Va avanti a grandi passi il piano, all’esame delle istituzioni europee, che vede nel patrimonio immobiliare un fattore centrale, nell’ottica di una sostenibilità ormai cardine della svolta verde. La Commissione Europea ritiene gli edifici nell’Ue responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra. Così la nuova direttiva definisce un percorso finalizzato a raggiungere un parco edifici neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050.
Il percorso è definito da step intermedi di risparmio energetico per il patrimonio edilizio che prevedono una riduzione del consumo medio di energia del 16% nel 2030 e del 20-22% nel 2035. Con un’attenzione particolare ai livelli energetici di ogni singolo edificio, in quanto il 55% della riduzione energetica andrà raggiunto attraverso la ristrutturazione di quelli che presentano le performance peggiori. Così entro il 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero ed entro il 2050 lo sarà l’intero patrimonio edilizio.
Il sostegno di Green Tech Industry
Un piano ambizioso che richiederà una forte capacità di intervento da parte degli stati membri ma anche un sostegno concreto da parte del mondo delle imprese, chiamate a contribuire in modo decisivo all’efficientamento proponendo soluzioni all’avanguardia. Un ruolo che si candida ad interpretare Green Tech Industry, una startup nata in provincia di Bari che sta guardando a nuove soluzioni per l’isolamento termico a cappotto degli edifici.
Inoltre ha progettato, oltre che già adottato, pannelli termoisolanti ad elevata sostenibilità, composti da materia prima e scarti della filiera agricola del riso miscelati con fibre termofusibili. Il risultato è un composto che garantisce un’ottima capacità di isolamento termico e autoportanza. La superficie compatta e la resistenza al fuoco, invece, determinano prestazioni di alto livello e una elevata traspirabilità.
“Il piano dell’Unione Europea si tradurrà in una vera e propria rivoluzione per il settore dell’edilizia, soprattutto in Italia dove il patrimonio immobiliare è mediamente vecchio e ci sarà bisogno di efficientare circa nove milioni di immobili per una spesa di 65 miliardi di euro, nella direzione di una qualità dei materiali che davvero consenta l’emissione zero in atmosfera”, racconta Antonio Paccione, presidente di Green Tech Industry. “Siamo nati come startup per lavorare in questa direzione, con il proposito di dare un nostro contributo a questa svolta green”.
Ma come siete arrivati a utilizzare scarti della filiera del riso?
È il frutto della ricerca condotta come startup innovativa. Abbiamo lavorato fin dall’inizio sulla forza delle nostre idee, nella consapevolezza di orientarci verso soggetti attenti allo sviluppo e alla sostenibilità, che per fortuna sono in forte crescita. Abbiamo lavorato sugli scarti della filiera agricola e ci siamo orientati sulla paglia di riso, che è risultato essere uno degli isolanti migliori a livello termico e con varie possibilità di impiego. Siamo soddisfatti in quanto è un prodotto made in Italy a cui noi stiamo cercando di aprire un mercato nazionale e internazionale, rivolgendoci soprattutto a quei paesi dove è più forte la domanda di materiali naturali, come ad esempio il Nord Europa, che ha una sensibilità maggiore in chiave bioclimatica. Siamo certi che entro i prossimi tre anni anche l’Italia sarà chiamata a fare la sua parte e dovrà innescare un meccanismo virtuoso che la porti a rispettare i parametri già stabiliti a livello Ue a livello di risparmio energetico, in cui l’edilizia svolge un ruolo determinante. Tutti gli edifici dovranno essere portati quanto meno in classe D.
Una bella prova di forza per l’Unione Europea, ma sarà essenziale disporre di materiali davvero ecosostenibili. E qui si chiamano in causa le imprese.
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