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18 novembre 2025

La sfida di Tim Enterprise di costruire un ecosistema tecnologico interamente italiano

La business unit del gruppo Tim, guidata da Elio Schiavo, è una delle colonne portanti della trasformazione digitale
La sfida di Tim Enterprise di costruire un ecosistema tecnologico interamente italiano

Forbes.it
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Contenuto tratto dal numero di novembre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

Tim Enterprise lavora per costruire un ecosistema tecnologico interamente italiano, capace di assicurare crescita economica e autonomia. Intanto ha chiuso il 2024 con 3,3 miliardi di euro di ricavi e un margine lordo di 1,2 miliardi

Tim Enterprise è oggi una delle colonne portanti della trasformazione digitale italiana. La business unit del gruppo Tim, guidata da Elio Schiavo, chief enterprise & innovative solutions officer, ha avviato un piano da 1 miliardo di euro in tre anni per consolidare il suo ruolo di infrastruttura strategica per imprese e pubbliche amministrazioni, garantendo sovranità digitale, sicurezza e sostenibilità.

Oltre i numeri c’è una visione: costruire un ecosistema tecnologico interamente italiano, capace di sostenere la crescita economica e l’autonomia digitale del Paese. Con oltre 30mila clienti, un portafoglio ordini da 4 miliardi di euro e un network di 17 data center (otto dei quali certificati Tier IV, il più alto standard di affidabilità internazionale) che raggiungerà una capacità installata di 125 MW, distribuito su tutto il territorio, Tim Enterprise è oggi la più grande piattaforma Ict del Paese.

A Santo Stefano Ticino, alle porte di Milano, sorge, ad esempio, uno dei poli più avanzati e sostenibili del gruppo: 54mila metri quadrati di tecnologia alimentata al 100% da energia rinnovabile, con un impianto fotovoltaico da 1 MW e certificazione Leed Gold. L’infrastruttura, tra le più efficienti in Europa, è progettata per un Pue (power usage effectiveness, efficienza nell’utilizzo dell’energia) inferiore a 1,3 e contribuisce al progetto ForestaMi con la piantumazione di 400 alberi. L’iniziativa si inserisce nel piano che punta a tre milioni di nuove piante nell’area metropolitana milanese entro il 2030, confermando la volontà di coniugare innovazione, efficienza e rispetto per l’ambiente.

“Tim Enterprise non è solo una realtà industriale, ma la vera fabbrica tecnologica del Paese”, ha detto Schiavo. “Attraverso competenze verticali e soluzioni digitali all’avanguardia, accompagniamo ogni giorno la crescita di imprese e istituzioni, costruendo un’infrastruttura solida, sicura e tutta italiana”.

A trainare la crescita è il cloud, che nel 2024 ha superato il miliardo di euro di ricavi, con un incremento del 25% nel primo semestre del 2025. Il piano 2025-2027 prevede 105 milioni di euro di investimenti nell’edge cloud e un aumento della capacità complessiva dei data center. L’obiettivo è rendere l’Italia più competitiva sul piano infrastrutturale e pronta alle sfide dell’intelligenza artificiale, del 5G e della digitalizzazione dei servizi pubblici.

Dietro questa accelerazione ci sono 6.400 persone e tre ‘fabbriche interne’ che rappresentano il cervello tecnologico dell’azienda: Noovle (cloud e IA), Olivetti (internet of things e soluzioni verticali) e Telsy (cybersecurity). Insieme sviluppano soluzioni proprietarie che garantiscono controllo dei dati, sicurezza informatica e valore aggiunto per imprese e pubbliche amministrazioni.
La sovranità digitale è il perno della strategia industriale. Il Polo strategico nazionale (Psn), a cui Tim partecipa alla guida di una compagine costituita da Leonardo, Cassa Depositi e Prestiti (attraverso la controllata Cdp Equity) e Sogei, rappresenta il caso europeo di maggior successo di cloud sovrano, posizionando l’Italia come modello di riferimento per la gestione sicura e indipendente delle piattaforme digitali pubbliche.

La forza di Tim Enterprise risiede nel controllo diretto delle proprie infrastrutture e delle chiavi crittografiche proprietarie, che garantiscono sicurezza e trasparenza. È un approccio unico sul mercato italiano, pensato per proteggere i dati e assicurare autonomia strategica in un’epoca in cui l’informazione è la risorsa più preziosa.

Questa visione si estende anche al piano europeo. Tim partecipa al progetto Ipcei-Cis (Important project of common European interest – cloud infrastructure and services), promosso dalla Commissione europea per rafforzare la filiera del cloud e dell’edge computing nel continente. L’iniziativa punta a creare un ecosistema digitale integrato, capace di competere con i giganti americani e asiatici, e stimola nuovi investimenti pubblici e privati nel settore.

Il data center di Santo Stefano Ticino incarna questa filosofia. Dotato del sistema di gestione Advanced Live Environment (Ale) – un’applicazione 3D immersiva che consente di monitorare in tempo reale i dati operativi – è un laboratorio di innovazione dove le aziende possono sperimentare soluzioni e testare applicazioni in ambienti sicuri e ad alta efficienza. Tutti gli impianti elettrici e meccanici sono progettati per garantire un uptime prossimo al 100%, e la struttura rispetta le principali certificazioni internazionali di qualità e continuità operativa (tra cui Iso 27001 e Uptime Institute Tier IV).

Nel 2024 Tim Enterprise ha registrato 3,3 miliardi di euro di ricavi, un margine lordo di 1,2 miliardi e un ebitda after lease di 700 milioni. Numeri che confermano la solidità di un modello industriale fondato sull’innovazione, sulla competenza e su un’economia dei dati gestita interamente in Italia. Il tasso di fidelizzazione è tra i più alti del settore: meno dell’1% di abbandono tra i top client, che includono tutte le società del Ftse Mib e la maggior parte delle mid-cap italiane.

Oggi Tim Enterprise è una delle poche realtà nazionali in grado di competere con i grandi player globali, mantenendo un forte radicamento territoriale e il controllo delle proprie tecnologie. La sua missione va oltre il business: è un progetto industriale e di sistema, che mira a garantire autonomia, resilienza e competitività al Paese nel contesto europeo e globale.

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