Articolo tratto dal numero di maggio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Venti anni di attività, per chi opera in un settore come quello delle life science, significano un bel bagaglio di esperienze. Vent’anni come quelli compiuti da Innate, azienda con sede a Novi Ligure, fondata da Federico Panzieri nel 2004 e specializzata nella produzione di dispositivi medici di classe I, IIa, IIb e III, cosmetici avanzati e integratori alimentari, che guarda sempre più al comparto della salute, cercando di interpretare e dare risposte agli sviluppi nel campo della somministrazione terapeutica.
All’inizio fu un piccolo laboratorio artigianale
A spiegare come è nata Innate, che tipo di realtà è oggi e quali sono i campi di applicazione è Panzieri, fondatore e membro del cda oltre che direttore area tecnica. “L’azienda è nata nel 1996, quando, per un caso fortuito, scoprii la mia passione per i profumi e la cosmetica. Lavoravo insieme a un collega chimico e quell’esperienza mi aprì le porte di un piccolo laboratorio artigianale di Genova e del mondo della chimica creativa. L’avventura è poi proseguita, dapprima rilevando un piccolo laboratorio di Novi Ligure e poi lavorando come contoterzista della Paglieri. Collaborare con una piccola azienda farmaceutica mi ha fatto conoscere un nuovo mondo di regole e logiche di produzione che mi avrebbe portato a un cambio di rotta decisivo: nel 2004 è nata l’entità giuridica di Innate, che ha iniziato proseguendo il lavoro nella cosmesi. L’impronta lasciata dal farmaceutico però mi fece cadere l’attenzione sul mondo dei dispositivi medici, ancora aperto a creatività, ma gestito con sistemi di qualità più pressanti. Dal 2004 a oggi sono stati quattro gli ingredienti principali, senza i quali non avremmo potuto perseguire la strada del dispositivo medico: una costante dedizione alla ricerca della perfezione (ogni cosa che fai, falla al meglio delle tue possibilità, per la tua stessa soddisfazione), collaboratori giovani e pieni di passione, clienti soddisfatti e un pizzico di fortuna nel cogliere le opportunità. Una crescita sostenuta con tenacia, inizialmente come cdmo (contract development and manufacturing organization) nel campo della ginecologia, quindi come produttore di propri marchi, noti soprattutto per le fiale pre-riempite di acido ialuronico per viscosupplementazione. La solida esperienza in questi settori è stata la radice per far crescere rami di sviluppo e ricerca, soprattutto nel campo ginecologico e degli iniettabili per l’ortopedia e la medicina estetica. Applicazioni in cui sono fioriti tre brevetti, di cui due certificati e venduti con successo in tutto il mondo”.
Nuove frontiere per la medicina
A Fabio Guzzi, membro del cda e direttore commerciale, abbiamo invece chiesto quale sia il contributo di Innate in un contesto in cui le frontiere della medicina sono determinate anche dal miglioramento delle tecnologie che possono rendere più facile la somministrazione terapeutica. “Innate ha sempre cercato di innovare in un’ottica attenta alla salute e al miglioramento delle condizioni di vita dell’utente finale (life science quality è una delle nostre parole chiave). In tal senso, nelle applicazioni ortopediche ed estetiche ha formulato e brevettato prodotti che prolungano la resistenza enzimatica dell’acido ialuronico in seguito a infiltrazione, affinché l’utente possa trarre un beneficio prolungato nei movimenti, nel caso di applicazione ortopedica, e un maggiore effetto biorivitalizzante in ambito estetico. Inoltre ha migliorato la pratica infiltrativa con formulazioni che supportano la riduzione dell’infiammazione post infiltrativa. In ottica di un miglioramento continuo, Innate sceglie poi contenitori primari, nella fattispecie siringhe preriempite e loro suppellettili di utilizzo, progettate per una maggiore precisione in fase di infiltrazione”.
A Guzzi abbiamo anche chiesto quanto conta per Innate oggi l’export e se ci sia in vista un’espansione commerciale oltre confine, oltre a possibili partnership. “Per quanto concerne i nostri brand, l’export risulta fondamentale, avendo iniziato nel 2017 un’attività di internazionalizzazione che ci ha portato a essere presenti in 48 paesi, con ulteriori otto in fase di apertura, in attesa delle approvazioni dei rispettivi ministeri della Salute. Abbiamo anche in fase conclusiva la strutturazione della nostra branch svizzera, Innate Swiss, che curerà principalmente i marchi della medicina estetica. Nel caso dell’attività di cdmo, Innate sta sviluppando progetti per cinque aziende oltre confine, che daranno ulteriore corpo all’espansione internazionale per unirsi alle cinque società di provenienza estera attualmente nostre clienti”.
Innovazione e internazionalizzazione
Un elemento centrale è l’investimento in innovazione, che secondo Giacomo Santus “è il cardine portante per noi: dal 2020 abbiamo registrato una crescita media annua del 25% in termini di fatturato. Nello stesso periodo, abbiamo investito nella R&S il 5-10% del fatturato, cioè 1 milione di euro l’anno, insieme a 4 milioni in diversi cambiamenti strutturali, tra cui 2.8 per attrezzature. Innovare significa fare in modo di creare un’azienda sempre più sostenibile in termini economici, etici e strutturali. Innovare è per noi anche sinonimo di made in Italy: è grazie alla capacità dei nostri ricercatori che oggi le aziende italiane rimangono all’avanguardia in questo settore”.
Chiari anche i programmi per il futuro, che ci traccia lo stesso Santus. “Oggi il campo verso il quale convergono i nostri investimenti sono le risorse umane: rispetto a marzo 2023 il numero di dipendenti è incrementato del 38%, e il 78% di questi sono donne. Pensare alla loro crescita e benessere nell’ambito di challenge importanti portate avanti insieme è il nostro obiettivo. Il secondo ambito è quello internazionale: oggi possiamo pensare a mercati globali, e dobbiamo essere in grado di portarvi la nostra competenza e savoir faire per consolidare Innate oggi e prepararci per il futuro”.
Nella foto, da sinistra: Fabio Guzzi, membro del cda e direttore commerciale di Innate; Federico Panzieri, fondatore, membro del cda e direttore area tecnica; Giacomo Santus, membro del cda.
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