Articolo tratto dal numero di settembre 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Il verbo ‘tramandare’, quando si parla del legame di una famiglia con la terra e le vigne, richiama la continuità di una passione: quella di chi ha dato inizio a un’avventura, a un progetto imprenditoriale e di vita.
Nel racconto di Tenuta Sette Ponti, nell’Aretino, l’artefice della nascita è l’architetto Alberto Moretti Cuseri, che negli anni ‘50 acquisì i primi 55 ettari di terreni dalle principesse Margherita e Maria Cristina di Savoia d’Aosta, figlie del Principe Amedeo di Savoia, duca d’Aosta, per dedicarsi alle sue più grandi passioni – produzione di olio d’oliva e di vino – su terreni particolarmente idonei a lavorare le uve, inizialmente solo vendute ai produttori, senza occuparsi di vinificazione.
La continuità è rappresentata dal lavoro condotto, a partire dagli anni ‘90, per primo dal figlio Antonio, che prese il controllo dell’azienda facendosi affiancare dai migliori tecnici specializzati (viticoltori ed enologi) per valutare la vocazione dei terreni alla produzione di vini di qualità.
Nel 1998 l’uscita di Crognolo, vino che ha come base la storica varietà di Sangiovese proveniente da cloni della più antica vigna della tenuta, Vigna dell’Impero, ha segnato un nuovo inizio, certificato dal successivo lancio, nel 1999, di Oreno, che dopo solo tre vendemmie ha raggiunto la vetta delle più importanti classifiche mondiali.
“Questa etichetta è da sempre la nostra bandiera. Il suo inserimento nella top 10 di Wine Spectator nel 2001 ha condizionato in meglio le nostre vendite. Il successivo raggiungimento della top 5 nel 2005 ha certificato la qualità con cui lavoriamo e la coerenza del nostro processo produttivo, in vigna e in cantina”, sottolinea Alberto Moretti Cuseri, figlio di Antonio, che dal 2018 gestisce, con il ruolo di direttore export, le tenute di famiglia assieme al fratello Amedeo (amministratore e responsabile del mercato italiano).
“Il nostro è stato un percorso di crescita partito dal Chianti, prodotto da nostro nonno, e giunto a un processo di evoluzione del Sangiovese per perseguire la qualità che oggi è il filo conduttore delle nostre etichette”. Oggi la realtà della famiglia Moretti Cuseri conta, oltre a Tenuta Sette Ponti, su Orma a Bolgheri, Poggio al Lupo in Maremma, Orciolaia a Marina di Bibbona, Feudo Maccari in Val di Noto e Animaetnea sull’Etna.
Il filo narrativo di questo racconto è sempre rappresentato da Oreno, blend di Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot, così chiamato in virtù del torrente che attraversa la tenuta proprio dove cresce il Merlot. “L’annata 2022 ha per la prima volta nel blend il Cabernet Franc e uno stile nuovo”, dice Moretti Cuseri. “Parliamo di un’evoluzione verso l’enologia leggera per uno dei vini più apprezzati al mondo. Da tempo cerchiamo di far prevalere l’eleganza, portando il vino a essere longevo per le qualità che vengono dalla terra prima e dalla lavorazione e dall’affinamento poi, con un calibrato bilanciamento nell’utilizzo di legni e barrique”. Il ricorso al Cabernet Franc è quindi la novità dell’ultima annata: un vitigno che ha mostrato un’eccezionale adattabilità al cambiamento climatico e alle zone più calde, facendo emergere nella percezione gustativa una componente di grande freschezza.
L’evoluzione dei vini è la conseguenza di una filosofia che ha saputo adattarsi, nel tempo, alle nuove esigenze di uno scenario che deve tener conto della sostenibilità: “Siamo partiti con azioni che possiamo definire basiche, ma che si sono rivelate fondamentali. Siamo biologici e facciamo ricorso a concimi naturali dei nostri animali e di animali allevati nelle vicinanze, integrando il tutto con altre parti biologiche di cui necessita la vigna. Partendo da questi piccoli gesti si può divenire realmente etici e sostenibili.
Recuperiamo i tralci, che vengono poi fatti riposare, per mescolarli con altri elementi fertili e riutilizzare il tutto. Stiamo sperimentando l’uso di trattori con motori di cilindrata più piccola o addirittura elettrici. Le bottiglie che usiamo sono al 95% composte da vetro riciclato e sono più leggere. L’insieme di queste cose permette un vero approccio etico, concreto nelle scelte, nei gesti, nei risultati”.
Spazio quindi a nuove scelte, anche per quanto riguarda i tappi: abbandonato il sughero, anche quello di altissima qualità, ha fatto la sua comparsa una soluzione derivante dalla canna da zucchero compattata, presente anche nei vini di alta gamma di Tenuta Sette Ponti. “Ogni scelta aziendale è fatta seguendo questo approccio”, continua Moretti Cuseri.
“Basti pensare all’opera di installazione dei pannelli solari nelle nostre tenute, che ci permette di essere praticamente indipendenti dal punto di vista energetico in Sicilia e quasi del tutto in Toscana. Anche se ci evolviamo come realtà imprenditoriale, siamo rimasti ancora artigiani del vino. Ogni fase della lavorazione è manuale, il ricorso alle macchine è limitato a qualche trattamento biologico e a smuovere la terra, ma le piante vengono toccate solo con le mani. Questo è sinonimo di qualità, il nostro segno distintivo”.
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