Matteo Benetti, direttore generale di Credem Euromobiliare Private Banking
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Così Credem Euromobiliare Private Banking aiuta gli imprenditori a pianificare il futuro

Articolo apparso sul numero di dicembre 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

L’Italia fatica a produrre nuova ricchezza, ma siede su una grande riserva di patrimoni privati e aziende da salvaguardare e far crescere. Il passaggio generazionale in atto, però, se non ben gestito, rischia di disperdere gli uni e le altre. Forbes Italia ne ha parlato con Matteo Benetti, direttore generale di Credem Euromobiliare Private Banking

Cosa dire di economia e finanza italiane?
Tra le caratteristiche che contraddistinguono la nostra economia e la nostra finanza domestica spiccano due aspetti: il gigantesco ammontare della ricchezza privata delle famiglie italiane e lo straordinario dinamismo del nostro tessuto imprenditoriale. Questi due fattori, però, sono a rischio, in quanto assisteremo, nei prossimi cinque anni, a un gigantesco passaggio generazionale della ricchezza, sia finanziaria che aziendale. 

A oggi c’è un grande problema di pianificazione successoria.
Vero. Sul primo fronte voglio ricordare che la ricchezza finanziaria degli italiani ha superato l’anno scorso i 5.000 miliardi e che il risparmiatore italiano compete solo con il giapponese quanto a propensione ad accantonare parte dei suoi flussi reddituali. Peccato, però, che lo stesso risparmiatore pianifichi poco la successione: siamo tra gli ultimi a livello internazionale in termini di pianificazione successoria, e questo ci fa intuire quanto sia cruciale l’operato dei nostri banker in quella direzione. 

Qual è il punto forte del lavoro di banker?
Soprattutto relazionale, dato che la stragrande maggioranza delle successioni si può gestire con istituti molto semplici, come le disposizioni testamentarie e la sottoscrizione di una polizza vita. Certo, esistono casi più complessi, che richiedono lo studio di vere strategie successorie. Ma il nostro compito risiede in primis nella capacità di convincere i clienti a non affidarsi ciecamente al codice civile o al buon senso dei loro eredi. 

E sul versante delle aziende?
Lì il tema si complica perché la forza del nostro tessuto imprenditoriale è rappresentata spesso da aziende piccole, a conduzione familiare, sottocapitalizzate, che rincorrono quasi esclusivamente al canale bancario per finanziare la crescita. Soltanto una su sette riesce a sopravvivere a un doppio salto generazionale: come se l’Italia ogni due generazioni e mezza azzerasse del tutto la sua ricchezza di aziende, storie e sforzi di intere famiglie. Noi disponiamo di una struttura interna di corporate finance advisory, guidata da Simone Citterio, che affianca questi imprenditori nell’individuazione della migliore soluzione per pianificare il futuro e la crescita dell’azienda. Si tratta di soluzioni che spaziano dall’individuazione di un partner industriale o finanziario all’ingresso nel capitale di un fondo, fino alla completa cessione delle quote. Il grande vantaggio di disporre di questa unità nella nostra private bank consiste nel fornire a questi imprenditori un servizio integrato della loro ricchezza, finanziaria e imprenditoriale. 

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