Articolo tratto dal numero di gennaio 2025 di Forbes Italia. Abbonati!
A sei anni Francesca Florio diceva che sarebbe diventata un avvocato. Questa convinzione si è poi rafforzata durante gli anni del liceo e, dopo una laurea in giurisprudenza alla Luiss Guido Carli, nel 2022 ha conseguito l’abilitazione come avvocato.
Ha scelto l’indirizzo penalistico e la tesi universitaria sui reati sessuali nel cyber-spazio, con focus sulla pornografia non consensuale, l’ha aiutata per la pubblicazione del suo primo libro con Mondadori, dal titolo “Non chiamatelo revenge porn”. Oggi il suo lavoro comprende sia l’assistenza giudiziale a persone coinvolte in procedimenti penali, sia la consulenza in materia di compliance penale alle società.
Di cosa si occupa Francesca Florio
“Tra i progetti di cui vado orgogliosa c’è poi la clinica legale per la violenza di genere, che dirigo nello studio legale con cui collaboro”, spiega Florio. “Questo servizio, inaugurato un anno fa, fornisce assistenza alle donne che, con grande coraggio, decidono di intraprendere un percorso di fuoriuscita da situazioni di abuso”.
Anche la divulgazione è diventata, dai banchi universitari a oggi, una sfida: “Mi piacerebbe poter dire che si è trattato di un progetto pianificato, ma in realtà è nato per caso. Durante l’università avevo l’abitudine di registrarmi mentre studiavo ad alta voce. A volte, per testare le mie conoscenze, mi cimentavo nell’analisi di casi concreti. Un giorno alcuni amici mi hanno chiesto di spiegare su Instagram una sentenza d’appello che aveva acceso il dibattito pubblico. Questa decisione aveva ribaltato il pronunciamento di primo grado sulla base di una complessa argomentazione tecnica, riguardante la distinzione tra colpa cosciente e dolo eventuale”.
Promuovere l’alfabetizzazione giuridica con Instagram
Le storie di Instagram sono diventate il mezzo attraverso cui Francesca ha approfondito l’argomento. “Con grande sorpresa, quei contenuti hanno avuto un grande successo, raggiungendo migliaia di persone”. Promuovere l’alfabetizzazione giuridica, soprattutto tra i più giovani, è diventata quindi la missione di Francesca. “È stato sorprendente scoprire quante persone fossero prive di conoscenze essenziali per tutelare i propri diritti. Questa consapevolezza ha rappresentato la spinta definitiva per trasformare un’attività spontanea in un progetto di divulgazione strutturato”. Il riscontro è stato decisamente positivo.
“La fascia di età che interagisce di più con i miei contenuti è quella compresa tra i 18 e i 34 anni. Ciò che mi colpisce particolarmente è come siano spesso i più giovani a fare da ponte per la diffusione dei miei contenuti, condividendoli con genitori, zii e altri familiari di età più avanzata”.
Certo, le sfide che caratterizzano la professione legale sono molteplici. “Una delle principali è l’incertezza del diritto o, più precisamente, della sua interpretazione. In questa professione nulla può essere dato per scontato: anche il caso apparentemente più semplice o scolastico potrebbe rappresentare l’occasione in cui l’interpretazione consolidata di una norma viene ribaltata. A questa sfida si aggiunge l’oscurità e, talvolta, l’inadeguatezza delle normative vigenti. Sempre più spesso le leggi vengono utilizzate come strumenti di propaganda politica”.
Ambizioni future
Per il futuro, Francesca ha grandi ambizioni: “La mia più grande aspirazione professionale è fondare, un giorno, il mio studio associato. E poi ampliare la mia attività di divulgazione per approdare, in futuro, all’insegnamento. L’idea di contribuire alla formazione e alla crescita delle future generazioni, sia attraverso la divulgazione, sia attraverso l’insegnamento ai futuri professionisti, resta un grande obiettivo”.
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