Tempo di conti al Ftse Mib. Da Mps a UniCredit, sono già diverse le banche che hanno chiuso le proprie trimestrali oltre l’attese, battendo così le stime degli analisti e dei mercati.
Trimestrali banche, Unicredit corre in Borsa
UniCredit – che al momento sta salendo in Borsa di oltre il 3% – ha chiuso il primo trimestre del 2024 con ricavi pari a 6,37 miliardi di euro, in aumento del 7,4% rispetto ai 5,93 miliardi ottenuti nello stesso periodo dell’esercizio precedente. I costi operativi sono scesi dello 0,7% a 2,31 miliardi di euro; di conseguenza, nel trimestre il rapporto tra costi e ricavi si era ridotto al 36,2%. Il risultato netto di gestione è aumentato a 3,96 miliardi di euro, rispetto ai 3,51 miliardi del 1° trimestre del 2023 (+12,9%).
Vola, come sottolinea Andrea Orcel, ad di UniCredit, l’utile netto: 2,6 miliardi di euro, in crescita di circa il 24% rispetto al corrispettivo del 2023. “Questo risultato è stato supportato da un contesto nettamente migliorato per le commissioni e gli AuM, dalla nostra attenzione per i clienti e verso le nostre fabbriche prodotto tradottasi in uno slancio commerciale eccezionale, e da un margine di interesse resiliente. Pur continuando ad investire, rimaniamo vigili sui costi e raccogliamo i benefici delle iniziative che abbiamo assunto in precedenza con un rapporto costi/ricavi leader nel settore al 36,2%”, ha evidenziato il numero uno.
Mps batte le stime degli analisti
Sempre tra le banche, ottima anche la trimestrale di Mps. L’istituto ha chiuso la prima parte dell’anno con un utile di 333 milioni di euro, in rialzo del 41,2% rispetto allo stesso periodo del 2023 e oltre i 281 milioni attesi dagli analisti. In crescita del 15,2% anche i ricavi, che volano oltre il miliardo, esattamente 1,013 miliardi di euro. “Tale dinamica è da ricondurre soprattutto alla crescita del margine di intermediazione primario, che si pone in aumento sia sulla componente del margine di interesse (+16,4%) sia sulle commissioni nette (+10,1%)”, spiega la società.
Il margine di interesse al 31 marzo 2024 è risultato pari a 587 milioni di euro, in crescita rispetto allo stesso periodo del 2023 (+16,4%). “Una crescita guidata prevalentemente dal maggior contributo dei rapporti con banche centrali, dei derivati di copertura e del portafoglio titoli. In particolare, nei rapporti con banche centrali, al 31 marzo 2024 è stato contabilizzato un beneficio netto pari a 21 milioni di euro, rispetto al costo netto di 50 milioni di euro del corrispondente periodo del 2023”.
I dividendi, proventi simili e utili (perdite) delle partecipazioni al 31 marzo 2024 ammontano a 19 milioni di euro e risultano stabili rispetto al corrispondente periodo del 2023 (+0,3 mln di euro).
Intesa Sanpaolo da record
Venerdì ha aperto le danze delle trimestrali bancarie Intesa Sanpaolo. L’istituto diretto da Carlo Messina ha archiviato il primo trimestre del 2024 mettendo a segno un nuovo record, chiudendo il suo miglior inizio di anno di sempre, con un risultato netto di 2,3 miliardi di euro, in crescita del 17,6% rispetto allo stesso periodo del 2023 e oltre le attese di circa 2,1 miliardi di euro, spinto anche grazie alla forte accelerazione delle commissioni e dell’attività assicurativa. Rimanendo così in linea “con l’obiettivo di risultato netto superiore a 8 miliardi di euro nel 2024”, spiega la società.
Nel periodo i proventi operativi netti sono aumentati dell’11,1% a 6,7 miliardi, con interessi netti saliti del 20,8% a 3,9 miliardi e commissioni nette a 2,3 miliardi (+6,3%). Sostanzialmente stabili a 2,6 miliardi i costi operativi. Nel 2024, Intesa Sanpaolo premierà gli azionisti con la distribuzione complessiva di almeno 7,3 miliardi di euro, incluso il riacquisto di azioni proprie per 1,7 miliardi di euro a giugno e l’acconto sul dividendo pagato a novembre.
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