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Il Barolo non è mai stato così moderno: l’evoluzione della cantina L’Astemia

“L’arte di fare il vino con arte” è molto più di un semplice gioco di parole per chi, da sempre, ha cercato di tracciare una nuova strada in uno dei templi della tradizione vitivinicola del nostro paese, unendo la capacità di saper fare vino (con un approccio più contemporaneo) e la cura per gli spazi produttivi, ricorrendo a soluzioni artistiche e stilistiche finalizzate alla creazione di un ambiente che potesse consentire di lavorare in armonia.

La sfida di Sandra Vezza

L’Astemia Pentita è la creatura di Sandra Vezza, imprenditrice piemontese che ama pensare fuori dagli schemi: originaria di Levice, in Alta Langa, è presidente di società leader nel settore alimentare e farmaceutico e di Gufram, celebre marchio di design.

Ma, soprattutto, è l’artefice di un progetto nato quale dichiarazione d’amore per la propria terra oltre che una sfida importante per una donna, dichiaratamente astemia, arrivata da un mondo totalmente diverso da quello del vino per avviare una cantina a Barolo.

“Ironico, originale, provocatorio, L’Astemia Pentita è un marchio che nasce da una scelta di inclusività, che vuole stimolare a visitare la cantina anche per esperienze sensoriali, culturali o gastronomiche”, racconta Sandra Vezza.

Il nome, di fatto, deriva dalla sua esperienza personale, quella di una donna di Langa che, astemia, non può degustare la sua produzione vitivinicola, ma al tempo stesso, è pervasa da una passione ancestrale nel passeggiare tra i vigneti “per assaporarne i profumi e i colori. L’Astemia Pentita è una dichiarazione di amore per la mia terra e la mia famiglia, per mio nonno, la persona che mi ha insegnato i segreti delle viti”.

Le inusuali e accattivanti scelte stilistiche volute per dar forma alla cantina più fotografata delle Langhe, la conduzione al femminile, la scelta di produrre vini con una filosofia più contemporanea: sono tanti gli elementi che hanno permesso alla cantina di distinguersi da subito, ma anche di dover vincere l’iniziale diffidenza di un territorio legato in maniera quasi ossessiva alla tradizione.

Dalla transizione biologica al restyling delle bottiglie

Oggi, nell’autunno del 2024, l’Astemia Pentita ha deciso di fare un passo decisivo nella sua evoluzione, a partire dal primo e significativo cambiamento, quello del nome, divenuto semplicemente L’Astemia. L’abbreviazione, adottata spontaneamente dai consumatori nel corso degli anni, riflette un naturale percorso di crescita, un segno di maturità e sintonia con il proprio pubblico, senza rinnegare le radici che hanno reso famosa la cantina.

Parallelamente, l’azienda ha completato la transizione biologica di tutti i suoi vigneti, e la forma delle bottiglie ha subito un importante restyling, pur mantenendo uno stile distintivo. Una evoluzione che fa rima con rivoluzione, anche grazie all’arrivo di un nuovo enologo, Gianpiero Gerbi, a cui è affidato lo sviluppo delle caratteristiche sensoriali del vino, e che nel breve volgere di un paio di vendemmie, ha già tracciato una nuova e interessante strada nella fase produttiva e di affinamento.

In questo modo è stato possibile ampliare gli obiettivi produttivi, passando dalle attuali 70.000 bottiglie annue a voler raggiungere l’obiettivo delle 150.000 con la vendemmia 2029, mantenendo sempre alti gli standard di qualità e autenticità che l’hanno resa celebre.

Il rispetto del territorio di Astemia

“Affrontiamo una sfida continua, ma è nel nostro Dna puntare sempre più in alto, senza mai perdere di vista la nostra identità e il legame con queste terre”, sottolinea la Vezza. Con la coltivazione biologica di tutti i vigneti, L’Astemia ha consolidato il suo impegno verso la sostenibilità e il rispetto per il territorio: un processo iniziato quattro anni fa, che si è concluso nel 2023 e che dalla vendemmia 2024 consentirà di produrre tutti vini biologici, segnando un passaggio fondamentale verso una viticoltura più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

L’obiettivo è valorizzare il territorio non solo attraverso la qualità del vino, ma anche riducendo al minimo l’impatto delle pratiche agricole. Una vera e propria nuova era da affrontare con la rinnovata squadra di cantina e dell’area commerciale:

“L’azienda è a un punto di svolta grazie alla maturità acquisita in questi anni. L’obiettivo principale è rappresentato dalle 150.000 bottiglie prodotte entro i prossimi 5 anni, grazie anche all’ampliamento graduale dei terreni. Si aggiungeranno infatti 10 ettari, già di proprietà dell’azienda, ai 17 attualmente utilizzati. La crescita maggiore riguarderà soprattutto il metodo classico”, spiega Marco Cossaro, uno dei volti nuovi de L’Astemia, che ricopre il ruolo di direttore commerciale dell’azienda.

Le etichette di punta di Astemia

La rinnovata gamma di vini ha oggi le sue etichette di punta nel Barolo Docg e nei cru di Cannubi e Terlo, vinificati in purezza, ma anche nella doppia espressione della Barbera, la prima dall’inconfondibile freschezza, l’altra con una maggiore struttura donata dall’affinamento prolungato in botte.

Ma l’animo indolente, nell’accezione positiva del termine, della cantina è ben rappresentato anche dal metodo classico, un Alta Langa Docg “Charley” a base Chardonnay e Pinot Nero, con 36 mesi di affinamento sui lieviti, che entrerà in produzione con la vendemmia 2024.

L’estrosa indole dell’Astemia trova pieno riscontro anche nelle sfide rappresentate dalle produzioni limitate di Viognier con fermentazione in tonneaux o il Langhe Rosato a base Nebbiolo. “Non abbiamo mai smesso di studiare, di migliorarci ed essere complici coi nostri vigneti, unendo il meglio del passato con gli strumenti del futuro per restituire in un bicchiere la magia di queste colline”, conclude Sandra Vezza.

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