Benedetto Vigna, amministratore delegato di Ferrari, è al quarto posto nella classifica dei migliori ceo al mondo stilata da Brand Finance, basata sulla percezione di circa cinquemila persone tra analisti, investitori e pubblico informato di 30 paesi. Davanti a lui nel Brand Guardianship Index 2025 ci sono solo tre leader di grandi aziende tecnologiche americane: Satya Nadella di Microsoft, Tim Cook di Apple e Jensen Huang di Nvidia.
In classifica ci sono anche altri due manager del nostro Paese: Flavio Cattaneo di Enel, 73esimo, e Andrea Guerra di Prada, 80esimo. L’Italia è quinta tra i paesi più rappresentati in classifica, alle spalle di Stati Uniti (42), Cina (9), India (7) e Germania (5).
I dieci migliori ceo del mondo secondo Brand Finance
Nadella, che secondo Brand Finance ha fatto aumentare del 26% all’anno il valore del brand Microsoft da quando si è insediato, nel 2014, ha spodestato Ma Huateng di Tencent, che era in testa un anno fa ed è invece precipitato al 24esimo posto nell’edizione 2025. Cook, che guida l’azienda con il brand più forte al mondo secondo i ricercatori, è salito dal quarto al secondo posto. Mentre Huang, a dispetto del boom dell’intelligenza artificiale che ha fatto di Nvidia l’azienda di maggiore valore al mondo fino a pochi giorni fa, è rimasto stabile al terzo posto. Vigna ha guadagnato 27 posizioni rispetto a un anno fa e precede altri due giganti della Silicon Valley: Sundar Pichai di Google ed Elon Musk di Tesla, risalito dal 19esimo posto del 2024 nonostante il marchio Tesla, secondo lo studio, abbia perso 15 miliardi di dollari di valore.
Al settimo posto c’è il primo ceo asiatico, il sultano Ahmed Al Jaber, che comanda la Abu Dhabi National Oil Company, la compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti. Seguono il primo cinese, Lei Jun di Huawei, e il primo indiano, Sashi Jagdishan della Hdfc Bank. Chiude la top 10 Chuanfu Wang dell’azienda cinese di auto elettriche Byd.
I numeri
Il settore più rappresentato è quello bancario, con 14 ceo, seguito da automobili e tecnologia. La formazione più comune tra i nomi in lista è quella da ingegnere, seguita da business e finanza. Circa la metà dei ceo è tra i 50 e i 59 anni, poco meno di 40 sono tra i 60 e i 69. Il più giovane in classifica è il 37enne Joshua Kobza della catena di fast food canadese Tim Hortons, 64esimo, mentre il più anziano è Zhangfei Ren di Huawei.
Una classifica al maschile
La prima donna in graduatoria è Lenna Nair di Chanel, 19esima. Nel complesso le donne in lista sono solo sette: un numero in tendenza con tutte le edizioni precedenti, quando il numero è sempre stato tra sei e otto.
I ceo scelti all’esterno rendono di più
Nair è stata individuata come ceo da Chanel quando era a capo delle risorse umane di Unilever. È un fenomeno diffuso: i ricercatori sottolineano che quest’anno i ceo in classifica scelti all’esterno dell’azienda sono 39, contro i 17 del 2023. Non solo: i leader selezionati all’esterno risultano far crescere il valore dei brand del 25% in media, contro il 16% di quelli scelti all’interno.
“Il crescente numero di ceo nel Brand Guardianship Index che vengono scelti all’esterno sostiene l’idea di una svolta verso una leadership orientata al cambiamento, approccio che è direttamente connesso alla crescita del valore del brand”, ha commentato Annie Brown, valuation director di Brand Finance. “I brand devono essere agili e aperti a cambiare per adattarsi, sopravvivere e crescere in un mercato globale dinamico e imprevedibile”.
I ceo, ha proseguito Brown, devono sempre più “far accadere grandi cambiamenti”, ma per riuscirci “devono coinvolgere e ispirare le persone che lavorano con loro, con una creazione di valore significativa e a lungo termine. I nostri dati mostrano una tendenza emergente per cui i ceo che vengono selezionati all’esterno dell’azienda hanno reputazioni più forti e hanno più successo. Brand Finance si aspetta che le future ricerche Brand Guardianship Index vedranno una continuazione di questa tendenza”.
Che cosa conta di più per la reputazione dei ceo
Il rapporto indica ‘È sinceramente interessato ai suoi dipendenti’ come il fattore più importante per la reputazione di un ceo, davanti a ‘Ispira un cambiamento positivo’, ‘È affidabile’, ‘Comprende le necessità dei clienti’, ’È attento alla sostenibilità’, ‘Si concentra sul valore a lungo termine’, ‘Ha strategia e visione forti’, ‘Capisce l’importanza del brand e della reputazione’ e ‘È scaltro dal punto di vista commerciale’.
Il dato, scrivono i ricercatori, dimostra come sia sempre più importante che un leader d’azienda sia attento alle esigenze di tutti gli stakeholder: non solo i clienti, ma anche i dipendenti, la società e il pianeta. “L’aumentata importanza attribuita all’empatia dei leader è probabilmente una reazione alla volatilità economica, alle sfide legate alla salute mentale e agli sviluppi tecnologici che possono rapidamente cambiare le aspettative e le esperienze dei dipendenti”, si legge nel rapporto.
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