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Questa startup nata a Milano ha lanciato i cocktail ready to drink alla spina e ora guarda ai mercati esteri

Arriva il cocktail ready to drink alla spina. Una proposta innovativa rivolta alle realtà della ristorazione, dell’hotellerie, dei pubblici esercizi e dell’intrattenimento che ricercano qualità nel beverage ma non hanno le possibilità o il profilo necessario per disporre di un barman professionale. Il progetto, vincente considerando i risultati, è frutto di un’intuizione di Giorgio Caccia, Ales Cambareri, Lorenzo La Russa e Riccardo Coletta, che occhieggiando a quello che ormai da lungo tempo è accaduto nel mondo della birra hanno deciso di lanciare un nuovo prodotto, il cocktail in fusto, dando vita a Spill, una startup che in poco tempo si è ritagliata un’importante fascia di mercato.

Com’è nata Spill

“Siamo partiti da strade professionali diverse (consulenza strategica e fondo di investimento, ndr) per arrivare al mondo del beverage”, ha detto Ales Cambareri. “L’idea è venuta dopo aver aperto un primo cocktail bistrot a Milano, a cui è seguito un altro a Santa Margherita Ligure. Ci siamo resi conto delle difficoltà che esistono per i gestori a trovare personale qualificato come i barman, di garantire una qualità costante dei prodotti e allo stesso tempo monitorare il drink cost, che per un’impresa è essenziale. Così abbiamo lanciato un prodotto che risponde a tutte queste esigenze, puntando in qualche modo a rendere democratica l’attività del barman, cioè consentire a chiunque di servire cocktail di alta qualità assecondando la richiesta della propria clientela. Vogliamo rivolgerci a tutte le attività commerciali del mondo HoReCa, in particolare a tutte quelle attività che hanno maggiori difficoltà a trovare personale qualificato. É una soluzione a portata di tutti destinata a portare una piccola rivoluzione nel settore e nel consumo grazie alla tecnologia, che però non trascura – anzi consolida – le caratteristiche del prodotto, creando uno standard di qualità elevato”.

Tra presente e futuro

Cinque al momento le tipologie di cocktail in commercio, quelle più conosciute e commercializzate, con Spritz, Gin Tonic, Americano, Paloma e Moscow Mule. Ma l’intenzione è quella di ampliare la gamma. Interessante anche la scelta di fusti da venti litri, che possono essere facilmente utilizzati anche per gli eventi all’aperto. La commercializzazione è affidata a una rete di distributori che copre l’Italia per intero, a cui si sommano i clienti diretti legati soprattutto al mondo degli eventi e delle catene di ristorazione. Ma per il 2025 già si guarda ad ampliare i confini verso altri paesi, dove esiste già un mercato potenziale e magari in particolare le località turistiche. Nel frattempo, Spill sta raccogliendo i favori anche da parte degli investitori.

Il primo round di investimento

“Abbiamo chiuso un primo round di investimento lo scorso maggio con il proposito di investire il ricavato in forza vendita e marketing, per rafforzare il nostro posizionamento”, ha spiegato Giorgio Caccia. “Adesso stiamo guardando al 2025 con l’obiettivo di tornare a proporci agli investitori per sostenere lo sviluppo sui mercati esteri. Inizialmente la nostra poteva apparire un’idea strana, di fronte a un comparto legato ad aspetti tradizionali, ma i numeri ci danno ragione e la dimostrazione è la costante e rapida crescita della domanda.

Così come il mercato, perché noi lavoriamo con più catene di ristorazione o pizzerie che hanno locali in varie città e puntano ad avere gli stessi standard di qualità in ogni momento, senza dover dipendere del tutto dal personale a disposizione. La ricetta giusta con le giuste dosi”.

Le materie prime

Già, perché dietro a ogni prodotto Spill c’è una ricetta e una ricerca, oltre a un’accurata selezione delle materie prime. “É a partire dai nostri cocktail bistrot che facciamo mixologia, sviluppiamo e testiamo il nostro prodotto. C’è un’attenta valutazione effettuata anche attraverso un testing a cui facciamo partecipare nostri potenziali clienti per essere certi di intercettare i loro gusti e quindi rispondere alle loro richieste.

Solo dopo un’adeguata fase di sviluppo i cocktail vengono immessi sul mercato. Va anche sottolineato che buona parte delle componenti inserite nei cocktail sono di nostra produzione e cerchiamo di fare ricorso, per quanto possibile, a materie prime made in Italy, perché la nostra priorità resta in assoluto la qualità. Una qualità alla portata di tutti”, concludono Caccia e Cambareri.

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