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Banche Usa contro il superlavoro. Ma il limite resta comunque di 80 ore settimanali

Un tetto massimo di ore lavorative per lottare contro una cultura del “superlavoro” che colpisce troppi banchieri negli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal e da Business Insider, due grandi banche di Wall Street, JpMorgan Chase e Bank of America, stanno lavorando per questo. Se in Europa si sente parlare da qualche anno di settimana corta da 4 giorni e di una riduzione delle ore lavorative rispetto alle classiche 40 a settimana, a Wall Street un giovane banchiere ne può lavorare (ha l’imposizione di non superarle) il doppio: 80 ore settimanali. Ovvero 6 giorni su 7, per circa 13 ore al giorno.

Il Journal ha riferito che JPMorgan Chase vuole limitare le ore di lavoro dei banchieri, portandole a 80 settimanali, e che Bank of America vuole utilizzare un nuovo strumento per monitorare quanto tempo passano al lavoro. Queste misure arrivano pochi mesi dopo la morte di un 35enne banchiere di Bank of America, la cui scomparsa a maggio ha riacceso le preoccupazioni sulle condizioni di lavoro estenuanti a Wall Street.

Le ‘nuove’ regole

JPMorgan limiterà l’orario di lavoro a 80 ore settimanali. Si tratta della prima volta che la banca adotta una misura del genere. In pratica, i banchieri potrebbero lavorare al massimo 6 giorni su 7, per circa 13 ore al giorno. C’è però un’eccezione a questa nuova possibile regola: durante trattative importanti, i banchieri devono essere disponibili 24 ore su 24.

Bank of America, continua il WSJ, riportava già alle risorse umane le situazioni lavorative in cui si veniva superata la soglia di 80 ore settimanali. BoA sta lavorando a un sistema che richiede ai banchieri junior di condividere maggiori dettagli su come impiegano il loro tempo e a quali banchieri senior riportano. Secondo il Journal, Morgan Stanley e Goldman Sachs, invece, non hanno limiti riguardo le ore lavorative.

La cronaca

Come spiega il Journal, l’autopsia svolta sul corpo di Leo Lukenas III, il banchiere di BoA deceduto a maggio, ha rivelato che è morto per “una trombosi acuta dell’arteria coronaria”, dopo aver lavorato 100 ore a settimana per più settimane di fila.  Inoltre, ad agosto, un’indagine del Journal ha rivelato che in Bank of America, i banchieri junior avrebbero ricevuto pressioni per mentire sulle loro ore di lavoro per non superare il limite imposto dalle regole della banca. In seguito all’articolo, la banca ha chiesto ai dipendenti di segnalare eventuali casi simili alle risorse umane.

La settimana corta in Giappone

Se si lavora troppo non si ha tempo per coltivare gli interessi personali, si fanno meno figli e ci si ammala di più. È su queste evidenze che nel 2021 il governo giapponese, attraverso la sua ‘riforma dello stile di lavoro’, ha dato la possibilità alle aziende di adottare la settimana lavorativa di quattro giorni. Il Giappone, infatti, è famoso per una cultura del lavoro molto rigida e una grande dedizione dei lavoratori nei confronti della loro azienda.

Secondo quanto riportato dalla Associated Press, che cita dati governativi giapponesi, sono circa 54 all’anno i morti in Giappone per quella che viene chiamato karoshi, ovvero morte improvvisa legata all’impiego lavorativo. È noto il caso di Miwa Sado, una giornalista morta d’infarto nel 2013 a 31 anni dopo avere accumulato 159 ore di straordinari in un mese, trovata con il cellulare ancora stretto in mano.

Dopo tre anni dall’inizio del piano del governo, le aziende e i dipendenti stessi non sembrano essere entusiasti di lavorare un giorno in meno e il governo vuole spingere per far sì che questa riforma venga accolta da un maggior numero di imprese. Secondo i dati del ministero della Salute, del lavoro e del welfare, riportati da Associated Press, solo circa l’8% delle aziende in Giappone permette ai dipendenti di prendersi tre o più giorni di riposo alla settimana. Ma non sono solo le aziende a essere riluttanti: lo sono anche i dipendenti. Per esempio, secondo quanto riferito da un responsabile ad Ap, Panasonic, una delle più grandi aziende giapponesi, ha aderito all’iniziativa all’inizio del 2022. Dopo due anni, solo 150 dei suoi 63mila dipendenti idonei hanno scelto di adottare la settimana corta.

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