A 31 anni, con un patrimonio stimato da Forbes in 2,3 miliardi di dollari, Palmer Luckey ha già nel suo curriculum imprenditoriale due unicorni, cioè startup la cui valutazione ha superato il miliardo di dollari. Se la seconda è piuttosto recente – una startup che progetta apparecchiature militari all’avanguardia -, a fare impressione è la prima. Per i tempi in cui è nata, per il tema che ha sviluppato e per l’età che aveva Luckey quando ha deciso di provare per davvero a fare l’imprenditore.
Quella di Luckey è la storia di un visionario e di un uomo controverso, che prima ha fatto affari con Facebook, vendendole a peso d’oro la sua prima startup, per poi essere licenziato a causa delle sue posizioni politiche, apertamente favorevoli a Donald Trump. Nulla di tutto questo, però, scalfisce il talento imprenditoriale del nativo di Long Beach, in California.
Un talento dimostrato anche da un numero: in soli 600 giorni Luckey è passato dal lanciare un crowdfunding per la sua prima startup a venderla a Facebook per 2 miliardi di dollari. Segmento di mercato: la realtà virtuale, tema che oggi è centrale, ma era molto più marginale una quindicina di anni fa.
La storia di Palmer Luckey
La realtà virtuale è entrata nella testa di Luckey grazie a Star Trek e Matrix e all’influenza dei genitori, che, racconta l’edizione americana Forbes, decisero di istruire a casa Palmer e le tre sorelle, sotto le attenzioni della mamma, casalinga. Oltre alle lezioni, Luckey aiutava anche il padre, un venditore d’auto, lavorando su alcune macchine nel garage di casa. Si appassionò a quel processo di montaggio, smontaggio e studio degli oggetti più disparati, a cui unì un grande amore per i videogiochi. Al college scelse una laurea in giornalismo che non completò, perché nel frattempo l’imprenditoria aveva fatto irruzione nella sua vita.
Come tanti adolescenti americani, Luckey cercava di tirare su qualche dollaro extra. Nel suo caso, però, qualche dollaro divenne decine di migliaia, soprattutto grazie all’acquisto di iPhone rotti che riparava e rivendeva. Nell’estate del 2011 ottenne un lavoro part-time con il pioniere della realtà virtuale Mark Bolas nel suo laboratorio della University of Southern California. Bolas e i suoi studenti avevano trascorso anni a perfezionare i visori e tutte le loro innovazioni erano open source. Luckey acquisì conoscenze, studiò la tecnologia e le applicò rapidamente al proprio lavoro sperimentale su prototipi di visori, che portava avanti da quando aveva 16 anni.
La nascita di Oculus Vr
Nell’aprile 2012, a 19 anni, Luckey completò il sesto prototipo del suo visore, fatto in casa e sostanzialmente da autodidatta. Per migliorarlo si affidò a forum e chat frequentati da altri esperti e appassionati del settore. Uno di questi era John Carmack, leggendario programmatore di videogiochi, a cui Luckey inviò uno dei suoi prototipi. Carmack fu entusiasta e così, a luglio, nacque Oculus Vr. Per darsi una spinta ulteriore, Luckey lanciò una campagna di crowdfunding per raccogliere 250mila dollari, superato in meno di due ore. In un mese i fondi arrivarono a quasi 2,5 milioni e la realtà virtuale divenne una startup del mondo reale.
Carmack lasciò il suo lavoro per unirsi a Palmer e alla sua Oculus. Intanto i round di investimento si susseguirono. A fine 2013 i milioni raccolti erano più di 90 e la valutazione della startup sul mercato era già nell’ordine dei 300 milioni di dollari. Nonostante avesse realizzato solo prototipi, l’azienda attirò le attenzioni di Facebook e di Mark Zuckerberg, che contattò Luckey via email e a gennaio 2014 andò negli uffici della startup per provare di persona il visore. Risultato: Zuckerberg annunciò l’acquisto di Oculus Vr, che pure non aveva ancora un prodotto sul mercato. Il valore dell’operazione era di 2 miliardi di dollari.
Il business militare
Nel 2016, in seguito a una donazione di 10mila dollari in favore di un comitato anti-Hillary Clinton, Facebook decise di licenziare Luckey in mezzo a feroci polemiche. Lui non rimase fermo per troppo tempo: già nel 2017 fondò Anduril (dal nome della spada di Aragorn nel Signore degli Anelli), una startup finanziata dalla società di venture capital Founders Fund e dedicata alla tecnologia militare d’avanguardia, con cui si è aggiudicato appalti da miliardi di dollari con il Pentagono. La startup è arrivata così a una valutazione di 8,5 miliardi.
Tra i contatti che Luckey ha creato grazie ad Anduril c’è anche quello con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, come raccontato dall’imprenditore a Wired nel 2022: “Ci ha contattato nel 2020, molto in anticipo rispetto alla maggior parte dei leader mondiali, in un momento in cui la gente non credeva nell’applicazione delle tecnologie autonome alla guerra”.
Come riportato di recente da Bloomberg, Anduril ora sarebbe in trattativa per raccogliere dai 400 ai 500 milioni di dollari in finanziamenti, per una valutazione di circa 10 miliardi. Invece di ricorrere a un round di finanziamento tradizionale, Anduril potrebbe raccogliere fondi come debito destinato a convertirsi in azioni, con una valutazione futura di 10 miliardi, in caso di un nuovo round o di un altro accordo. La liquidità verrebbe usata per finanziare acquisizioni come quella dello sviluppatore di aerei autonomi Blue Force Technologies, annunciata il mese scorso, e per la ricerca e sviluppo.
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