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Caltagirone sale dal 7% all’8% di Generali in vista dell’assemblea. Operazione da 500 milioni di euro

L’obiettivo di Caltagirone è aumentare il peso nella governance del gruppo, in vista dell’assemblea prevista nelle prossime settimane, che potrebbe essere anticipata dall’8 maggio a fine aprile. In quell’occasione ci sarà Mediobanca, che resta il principale azionista di Generali con il 13% del capitale, che sosterrà l’asse composto da Philippe Donnet e Andrea Sironi.

Solo qualche giorno fa il gruppo presieduto da Francesco Gaetano Caltagirone, che secondo le stime di Forbes ha un patrimonio netto di 6,4 miliardi di dollari, ha incrementato la partecipazione in Mps, salendo dal 5% all’8%. Caltagirone e Delfin insieme controllano circa il 17% di Mps, una quota maggiore rispetto all’11,7% in mano al Tesoro. A gennaio Mps ha lanciato un’ops su Mediobanca del valore di 13,3 miliardi di euro, una mossa che è stata definita “contraria agli interessi della società e non concordata”. Tuttavia, l’incremento della sua quota in Mps lo rafforzerebbe nel caso in cui la fusione tra Mps e Mediobanca, di cui detiene il 7,6% del capitale, dovesse andare in porto.

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Il ruolo di Unicredit

Anche Unicredit è entrata nella partita sulle Generali. Circa un mese fa la banca ha dichiarato di aver acquisito il 4,1% della compagnia assicurativa e di detenere una quota addizionale di circa lo 0,6%. Unicredit ha affermato in una nota stampa di “non avere nessun interesse strategico in Generali” e di restare “concentrata sul piano Unicredit Unlocked e sull’offerta di scambio in corso su Banco Bpm”.

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Ma quando Orcel dice di non avere nessun interesse strategico risulta difficile credergli. Infatti, in vista dell’assemblea, la quota della banca potrebbe essere decisiva. E proprio oggi l’amministratore delegato di Unicredit è atteso a Roma per discutere dell’offerta di scambio su Bpm e della mossa in Generali.

Orcel, infatti, potrebbe usare la quota in Generali come arma di deterrenza. Da una parte mandando un messaggio ai due schieramenti in Generali (la quota di Unicredit diventerebbe in questo senso merce di scambio per l’offerta di scambio su Bpm), dall’altra calmando le tensioni con il governo, che ha accolto con freddezza l’ops di Unicredit su Banco Bpm (il governo voleva coinvolgere Bpm nel progetto del terzo polo del credito con a capo Mps).

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