Dopo 27 anni con Nike, in qualità di suo più grande sponsor, Tiger Woods, in post su X ha confermato la sua separazione con il colosso dell’abbigliamento. Ponendo così fine a una partnership che, nel corso degli anni, gli ha permesso di incassare più di 500 milioni di dollari (al lordo delle tasse e dei compensi degli agenti), secondo le stime di Forbes.
Tiger Woods e Nike: la fine della partnership
L’accordo con Nike rappresentava per Tiger Woods (48 anni) più di un quarto dei suoi guadagni stimati di 1,8 miliardi di dollari durante la sua carriera. Una cifra record per un atleta in attività. Si tratta, infatti, di circa 300 milioni di dollari in più rispetto al numero di questa particolare classifica, ossia Cristiano Ronaldo. Ma non è tutto. In quanto non è minimamente confrontabile con il suo record di guadagni ottenuti dal PGA Tour: 121 milioni di dollari in premi in denaro.
Peraltro, è proprio grazie a questo accordo che Tiger Woods è entrato nella lista dei miliardari di Forbes nel 2022, diventando così uno dei soli due atleti ancora in attività a entrare nel club dei miliardari, insieme alla superstar dell’NBA LeBron James. (Anche Michael Jordan e Magic Johnson sono miliardari, ma ha raggiunto questo traguardo dopo essersi ritirati dal basket). Woods, che ogni anno dal 2002 al 2011 era in testa alla lista di Forbes degli atleti più pagati al mondo, ora ha un patrimonio netto stimato di 1,1 miliardi di dollari.
Era da un anno che si vociferava della fine dei rapporti commerciali tra Nike e Woods, anche in virtù del fatto che era in scadenza il contratto decennale firmato nel 2013. Peraltro, sono diverse le indicazioni che erano arrivate in tal senso: oltre ad aver già smesso di usare mazze Nike, (dopo che la società aveva smesso di produrre attrezzature da golf nel 2016) Woods, dal 2022, nelle sue poche apparizioni nei tornei (dettata da un problema di mobilità delle gambe causato da un grave incidente automobilistico di un anno prima) indossava le scarpe FootJoy.
Il mese scorso, quando gli è stato chiesto se fosse sull’orlo della rottura con Nike, Woods ha deviato, dicendo: “Indosso ancora il loro prodotto” – e ha semplicemente ripetuto quella risposta quando gli è stato chiesto di fare chiarezza.
“Nel corso della nostra partnership, siamo stati testimoni insieme al resto del mondo di come Tiger non solo abbia ridefinito lo sport del golf, ma abbia infranto le barriere per tutto lo sport”, ha dichiarato Nike in una nota lunedì. “Lo abbiamo visto stabilire record, sfidare il pensiero convenzionale e ispirare generazioni di persone in tutto il mondo. Siamo grati di averne fatto parte”.
La storia della collaborazione
Tiger Woods firmò con Nike nel 1996, subito dopo essere diventato professionista all’età di 20 anni, con un accordo del valore di 40 milioni di dollari in cinque anni. Sebbene fino a quel momento fosse tra le sponsorizzazioni più redditizie nella storia dello sport, il padre di Woods, Earl, in seguito lo ribattezzò come “un accordo da pochi spiccioli“. Una frase che si rivelò molto azzeccata. Quando Woods vinse 15 major e diventò il giocatore di golf più famoso della sua generazione, il valore del suo contratto con la Nike salì alle stelle e rimodellò il marketing sportivo.
Al top della carriera, Woods guadagnava più di 30 milioni di dollari all’anno dalla Nike. Cifra che rappresentava tra un quinto e la metà del suo reddito annuale. Ha avuto una scarpa firmata e una propria linea di abbigliamento con Nike, e l’azienda è rimasta al suo fianco dopo uno scandalo di adulterio nel 2009, anche se ha perso una mezza dozzina di altri sponsor. Ma quando le magliette rosse e i cappelli neri di Nike divennero sinonimo dell’atleta, l’azienda ne trasse altrettanto beneficio.
