Le prime due aziende a superare i 3.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, Apple e Microsoft, sono conosciute fin dagli anni ’80. Dieci anni fa, nemmeno l’investitore più lungimirante, invece, avrebbe potuto indovinare quale sarebbe stata la terza. Quando Nvidia ha superato quella soglia, appena tre mesi dopo avere raggiunto quella dei 2.000 miliardi, è stata una nuova pietra miliare in una corsa al rialzo che non accenna a rallentare. L’azienda di semiconduttori ha beneficiato più di tutti del boom dell’intelligenza artificiale, iniziato con il lancio di ChatGPT nel novembre 2022. Da allora, il valore delle azioni è aumentato di otto volte.
La scalata di Nvidia
Nvidia, che ha sede a Santa Clara, in California, non è mai stata nemmeno tra le prime 1.000 aziende della Global 2000 – la classifica di Forbes delle più grandi aziende quotate al mondo – fino al 2017. Poi, però, ha cominciato una scalata continua, fino a raggiungere la posizione 110 quest’anno, con un balzo di 131 rispetto all’anno scorso. La lista tiene conto di quattro parametri – capitalizzazione di mercato, ricavi, utili e asset – e assegna a tutti lo stesso peso. Se Nvidia manterrà il tasso di crescita attuale, non le ci vorrà molto per guadagnare ancora parecchie posizioni.
“La prossima rivoluzione industriale è cominciata”, ha detto a maggio, durante la conferenza sui risultati del primo trimestre, Jensen Huang, fondatore e amministratore delegato di Nvidia, che ha visto il suo patrimonio lievitare fino a 100 miliardi di dollari. “Le aziende e i paesi collaborano con Nvidia per portare la base attuale di data center tradizionali verso un calcolo più potente, per costruire un nuovo tipo di data center e di fabbriche dell’intelligenza artificiale e per produrre una nuova commodity: l’intelligenza artificiale”.
A che cosa è dovuto il boom di Nvidia
Nell’anno fiscale che si è concluso a gennaio Nvidia ha registrato ricavi per 61 miliardi di dollari: più del doppio dell’anno precedente. I suoi margini non hanno paragoni tra le aziende di dimensioni simili, con 30 miliardi di utili. Il tasso di crescita è aumentato ancora nel primo trimestre dell’anno fiscale in corso, che si è concluso ad aprile: il fatturato è stato di 26 miliardi (+262% rispetto all’anno scorso), gli utili sono arrivati a 15 miliardi in tre mesi, mentre gli asset totali sono saliti a 77 miliardi (+17%). Questi numeri, comunicati il 22 maggio, non sono arrivati in tempo per essere considerati nella Global 2000 di quest’anno, ma avrebbero spinto Nvidia ben dentro la top 100.
“In genere vedi crescite del genere con le startup”, ha detto Harsh Kumar, analista di Piper Sandler specializzato in semiconduttori. “Diciamoci la verità: non si vedono tassi di crescita a tre cifre con società ormai consolidate. Qui siamo di fronte a un’azienda che a gennaio 2025 chiuderà l’anno fiscale con 100 miliardi di ricavi e cresce a quella velocità”.
La crescita di Nvidia è quasi interamente dovuta al suo predominio nella progettazione di unità di elaborazione grafica (graphics processing unit, gpu). Nel 2006 l’azienda ha creato un linguaggio di programmazione proprietario, chiamato Cuda, che è diventato lo standard di riferimento per la programmazione delle gpu. Prima del recente boom dell’intelligenza artificiale, chip di questo tipo erano usati soprattutto per il rendering grafico, per l’editing video e per i videogiochi.
Sono dispositivi con una capacità unica di processare enormi quantità di informazioni rapidamente, in parallelo, e il loro uso si è allargato poi ad applicazioni come la traduzione vocale o il tracciamento della direzione su una mappa mentre ci si gira. Ora l’intelligenza artificiale generativa sta aprendo a molti altri casi d’uso, in cui è richiesta grande potenza di calcolo, e tutti vogliono mettere le mani sulle gpu di Nvidia.
Alcuni hanno sfruttato il traino di Nvidia e sono diventati attori secondari nella nicchia delle gpu. Tra loro c’è Advanced Micro Devices (Amd), che ha guadagnato più di 200 posizioni nella Global 2000, fino al 343esimo posto. Ad aprile l’amministratrice delegata miliardaria di Amd, Lisa Su, ha dichiarato che l’azienda si aspetta di generare quest’anno 4 miliardi di dollari di ricavi da gpu per data center. Una cifra lontana dai quasi 100 miliardi previsti da Nvidia nella stessa categoria, ma superiore a quella di tutti gli altri.
Le sue azioni sono salite di un più modesto 25% nell’ultimo anno e del 150% dall’inizio del 2023. Amd ha una capitalizzazione di mercato di 260 miliardi di dollari.
Un gigante in affanno
Intel, che è stata fondata nel 1968 e ha sviluppato l’architettura x86, largamente usata nei computer, è alla posizione 107 in classifica e ha recuperato 315 posizioni, dopo che lo scorso anno era precipitata al 422esimo posto per via di una ristrutturazione delle scorte e di altre questioni contabili che l’avevano resa non redditizia. È ancora davanti a Nvidia solo per i 193 miliardi di dollari di asset, ma i ricavi – 55 miliardi – sono diminuiti leggermente rispetto all’anno scorso e la capitalizzazione di mercato è stabile, a 135 miliardi.
La capitalizzazione ha raggiunto il picco, a oltre 500 miliardi, nel 2000, durante la bolla delle dot-com, e Intel era 65esima nella prima Global 2000, nel 2003. Da allora, però, ha perso parte della sua influenza. Ha iniziato a produrre gpu da inserire nei computer, ma non sulla stessa scala di Nvidia.
“Nvidia produce gpu da più di 20 anni, con tutto il software che si accompagna a questa attività”, spiega Louis Miscioscia, analista di Daiwa Capital. “Tutti gli sviluppatori lavorano in questo campo da tempo, perciò l’azienda ha un vantaggio enorme sulla concorrenza. Ha una quota di mercato del 90-95%”.
La più grande azienda di semiconduttori al mondo
Broadcom, un’altra veterana della Silicon Valley, fondata nel 1991, due anni prima di Nvidia, si è adattata meglio al nuovo panorama dei semiconduttori e ha ancora accordi remunerativi per chip personalizzati con giganti tecnologici come Google e Meta. A novembre ha sottoscritto un’intesa da 69 miliardi di dollari per comprare l’azienda di cloud computing VMWare e le sue azioni sono salite del 165% dall’inizio del 2023, per una capitalizzazione di mercato record di quasi 700 miliardi. Quest’anno Broadcom ha guadagnato 60 posizioni nella Global 2000 e si è attestata al 74esimo posto.
“Broadcom ha un approccio unico”, dice Kumar. “Non produce chip che chiunque può comprare, ma lavora con clienti specifici. Se vogliamo tracciare un bilancio complessivo, direi che, nell’ambito delle gpu, Nvidia è al vertice, Broadcom è seconda e Amd terza. Intel è quarta ed è molto distante dalle prime tre”.
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