Che abbia il coperchio convesso o piatto, il baule è l’oggetto delle possibilità, dei viaggi e delle avventure. È sinonimo di ricchezza, come quella trovata nei forzieri de L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson. Può rappresentare la regalità: come il baule più antico mai scoperto, che avrebbe dovuto accompagnare il faraone Tutankhamon nel suo viaggio verso l’aldilà. Nelle fiabe di Hans Christian Andersen, il baule diventa una cassapanca volante. Per Riccardo Redaelli, ceo e founder di LaErre, i bauli sono la meraviglia, una continua scoperta. Ogni flight case è una nuova opportunità di business.
La storia di LaErre
La storia di LaErre inizia quando Riccardo Redaelli non era ancora imprenditore. “Sono stato un batterista”, racconta il ceo. “Come membro di un’orchestra revival, facevo praticamente 20 serate al mese, vivevo principalmente la notte”. È così che Riccardo si ritrova a pensare a come ottimizzare i tempi di carico e scarico degli strumenti, nonché a come proteggerli durante il trasporto. “In un piccolo laboratorio realizzai il primo baule per rendere più semplice lo spostamento della batteria e custodirla al meglio”. Dal prototipo alle richieste dei colleghi.
Redaelli vede prima del tempo una possibile strada che decide di percorrere. “Volevo una vita diversa, quindi nel 1999 iniziai l’attività in un capannone in affitto, una struttura di 100 metri quadri a Merate. Nessuno credeva nel possibile successo di questa impresa. Venticinque anni fa non era un business compreso, ma io sono andato avanti ugualmente: avevo un cliente e il supporto di mio padre”. E aggiunge: “Per riuscire ad acquistare le macchine per la produzione dovetti vendere la mia auto”. Nel 2000 il piccolo laboratorio diventa una vera e propria impresa.
Il baule su misura
Tra le più grandi sfide iniziali, Redaelli annovera la ricerca di fornitori. Questa fase si è rivelata fondamentale per la scoperta di artigiani in grado di dare al baule quell’unicità che Redaelli ricerca sempre in ogni costruzione. Pensare il prodotto come un oggetto unico e iper-personalizzabile si è rivelata una scelta vincente, il lapis philosophorum contenente l’elisir di lunga vita per LaErre. “Ricercai le poche aziende competitor sul catalogo delle Pagine Gialle, andai a conoscere la loro storia per scriverne un’altra”.
L’opera di benchmarking viene valorizzata dallo studio costante. “Ciò che mi serve per innovare LaErre non lo trovo nei libri, ma nelle botteghe degli artigiani, dove scopro la pelle più pregiata, il cashmere più morbido, il legno più resistente”. Una ricerca meticolosa e instancabile per creare un baule non solo agilmente trasportabile, ma anche elegante. “L’obiettivo è trasformare un baule da semplice oggetto dedito al trasporto in un prodotto funzionale e dal forte impatto estetico, caratterizzato da una cifra stilistica riconosciuta e riconoscibile”.
I numeri di LaErre
L’inizio in salita di LaErre è stato riscattato dal futuro. Oggi l’azienda, che conta venti collaboratori, si trova a Ronco Briantino, nel cuore della Brianza, è conosciuta per le eccellenze nel campo del design e dell’artigianato. Dai flight cases per il trasporto professionale nello show-live, la produzione si è aperta al mondo dell’arredamento, della ristorazione, del vino, del caffè, del retail, del racing, dell’equitazione. Diventata una realtà conosciuta a livello nazionale e internazionale, LaErre è in grado di produrre annualmente tra i 2.800 e i tremila bauli destinati allo show business per il mondo horeca e motorsport, raggiungendo i 2.961.606 euro di fatturato (dato 2022).
La pandemia da Covid-19 ha segnato per LaErre un punto di svolta, non facile per una realtà che opera nel settore degli eventi dal vivo. “Quel momento è stato una dura prova per me, come uomo e come imprenditore”, spiega. “Per la prima volta mi sono trovato a pensare di non potercela fare, poi la situazione è completamente cambiata: quando locali, bar e ristoranti animavano le città con i loro dehors ho avuto l’idea giusta”. Un baule, con ruote per il trasporto, che diventa all’occorrenza una caffetteria, una birreria, un pub. Non magia, ma eccellente pensiero imprenditoriale.
Pezzi di lusso
L’apertura ad altri mercati ha determinato la fase attuale della vita di LaErre che ora, con il nuovo brand LaErre Trunks, strizza l’occhio all’extra lusso. Il baule diventa un’esperienza unica di design che può raggiungere in alcuni casi il valore di 75mila euro. “Sigari, vino, diamanti. In questo caso il baule diventa lo scrigno dei desideri del compratore”, commenta Redaelli. Per questo settore LaErre produce ogni anno tra i 70 e i 100 pezzi, attirando la curiosità di illustri personaggi, tra cui il cuoco Carlo Cracco, il primo a essere diventato proprietario di un baule/cantina LaErre Trunks.
Redaelli sta già scrivendo un nuovo capitolo, avvicinandosi sempre di più al mondo medicale industriale e tecnologico. Oltre ad aver costruito bauli mobili destinati ai professionisti della sanità, come le farmacie mobili per i veterinari e i bauletti per il trasporto di dispositivi medici, l’azienda si sta rivolgendo al mondo industriale. “Non è stato semplice far capire alle aziende che i bauli possono facilitare, e di molto, il lavoro delle squadre, ma ci siamo riusciti. Ora, con il supporto di due ingegneri, stiamo brevettando un prodotto destinato all’ambito tech”.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .