo di investire sul potenziamento tecnologico, per andare oltre e fare in modo che il nostro Paese resti un’eccellenza”.

Sostenere un “Progetto Italia”

L’Italia, oltre a offrire garanzie ai cittadini, può presentarsi, secondo Faroni, anche come destinazione attrattiva per i pazienti internazionali. “Credo sia essenziale candidare il nostro Paese a ruolo attrattivo verso le realtà del Mediterraneo, potendo contare su eccellenze sanitarie riconosciute a livello mondiale, con un occhio rivolto al Medio Oriente e al Nord Africa, che possono essere attirati dalla qualità dei servizi e dalla nostra competitività, oltre che dai livelli garantiti dai nostri specialisti. Possiamo invertire la tendenza e scongiurare la ricerca di soluzioni all’estero. Ci sono già imprenditori che hanno aperto la strada in questo senso. Noi, come Gruppo Ini, siamo pronti a fare la nostra parte e presenteremo un progetto in questi paesi, alla presenza di luminari e professori universitari, con cui sostenere un ‘Progetto Italia’. Avere una visione internazionale è fondamentale anche per attrarre le risorse economiche necessarie per investire nell’aggiornamento, passaggio cruciale per restare ai vertici ed essere attrattivi a livello globale. Ad esempio, ci sono patologie, come l’autismo e quelle oncologiche, che evidenziano un forte aumento di richieste di assistenza, di diagnosi e di cura e necessitano di servizi accurati a livello territoriale, davanti a cui si deve lavorare in modo sinergico, se si vogliono garantire i servizi. In particolare dopo il Covid l’innovazione è diventata più veloce ed è necessario stare al passo. È necessario che l’imprenditore sia lungimirante e disponibile a mettersi in gioco, anticipando la richiesta. Come se alla fine si trattasse di un gioco di squadra”.