La sua divisione golf, praticamente inesistente all’inizio della partnership, è cresciuta di dieci volte nei suoi primi due anni con Woods, raggiungendo un fatturato di 300 milioni di dollari, secondo Boardroom. L’azienda ha iniziato a produrre palline da golf nel 2000 e mazze nel 2001, e alla fine la divisione ha raggiunto gli 800 milioni di dollari di vendite annuali prima della sua uscita dal settore delle attrezzature nel 2016.
Peraltro, c’erano anche vantaggi meno tangibili derivanti dalla partnership. Woods veniva spesso visto sfoggiare il baffo della Nike anche in pubblicità di altri marchi— cosa che non faceva neanche Jordan —. E anche se la divisione golf di Nike svelò a Forbes nel 2004 che Woods non era contrattualmente obbligato a indossare i suoi capi di abbigliamento in ogni apparizione pubblica, ma che se non lo avesse fatto ci sarebbe stato “un certo livello di delusione”. “Tiger è così strettamente associato a Nike che, anche se lo vedi affiliato ad altri marchi, pensi comunque a Nike”, disse all’epoca a Forbes il responsabile del marketing Gary Singer.
Come riportato una volta da Golf Digest, al cofondatore di Nike, Phil Knight, fu chiesto in un’assemblea degli azionisti nel 2000 se la società avesse pensato a modi migliori per investire i propri soldi piuttosto che dare a Woods 20 milioni di dollari all’anno. La risposta di Knight è stata semplice: “No”.
Oggi, comunque, il business nel mondo golf di Nike è molto più incerto. L’azienda ha annunciato il mese scorso l’intenzione di licenziare i dipendenti e tagliare fino a 2 miliardi di dollari di costi nei prossimi tre anni, e circolano voci secondo cui Nike potrebbe ritirarsi completamente dal golf, compreso anche nel settore dell’abbigliamento. Nel frattempo, alcuni si chiedono se l’azienda potrebbe tagliare i suoi rapporti con altri testimonial di alto profilo come Rory McIlroy e Scottie Scheffler. Proprio la settimana scorsa, Jason Day ha lasciato la Nike, diventando il primo giocatore di golf a firmare con la Malbon Golf.
Il futuro di Tiger Woods senza la Nike
Anche il futuro di Woods senza Nike non è chiaro. Potrebbe infatti ampliare il suo accordo con lo sponsor del suo club, TaylorMade, che vende una piccola selezione di abbigliamento, oppure potrebbe unirsi a un brand nuovo appena sbarcato nel campo dell’abbigliamento sportivo, come ha fatto la leggenda del tennis Roger Federer quando ha deciso di lasciare Nike dopo 24 anni per firmare con Uniqlo nel 2018 e per investire nelle scarpe da ginnastica On nel 2019. (Marc Maurer, co-ceo di On, ha rapidamente negato le voci secondo cui Woods potrebbe firmare un accordo con la sua azienda, dicendo lunedì alla Cnbc: “Speriamo che Tiger trovi un nuovo fantastico partner, ma non saremo noi”).
Per ora, l’attenzione è concentrata su Greyson Clothiers, che ha accordi in essere con l’amico di Woods, Justin Thomas, e l’ex stella della Nfl Larry Fitzgerald. Il mese scorso, Fitzgerald ha condiviso un post su Instagram in cui dichiarava che la società ha ingaggiato il figlio quattordicenne di Woods, Charlie (anche lui promettente giocatore di golf).
La stessa Greyson ha ripubblicato il messaggio di Fitzgerald, apparentemente confermando la notizia, ma subito dopo lo ha cancellato. Nella sua dichiarazione di lunedì, Woods non si è lasciato scappare alcuna indiscrezione, ma ha lasciato intendere che avrebbe giocato al Genesis Invitational, un evento del PGA Tour che ospiterà nel sud della California a febbraio. “La gente chiederà se c’è un altro capitolo”, ha scritto Woods. “Sì, ci sarà sicuramente un altro capitolo. Ci vediamo a Los Angeles!”
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