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19 novembre 2025

Millennial e Gen Z alla guida dei patrimoni familiari: così cambia la ricchezza in Italia

Secondo la ricerca del Polimi, millennial e gen z entrano presto in azienda, ma restano ai margini delle scelte su investimenti e patrimonio
Millennial e Gen Z alla guida dei patrimoni familiari: così cambia la ricchezza in Italia

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Nei prossimi anni, la gestione dei patrimoni delle famiglie imprenditoriali italiane passerà sempre più nelle mani dei millennial e della gen z. Non si tratta solo di un trasferimento economico: le nuove generazioni stanno già reinterpretando il concetto stesso di patrimonio, portando con sé valori, aspirazioni e nuovi modi di assumersi responsabilità all’interno delle imprese familiari. A rilevarlo è la survey “Next-gen Wealth” della Polimi School of Management, realizzata con Bnl Bnp Paribas Private Banking & Wealth Management e lo Studio Legale Withers.

La ricerca

Un’indagine su 819 membri delle Next gen, condotta dal team di ricerca della Polimi School of Management con Bva Doxa, mostra che il coinvolgimento nelle imprese familiari italiane è già significativo: il 59% della gen e z il 72% dei millennial partecipa alle attività aziendali, spesso in ruoli di business, governance e holding. Tuttavia, gran parte ricopre funzioni osservative, con la generazione attuale al comando che mantiene il controllo strategico (36% gen z, 47% millennial), mentre solo il 15% sperimenta una gestione condivisa.

L’ingresso in azienda avviene in media attorno ai 26 anni, più come percorso formativo che come reale acquisizione di ruolo. Nonostante esperienze professionali pregresse, spesso internazionali, molti giovani chiedono maggiore autonomia, soprattutto nella gestione degli investimenti. Già oltre la metà ha effettuato almeno un’operazione finanziaria, con i Millennial familiari più attivi (72%). I dati confermano una progressiva “investitura”: i millennial partecipano più spesso alle decisioni di investimento (36,6%) rispetto alla gen z (23,3%), segnalando un passaggio graduale di responsabilità, che si consolida una volta superata la fase di innovazione iniziale.

Secondo la survey, il 72% dei millennial e il 59% della gen z è già coinvolto in azienda, con ruoli spesso operativi o osservativi. Persistono asimmetrie di genere tra i Millennial (90% uomini vs 57% donne), mentre la Gen Z mostra una partecipazione più equilibrata (44% uomini, 47% donne). Solo 1 giovane su 10 ritiene adeguato il dialogo con i professionisti, e quasi 1 Gen Z su 4 non ha ancora avuto contatti diretti con gli advisor.

Educazione finanziaria e approccio al patrimonio

La gen z vede il patrimonio come riferimento personale e familiare, mentre i millennial lo considerano collettivo e progettuale. L’educazione finanziaria resta cruciale: 11-12% apprende dai membri senior, fino al 14% dai consulenti esterni e 9% dai social media. La preparazione percepita è 3,3 su 5 per la gen z e 3,5 per i millennial. Parlare apertamente di asset rimane difficile in molte famiglie, ma è essenziale per fiducia e partecipazione consapevole.

I millennial preferiscono strumenti tradizionali (immobili, obbligazioni, titoli), la gen z punta su asset digitali, start-up e investimenti alternativi. Il profilo di rischio è moderato, con interesse medio (3 su 5) per investimenti d’impatto e filantropici. Meno della metà delle famiglie ha un piano formale per la successione del patrimonio.

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