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In Italia il settore sport vale 22 miliardi di euro: è l’1,3% del Pil

Lo sport fa bene alla salute delle persone ma anche all’industria. In Italia, il settore genera circa 22 miliardi di euro, con un contributo al Pil dell’1,3%.

A rivelarlo è il Rapporto Sport 2023, prima indagine di sistema nata con l’obiettivo di porre l’attenzione sul grande potenziale dell’industria sportiva, fornendo un quadro del contributo al Pil, della domanda di pratica sportiva, dello stato del parco impianti nazionale e della dimensione di impatto dello sport.

L’indagine è stata presentata dall’Istituto per il Credito Sportivo e da Sport e Salute con la presenza del Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, del presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo Beniamino Quintieri, del presidente di Sport e Salute Marco Mezzaroma, del vicepresidente vicario del Coni Silvia Salis e del presidente del Cip Luca Pancalli.

“Il Rapporto Sport 2023 interpreta l’esigenza di acquisire nuove consapevolezze del sistema sport, della sua influenza e dei suoi impatti nell’ambito dell’economia sociale della nostra Nazione, così come della qualità della vita delle persone e delle comunità”, spiega Andrea Abodi.

“Questa preziosa analisi, alla quale dovrà essere data continuità nel tempo, potrà fornire un contributo fondamentale alla creazione di un modello italiano che punti a una maggiore e migliore presenza dell’attività sportiva, in tutte sue forme, nella nostra società”.

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Un settore con 400mila addetti

Il lavoro consolida la collaborazione fra Ics e Sport e Salute, due attori istituzionali del sistema sport, che lavorano per lo sviluppo dei territori e il benessere dei cittadini con la promozione e il sostegno della pratica sportiva.

Attraverso l’utilizzo di dati completi e allineati al quadro metodologico raccomandato dalla Commissione europea, la pubblicazione offre la base informativa di riferimento per la determinazione del valore economico e sociale della filiera estesa dell’industria sportiva.

Lo sport si conferma una solida industria, con un potente effetto leva in termini di ricadute economiche, stimato in 2,2x e un’incidenza significativa a livello occupazionale. Oggi, il settore conta circa 400mila addetti attivi lungo la filiera, che vede la presenza di oltre 15mila imprese private e circa 82mila Enti non profit.

Infrastrutture sportive inefficienti

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Il Rapporto evidenzia i problemi di manutenzione e conservazione che coinvolgono le infrastrutture sportive italiane: quasi la metà degli impianti (44%), realizzati tra gli anni Settanta e Ottanta, risultano in gran parte inefficienti in termini di sostenibilità economica e ambientale.

Sull’equilibrio finanziario di molte strutture sportive, fortemente penalizzate dall’aumento delle bollette di elettricità e gas (arrivate a incidere fino al 45% dei costi fissi totali) hanno influito fattori importanti come la pandemia e la successiva crisi energetica.

Secondo il rapporto, la spinta verso la transizione verde e digitale degli impianti, dando priorità di intervento al Mezzogiorno (dove è localizzato solo il 26% degli impianti nazionali), rappresenta la soluzione ideale per rendere più efficiente e capillare la rete delle infrastrutture italiane.

38 milioni di italiani non pratica attività sportiva

Ma la condizione degli impianti non è l’unico problema che deve affrontare il nostro paese. Come emerge dal rapporto, in Italia si calcola un tasso di sedentarietà piuttosto alto: oltre 38 milioni di italiani non pratica sport e solo un quarto della popolazione svolge attività sportiva in modo continuativo.

Per questo è quanto mai necessaria un’azione di sistema per la costruzione di una cultura dello sport, attraverso politiche multisettoriali in un’ottica sinergica tra pubblico e privato.

“Con il Rapporto Sport vede la luce un progetto volto alla creazione di un osservatorio di settore capace di offrire un set informativo utile per orientare le politiche dello sport”, spiega Beniamino Quintieri.

“L’angolo visuale dell’analisi rappresenta un’efficace prospettiva per migliorare la definizione delle priorità di intervento attraverso politiche di supporto finanziario finalizzate a una convergenza tra investimento, rendimento e obiettivi sociali. È importante sottolineare che la valutazione di impatto condotta sui finanziamenti concessi da Ics ha permesso di dimostrare la capacità dello sport di essere moltiplicatore sociale per i territori e per la collettività”.

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